Tesi etd-02012017-113640 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
DE TATA, FRANCESCA
URN
etd-02012017-113640
Titolo
Stenting ureterale nel cane e nel gatto: approccio chirurgico e complicanze post operatorie
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof. Vannozzi, Iacopo
correlatore Dott.ssa Briganti, Angela
controrelatore Prof.ssa Breghi, Gloria
controrelatore Prof.ssa Guidi, Grazia
correlatore Dott.ssa Briganti, Angela
controrelatore Prof.ssa Breghi, Gloria
controrelatore Prof.ssa Guidi, Grazia
Parole chiave
- cane
- chirurgia
- complicanze
- gatto
- stent
- uretere
Data inizio appello
24/02/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le patologie ostruttive dell’uretere, sia nel gatto che nel cane, richiedono nella maggior parte dei casi un trattamento chirurgico. Recentemente, nell’ambito della terapia chirurgica delle ostruzioni ureterali sono state introdotte alcune tecniche di chirurgia mini invasiva che prevedono l’applicazione di dispositivi quali stent e SUB (subcutaneous ureteral by-pass). Lo studio oggetto di questa Tesi si propone di studiare l’incidenza delle complicanze post-operatorie legate all’impiego di questa chirurgia mini invasiva sia nel cane che nel gatto. A tal fine è stata svolta un’analisi retrospettiva relativa al periodo 2006-2015 di 62 casi clinici (34 gatti e 28 cani) costituiti da pazienti operati per ostruzione ureterale di natura litiasica. I pazienti felini sono stati ulteriormente suddivisi in due gruppi: 1) gatti sottoposti a chirurgia open e 2) gatti sottoposti a chirurgia mini invasiva per l’applicazione dello stent. Nei pazienti canini lo stent ureterale è stato invece posizionato per via cistoscopica o mediante chirurgia open.
La nostra analisi ha permesso di trarre le seguenti conclusioni.
Nei pazienti felini sottoposti a chirurgia open con applicazione di stent ureterale per via ureterotomica con successivo reimpianto dell’uretere in vescica e con l’utilizzo di stent proveniente dalla medicina umana e quindi di dimensioni eccessive è stata osservata una maggiore incidenza di complicanze postoperatorie rispetto ai gatti operati con chirurgia mini invasiva (66.7% vs 50.0%). Anche la necessità di tornare una seconda volta in chirurgia è risultata superiore nei gatti operati con chirurgia open rispetto a quelli sottoposti a chirurgia mini invasiva (75.0% vs 63.6%).
Quindi lo sviluppo di tecniche di chirurgia interventistica con approccio mini invasivo e l’utilizzo di stent di misure ottimali per l’uretere del gatto ha permesso di ridurre l’incidenza delle complicazioni legate alla chirurgia per l’applicazione dello stent. A questo proposito è interessante sottolineare che le tipologie delle complicanze che si sono manifestate in entrambi i gruppi sono risultate esattamente sovrapponibili, anche se con diversa incidenza complessiva.
Nei pazienti canini sottoposti a chirurgia mini invasivo e utilizzo di stent di misura appropriata l’incidenza delle complicanze post-operatorie è stata pari al 42.9% e la necessità di tornare una seconda volta in chirurgia ha riguardato solo il 33.3 % dei casi. L’incidenza delle complicazioni post-operatorie risulta quindi minore nei pazienti canini rispetto ai gatti (42.9% vs 50.0%) e ancora maggiore risulta la differenza per quanto riguarda la necessità di reintervento (33.3% vs 63.6%).
The obstructive diseases of the ureter, in both cats and dogs, require in most cases a surgical treatment. Recently, as part of the surgical treatment of ureteral obstructions, some minimally invasive techniques have been introduced involving the use of devices such as stents and SUB (subcutaneous bypass ureteral). The aim of this study was to investigate the incidence of post-operative complications related to the use of this minimally invasive surgery in both dogs and cats. A retrospective analysis was performed on 62 clinical cases (34 cats and 28 dogs) operated in the period 2006-2015 operated for ureteral obstruction due to lithiasis. The feline patients were further divided into two groups: 1) cats subjected to open surgery and 2) cats subjected to minimally invasive surgery for the application of the stent. In canine patients, the ureteral stent was placed by open surgery with cystoscopic access.
