Tesi etd-01312023-154823 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PANATTONI, FABIO
URN
etd-01312023-154823
Titolo
La rinnovata disciplina del concordato con continuità aziendale. Focus sulle regole di distribuzione del valore
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Benedetti, Lorenzo
Parole chiave
- art. 84
- concordato preventivo
- continuità
- direttiva insolvency
- prevalenza
- regole di distribuzione
Data inizio appello
27/02/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/02/2093
Riassunto
Con l’entrata in vigore del Codice della Crisi e dell’Insolvenza – ed il contestuale recepimento della Direttiva Insolvency – il legislatore delegato ha compiuto un intervento di significativa portata sulla disciplina del concordato con continuità, in cui si inscrivono anche le modifiche concernenti le regole distribuzione del valore dell’impresa.
Nel presente lavoro si tratterà della contaminazione europea dell’istituto attraverso i principi vincolanti della Direttiva in materia di quadri di ristrutturazione preventiva, che ha ispirato la riforma operata attraverso il d.lgs. 17 giugno 2022, n. 83, rendendo l’istituto del concordato con continuità allineato con gli obiettivi unionali del risanamento e della viability. Si cercherà di comprendere se, alla luce delle modifiche apportate all’istituto che hanno dato maggiore importanza al valore della continuità, la finalità essenziale del concordato sia ancora quella del soddisfacimento dei creditori oppure se il valore attribuito alla continuità sia tale da elevarla ad una vera e propria finalità dell’istituto.
La differenza tipologica sempre più accentuata tra il concordato liquidatorio e quello in continuità ha, inoltre, reso necessario affrontare il criterio qualificatorio del concordato con continuità ai fini dell’applicazione della relativa disciplina, che ha assunto sempre più importanza nel dibattito legato alla materia concorsuale, in cui gli interpreti si sono chiesti in che misura la presenza della continuità giustifichi l’applicazione della disciplina di netto favor che il legislatore ha previsto per tale fattispecie rispetto a quella liquidatoria.
Nel capitolo terzo si darà ampio spazio al tema della distribuzione del valore dell’impresa ristrutturata nel concordato preventivo con continuità, che riveste un’importanza cruciale sia in punto di ammissibilità della domanda concordataria, sia in punto di omologazione del concordato. In particolare, dopo aver dato conto dell’acceso dibattito sull’interpretazione dell’art. 160, secondo comma, l. fall., si analizzerà – sempre in corrispondenza con quanto previsto dalla Direttiva – la scelta operata dal legislatore delegato verso la regola di priorità relativa con riferimento al valore eccedente quello di liquidazione, specificando le conseguenze che questa scelta comporta e quali sarebbero state le alternative eventualmente praticabili, alla luce dell'elevata discrezionalità concessa dalla Direttiva.
Nel presente lavoro si tratterà della contaminazione europea dell’istituto attraverso i principi vincolanti della Direttiva in materia di quadri di ristrutturazione preventiva, che ha ispirato la riforma operata attraverso il d.lgs. 17 giugno 2022, n. 83, rendendo l’istituto del concordato con continuità allineato con gli obiettivi unionali del risanamento e della viability. Si cercherà di comprendere se, alla luce delle modifiche apportate all’istituto che hanno dato maggiore importanza al valore della continuità, la finalità essenziale del concordato sia ancora quella del soddisfacimento dei creditori oppure se il valore attribuito alla continuità sia tale da elevarla ad una vera e propria finalità dell’istituto.
La differenza tipologica sempre più accentuata tra il concordato liquidatorio e quello in continuità ha, inoltre, reso necessario affrontare il criterio qualificatorio del concordato con continuità ai fini dell’applicazione della relativa disciplina, che ha assunto sempre più importanza nel dibattito legato alla materia concorsuale, in cui gli interpreti si sono chiesti in che misura la presenza della continuità giustifichi l’applicazione della disciplina di netto favor che il legislatore ha previsto per tale fattispecie rispetto a quella liquidatoria.
Nel capitolo terzo si darà ampio spazio al tema della distribuzione del valore dell’impresa ristrutturata nel concordato preventivo con continuità, che riveste un’importanza cruciale sia in punto di ammissibilità della domanda concordataria, sia in punto di omologazione del concordato. In particolare, dopo aver dato conto dell’acceso dibattito sull’interpretazione dell’art. 160, secondo comma, l. fall., si analizzerà – sempre in corrispondenza con quanto previsto dalla Direttiva – la scelta operata dal legislatore delegato verso la regola di priorità relativa con riferimento al valore eccedente quello di liquidazione, specificando le conseguenze che questa scelta comporta e quali sarebbero state le alternative eventualmente praticabili, alla luce dell'elevata discrezionalità concessa dalla Direttiva.
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