Tesi etd-02022016-083455 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
SCATOLONI, SARA
URN
etd-02022016-083455
Titolo
Le molestie negli ambienti di lavoro alla luce del Diritto Antidiscriminatorio
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Mariani, Michele
Parole chiave
- diritto antidiscriminatorio
- diritto del lavoro
- discriminazioni
- molestie
Data inizio appello
22/02/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il fenomeno delle molestie negli ambienti di lavoro diventa giuridicamente rilevante alla fine degli anni ‘ 80, grazie all’operato svolto dagli organi comunitari che, in realtà, si concentrano esclusivamente sulle c.d. molestie sessuali.
L’azione comunitaria prosegue durante tutto il corso degli anni ’90 con l’adozione di numerosi provvedimenti a carattere non vincolante (quali Raccomandazioni e Risoluzioni) per sensibilizzare gli Stati membri e i datori di lavoro sul fenomeno. Questo tipo di strategia non porta ad alcun tipo di regolamentazione a livello Nazionale, perciò l’UE decide di cambiare rotta mediante l’adozione di Direttive vincolanti.
Per quanto riguarda il nostro Paese, l’inerzia del Legislatore, nonostante i numerosi disegni di legge presentati al Parlamento, è stata colmata dall’azione della Giurisprudenza e della Contrattazione collettiva. La prima, in assenza di una regolamentazione nazionale, ha ricondotto le molestie (sessuali) all’area operativa dell’art. 2087 C.c., configurandole come una violazione dell’obbligo di sicurezza posto in capo al datore di lavoro, mentre la seconda ha influenzato il mercato del lavoro grazie all’introduzione di Codici di Condotta.
Oggi, le molestie e le molestie sessuali sono regolamentate all’interno del D.lgs. n. 198 del 2006 “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna” e consistono in comportamenti indesiderati connessi al sesso o a connotazione sessuali e lesivi della dignità del lavoratore. Grazie alla loro collocazione strategica nella normativa antidiscriminatoria e l’avvenuta equiparazione con le discriminazioni, i soggetti vittime di molestie sul luogo di lavoro beneficiano della tutela giurisdizionale approntata per queste ultime e dell’importante azione della Consigliera di parità.
L’azione comunitaria prosegue durante tutto il corso degli anni ’90 con l’adozione di numerosi provvedimenti a carattere non vincolante (quali Raccomandazioni e Risoluzioni) per sensibilizzare gli Stati membri e i datori di lavoro sul fenomeno. Questo tipo di strategia non porta ad alcun tipo di regolamentazione a livello Nazionale, perciò l’UE decide di cambiare rotta mediante l’adozione di Direttive vincolanti.
Per quanto riguarda il nostro Paese, l’inerzia del Legislatore, nonostante i numerosi disegni di legge presentati al Parlamento, è stata colmata dall’azione della Giurisprudenza e della Contrattazione collettiva. La prima, in assenza di una regolamentazione nazionale, ha ricondotto le molestie (sessuali) all’area operativa dell’art. 2087 C.c., configurandole come una violazione dell’obbligo di sicurezza posto in capo al datore di lavoro, mentre la seconda ha influenzato il mercato del lavoro grazie all’introduzione di Codici di Condotta.
Oggi, le molestie e le molestie sessuali sono regolamentate all’interno del D.lgs. n. 198 del 2006 “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna” e consistono in comportamenti indesiderati connessi al sesso o a connotazione sessuali e lesivi della dignità del lavoratore. Grazie alla loro collocazione strategica nella normativa antidiscriminatoria e l’avvenuta equiparazione con le discriminazioni, i soggetti vittime di molestie sul luogo di lavoro beneficiano della tutela giurisdizionale approntata per queste ultime e dell’importante azione della Consigliera di parità.
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