Based on our analysis, the following conclusions can be drawn. In feline patients undergoing the application of the stent by open surgery with subsequent reimplantation of the ureter into the bladder and with the use of stents coming from human medicine and therefore of excessive size, a higher incidence of postoperative complications was observed compared to cats operated by minimally invasive surgery (66.7% vs 50.0%). The need to go back a second time to surgery was equally higher in cats operated with open surgery compared to those undergoing minimally invasive surgery (75.0% vs 63.6%). Therefore, the development of mini invasive surgical techniques and the use of stents whose size is optimal for the ureter of the cat, allow to reduce the incidence of complications related to surgery for the application of the stent. In this regard, it is interesting to note that the complications that have occurred in both groups were exactly overlap, albeit with different overall incidence.
In canine patients subjected to mini-invasive surgery with the use of stents of appropriate size, the incidence of post-operative complications was 42.9% and the need to return a second time in surgery was only 33.3%. Therefore, the incidence of post-operative complications is lower in canine patients compared to cats (42.9% vs 50.0%) and the difference is still greater when the need for reintervention is considered (33.3% vs 63.6%).
La nostra analisi ha permesso di trarre le seguenti conclusioni.
Nei pazienti felini sottoposti a chirurgia open con applicazione di stent ureterale per via ureterotomica con successivo reimpianto dell’uretere in vescica e con l’utilizzo di stent proveniente dalla medicina umana e quindi di dimensioni eccessive è stata osservata una maggiore incidenza di complicanze postoperatorie rispetto ai gatti operati con chirurgia mini invasiva (66.7% vs 50.0%). Anche la necessità di tornare una seconda volta in chirurgia è risultata superiore nei gatti operati con chirurgia open rispetto a quelli sottoposti a chirurgia mini invasiva (75.0% vs 63.6%).
Quindi lo sviluppo di tecniche di chirurgia interventistica con approccio mini invasivo e l’utilizzo di stent di misure ottimali per l’uretere del gatto ha permesso di ridurre l’incidenza delle complicazioni legate alla chirurgia per l’applicazione dello stent. A questo proposito è interessante sottolineare che le tipologie delle complicanze che si sono manifestate in entrambi i gruppi sono risultate esattamente sovrapponibili, anche se con diversa incidenza complessiva.
Nei pazienti canini sottoposti a chirurgia mini invasivo e utilizzo di stent di misura appropriata l’incidenza delle complicanze post-operatorie è stata pari al 42.9% e la necessità di tornare una seconda volta in chirurgia ha riguardato solo il 33.3 % dei casi. L’incidenza delle complicazioni post-operatorie risulta quindi minore nei pazienti canini rispetto ai gatti (42.9% vs 50.0%) e ancora maggiore risulta la differenza per quanto riguarda la necessità di reintervento (33.3% vs 63.6%).
The obstructive diseases of the ureter, in both cats and dogs, require in most cases a surgical treatment. Recently, as part of the surgical treatment of ureteral obstructions, some minimally invasive techniques have been introduced involving the use of devices such as stents and SUB (subcutaneous bypass ureteral). The aim of this study was to investigate the incidence of post-operative complications related to the use of this minimally invasive surgery in both dogs and cats. A retrospective analysis was performed on 62 clinical cases (34 cats and 28 dogs) operated in the period 2006-2015 operated for ureteral obstruction due to lithiasis. The feline patients were further divided into two groups: 1) cats subjected to open surgery and 2) cats subjected to minimally invasive surgery for the application of the stent. In canine patients, the ureteral stent was placed by open surgery with cystoscopic access.
Based on our analysis, the following conclusions can be drawn. In feline patients undergoing the application of the stent by open surgery with subsequent reimplantation of the ureter into the bladder and with the use of stents coming from human medicine and therefore of excessive size, a higher incidence of postoperative complications was observed compared to cats operated by minimally invasive surgery (66.7% vs 50.0%). The need to go back a second time to surgery was equally higher in cats operated with open surgery compared to those undergoing minimally invasive surgery (75.0% vs 63.6%). Therefore, the development of mini invasive surgical techniques and the use of stents whose size is optimal for the ureter of the cat, allow to reduce the incidence of complications related to surgery for the application of the stent. In this regard, it is interesting to note that the complications that have occurred in both groups were exactly overlap, albeit with different overall incidence.
In canine patients subjected to mini-invasive surgery with the use of stents of appropriate size, the incidence of post-operative complications was 42.9% and the need to return a second time in surgery was only 33.3%. Therefore, the incidence of post-operative complications is lower in canine patients compared to cats (42.9% vs 50.0%) and the difference is still greater when the need for reintervention is considered (33.3% vs 63.6%).
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