Tesi etd-02022015-153109 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
DIMOPOULOU, CHRISTINA
URN
etd-02022015-153109
Titolo
ALLERGIA AL LATTICE: PROBLEMATICHE CLINICHE E DIAGNOSTICHE
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Migliorini, Paola
Parole chiave
- allergia al lattice
- guanti in lattice
- lattice
- lattice naturale
Data inizio appello
24/02/2015
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/02/2085
Riassunto
Il lattice naturale deriva dalla linfa lattea dell’albero della gomma ed è un componente frequentemente presente in oggetti di uso quotidiano e in presidi medico-chirurgici. L’allergia al lattice è un problema sanitario importante per la frequenza con cui si verifica e per la gravità delle manifestazioni cliniche. L’incidenza dell’allergia al lattice è aumentata negli ultimi anni per l’uso sempre più frequente di manufatti contenenti lattice in cui l’uso di amido favorisce la diffusione aerea di tale allergene. Per quanto riguarda la gravità delle manifestazioni cliniche, si stima che il 10-20% delle reazioni anafilattiche in corso di anestesia sia da attribuire all’ allergia al lattice.
Gli allergeni a cui i soggetti con allergia al lattice risultano sensibilizzati sono: Hev b1 (nell’ 80% dei soggetti con spina bifida e nel 50% degli operatori sanitari), Hev b3 (nell’ 80% dei soggetti con spina bifida e nel 20% degli operatori sanitari), Hev b6.02 (nell’ 80% degli operatori sanitari), Hev b5 (nel 92% degli operatori sanitari e nei soggetti con la latex-fruit sindrome) e Hev b7 (nei soggetti con la latex-fruit syndrome).
L’esposizione ad allergeni del lattice può provocare in soggetti predisposti la produzione di IgE specifiche per tali allergeni e successivamente reazioni di ipersensibilità immediata locali, in sede di contatto con il lattice, o sistemici (orticaria/angioedema e/o anafilassi). Per un fenomeno di cross-reattività tra allergeni del lattice e componenti della frutta, chi e’ sensibilizzato al lattice puo’ presentare manifestazioni allergiche dopo ingestione di alcuni tipi di frutta come per esempio il kiwi, l’ ananas, la castagna, il fico e il mango. Tale sindrome allergica prende il nome di latex-fruit syndrome.
Sostanze chimiche addizionate al lattice durante la lavorazione possono invece essere responsabili di reazioni di ipersensibilità di tipo IV o cellulomediate, che si manifestano con reazioni eczematose localizzate in sede di contatto (dermatite allergica da contatto).
Predispongono all’allergia al lattice fattori genetici (come per l’ atopia) ed ambientali (esposizione ambientale al lattice come negli operatori sanitari). Per la frequenza delle allergie al lattice e le potenziali reazioni anafilattiche severe che potrebbero presentarsi al momento del contatto con l’allergene nei soggetti sensibilizzati, e’ fondamentale condurre una corretta ed accurata indagine diagnostica in quei soggetti potenzialmente a rischio.
La diagnosi di allergia al lattice si basa sulla dettagliata anamnesi personale, familiare e clinica; su indagini in-vivo: test cutanei (skin prick test) utilizzando estratti diversi di lattice; sul dosaggio di IgE circolanti specifiche per il lattice (k82) ed eventualmente di IgE specifiche per allergeni ricombinati del lattice. Tale dosaggio permette di stabilire in modo più accurato il profilo di rischio del paziente. Il test di provocazione con il lattice permette di completare l’iter diagnostico, ma bisogna tener presente che, per le possibili reazioni durante il test, deve essere sempre eseguito da medici esperti ed in ambienti ospedalieri.
La prevenzione dell’ allergia al lattice e’ fondamentale: ridurre l’esposizione a tale allergene permette di ridurre la probabilità di sensibilizzazione e nei soggetti in cui l’ allergia e’ presente, permette di ridurre il rischio di reazioni di ipersensbilità immediata severe come lo shock anafilattico.
Nelle strutture sanitarie l’inserimento di uno screening allergologico in soggetti potenzialmente a rischio permetterebbe di identificare i soggetti sensibilizzati al lattice e conseguentemente di adottare precauzioni come percorsi latex-safe durante interventi chirurgici ed indagini diagnostiche.
Gli allergeni a cui i soggetti con allergia al lattice risultano sensibilizzati sono: Hev b1 (nell’ 80% dei soggetti con spina bifida e nel 50% degli operatori sanitari), Hev b3 (nell’ 80% dei soggetti con spina bifida e nel 20% degli operatori sanitari), Hev b6.02 (nell’ 80% degli operatori sanitari), Hev b5 (nel 92% degli operatori sanitari e nei soggetti con la latex-fruit sindrome) e Hev b7 (nei soggetti con la latex-fruit syndrome).
L’esposizione ad allergeni del lattice può provocare in soggetti predisposti la produzione di IgE specifiche per tali allergeni e successivamente reazioni di ipersensibilità immediata locali, in sede di contatto con il lattice, o sistemici (orticaria/angioedema e/o anafilassi). Per un fenomeno di cross-reattività tra allergeni del lattice e componenti della frutta, chi e’ sensibilizzato al lattice puo’ presentare manifestazioni allergiche dopo ingestione di alcuni tipi di frutta come per esempio il kiwi, l’ ananas, la castagna, il fico e il mango. Tale sindrome allergica prende il nome di latex-fruit syndrome.
Sostanze chimiche addizionate al lattice durante la lavorazione possono invece essere responsabili di reazioni di ipersensibilità di tipo IV o cellulomediate, che si manifestano con reazioni eczematose localizzate in sede di contatto (dermatite allergica da contatto).
Predispongono all’allergia al lattice fattori genetici (come per l’ atopia) ed ambientali (esposizione ambientale al lattice come negli operatori sanitari). Per la frequenza delle allergie al lattice e le potenziali reazioni anafilattiche severe che potrebbero presentarsi al momento del contatto con l’allergene nei soggetti sensibilizzati, e’ fondamentale condurre una corretta ed accurata indagine diagnostica in quei soggetti potenzialmente a rischio.
La diagnosi di allergia al lattice si basa sulla dettagliata anamnesi personale, familiare e clinica; su indagini in-vivo: test cutanei (skin prick test) utilizzando estratti diversi di lattice; sul dosaggio di IgE circolanti specifiche per il lattice (k82) ed eventualmente di IgE specifiche per allergeni ricombinati del lattice. Tale dosaggio permette di stabilire in modo più accurato il profilo di rischio del paziente. Il test di provocazione con il lattice permette di completare l’iter diagnostico, ma bisogna tener presente che, per le possibili reazioni durante il test, deve essere sempre eseguito da medici esperti ed in ambienti ospedalieri.
La prevenzione dell’ allergia al lattice e’ fondamentale: ridurre l’esposizione a tale allergene permette di ridurre la probabilità di sensibilizzazione e nei soggetti in cui l’ allergia e’ presente, permette di ridurre il rischio di reazioni di ipersensbilità immediata severe come lo shock anafilattico.
Nelle strutture sanitarie l’inserimento di uno screening allergologico in soggetti potenzialmente a rischio permetterebbe di identificare i soggetti sensibilizzati al lattice e conseguentemente di adottare precauzioni come percorsi latex-safe durante interventi chirurgici ed indagini diagnostiche.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
Tesi non consultabile. |