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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02022011-183655


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
BERTOLUCCI, FEDERICA
URN
etd-02022011-183655
Titolo
Valutazione funzionale e metabolica della tolleranza allo sforzo in pazienti con malattia di Mc Ardle
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Siciliano, Gabriele
Parole chiave
  • Armband
  • dieta iperglucidica
  • malattia di Mc Ardle
  • stress ossidativo
  • tolleranza allo sforzo
Data inizio appello
22/02/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
22/02/2051
Riassunto
La malattia di Mc Ardle è il più comune disordine del metabolismo glucidico, con una prevalenza di circa 1 caso su 100000.
Il difetto metabolico che la caratterizza è trasmesso con modalità autosomica recessiva e causato da mutazioni nel gene che codifica per l’enzima miofosforilasi. Tipicamente queste mutazioni danno luogo alla formazione di un enzima non funzionante che risulta in un blocco completo della scissione del glicogeno nel muscolo.
Il glicogeno muscolare è un importante carburante che supporta quasi tutto il metabolismo energetico muscolare durante l’esercizio fisico. Di conseguenza, i pazienti con malattia di Mc Ardle presentano i sintomi dell’intolleranza allo sforzo, con precoce affaticabilità, crampi, mialgie e, in occasione di sforzi muscolari intensi, mioglobinuria, la quale può condurre nei casi più gravi ad insufficienza renale acuta.
Molti farmaci e trattamenti dietetici sono stati sperimentati per ottenere un alleviamento dei sintomi in questo raro disordine metabolico, ma la maggior parte di questi non è stata in grado di dimostrare miglioramenti significativi oppure è risultata mal tollerata. Attualmente ciò che emerge dai dati in letteratura è che: una dieta iperglucidica sembra dare risultati migliori in termini di tolleranza allo sforzo se confrontata con una dieta iperproteica; il rallentamento del flusso glicolitico presente in questo disturbo determina un ridotto flusso di substrati nel ciclo dell'acido tricarbossilico che limita fortemente la capacità ossidativa; supplementi di creatina a basse dosi hanno dimostrato un beneficio, sebbene modesto, in un piccolo numero di individui. E' importante sottolineare che ciascuno degli studi intrapresi a riguardo includeva un piccolo numero di pazienti (anche singoli casi), e che l'eterogeneità clinica della malattia di Mc Ardle rende complicato stabilire parametri uniformemente misurabili.
Lo scopo della presente tesi è stato quello di individuare e validare un protocollo di valutazione multifunzionale del paziente con malattia di Mc Ardle in grado di studiare, in un determinato momento, una serie di parametri relativi allo stile di vita e alla tolleranza allo sforzo, al fine di ricavare una misura del grado di compromissione del metabolismo energetico muscolare e delle performance motorie.
In una seconda fase, attraverso lo stesso protocollo, è stato valutato l’effetto di una dieta iperglucidica integrata con intermedi del ciclo di Krebs sulle abilità motorie e la tolleranza allo sforzo in questi pazienti.
Per raggiungere tale obiettivo è stata effettuata prima una analisi comparativa tra 5 pazienti (3M e 2F, età media 34,6 anni ± 15,37) con malattia di Mc Ardle e 5 controlli sani, i quali sono stati sottoposti al
protocollo di valutazione multifunzionale che è stato effettuato tramite:
monitoraggio con l' ”holter metabolico” Sensewear Armband SENSEWEAR PRO-ARMBANDTM (Body Media, Inc, Pittsburgh PA) per confrontare lo stile di vita in termini di dispendio energetico fra pazienti e controlli sani; test da sforzo cardiopolmonare su cicloergometro con valutazione della risposta metabolica, cardiovascolare e respiratoria, composto da una prima parte della durata di 12 minuti eseguita con un carico di lavoro costante ad una potenza compresa tra 40 e 50 watt (corrispondente all'incirca al 50% del carico massimo teorico), seguita da un test incrementale fino ad esaurimento, con incrementi di 15 watt ogni due minuti; dosaggio dei livelli di lattato ematico in condizioni basali e durante lo sforzo su cicloergometro; studio del metabolismo ossidativo muscolare tramite dosaggio di marker di stress ossidativo (AOPP e Tioli) in condizioni basali e durante test da sforzo.
Nella seconda parte dello studio, lo stesso protocollo è stato ripetuto dai pazienti dopo tre giorni di dieta iperglucidica integrata con una miscela di intermedi del ciclo di Krebs e creatina.
I risultati ottenuti hanno confermato la compromissione del metabolismo ossidativo muscolare così come di quello anaerobico nei pazienti rispetto ai controlli sani per quanto riguarda le risposte circolatoria, metabolica e ventilatoria esaminate con il test da sforzo cardiopolmonare su cicloergometro, ed ha evidenziato il caso di una paziente portatrice della mutazione in eterozigosi R50X caratterizzato da un fenotipo intermedio fra quello di pazienti e controlli sani; il monitoraggio con Holter metabolico ha mostrato come bassi livelli di attività fisica siano prominenti fra i pazienti con malattia di Mc Ardle pur costituendo per essi un importante fattore di rischio modificabile. Le misurazioni effettuate secondo il protocollo sopra descritto nei pazienti dopo tre giorni di dieta iperglucidica integrata non hanno mostrato miglioramenti in termini di tolleranza allo sforzo rispetto alle condizioni basali dei pazienti, e questo può essere spiegato ipotizzando che l’effetto benefico di una dieta ricca in carboidrati descritto in letteratura sia tale se confrontato con una dieta iperproteica ma non in assoluto, e che il fatto che nel nostro studio non si siano evidenziati cambiamenti significativi tra le misurazioni effettuate dopo tre giorni di dieta libera e quelle effettuate dopo tre giorni di dieta iperglucidica, sia attribuibile alla composizione della dieta seguita liberamente dai nostri pazienti (dieta mediterranea), la quale è di per sé una dieta ricca in carboidrati.
In conclusione, la fedeltà e la sensibilità con cui il test è stato in grado di apprezzare il second wind rende i nostri risultati confrontabili con quelli presenti in letteratura, e rende il protocollo utilizzato un valido strumento di monitoraggio dell’andamento della malattia nel tempo e di misura di outcome in corso di trial clinici e terapeutici o programmi riabilitativi. Tale protocollo ci ha permesso di individuare il caso di una paziente portatrice della mutazione in eterozigosi R50X caratterizzato da un fenotipo intermedio tra quella dei pazienti e quello dei controlli sani.
La dieta iperglucidica testata in questo studio, pur non mostrando effetti positivi rispetto alla condizione basale (già di per sé ricca in carboidrati), si propone come valida alternativa a diete che prediligono altri substrati (iperproteiche, chetogeniche), le quali risulterebbero, come peraltro già dimostrato, inefficaci o dannose a riguardo.

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