Tesi etd-01312023-113621 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BUETTO, FRANCESCA ROMANA
URN
etd-01312023-113621
Titolo
La promozione della graduate employability nell’era dei social: sfide e opportunita' per ridurre il gap tra Universita' e mondo del lavoro
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
COMUNICAZIONE D'IMPRESA E POLITICA DELLE RISORSE UMANE
Relatori
relatore Sassetti, Sara
Parole chiave
- employability
- graduate employability
- higher education
- hr
- occupabilità
- orientamento
- placement
- social media
- università
Data inizio appello
20/02/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/02/2063
Riassunto
L’employability dei laureati è diventata un obiettivo che i governi di tutto il mondo hanno imposto ai sistemi nazionali di istruzione superiore. I primi a promuovere l’occupabilità degli studenti sono stati i paesi anglosassoni, con il rapporto Robbins del 1963 e quello Dearing del 1997. In anni più recenti, la stessa Unione Europea ha incoraggiato i propri paesi membri a sviluppare l’occupabilità dei laureati, incentivando gli istituti di istruzione superiore alla creazione di programmi di studi in grado di trasmettere agli studenti universitari le competenze e le abilità necessarie per accedere al mondo del lavoro.
Per adempiere a tale compito, la Higher Education ha ideato attività di orientamento e placement che permettessero a studenti e aziende di incontrarsi e conoscersi, nel tentativo di ridurre il gap tra Università e mondo del lavoro. Tuttavia, l’efficacia di tali attività è stata più volte messa in discussione, sia dai datori di lavoro che dagli stessi studenti universitari: i primi si sono spesso dichiarati insoddisfatti delle capacità dimostrate dai neolaureati al momento della loro assunzione; i secondi, invece, raramente si sono reputati preparati per il mondo del lavoro.
Il senso di inadeguatezza e la voglia di accrescere la propria occupabilità avrebbero spinto gli studenti a cercare risposte ai propri dubbi altrove, principalmente su Internet. In particolare, l’attenzione di diversi giovani sarebbe stata catturata da alcuni esperti di risorse umane che, utilizzando le principali piattaforme social, condividono nozioni essenziali per l’ingresso nel mondo del lavoro. Attraverso un linguaggio semplice e diretto, questi “HR influencer” forniscono pratici consigli per affrontare e superare le varie fasi del processo di reclutamento, ottenere un’occupazione e mantenerla nel tempo.
Come dimostrato dal crescente successo degli “HR influencer”, i social media possono essere utilizzati per accrescere l’employability degli studenti, avvicinando un pubblico giovane ad un tema tanto importante. Tuttavia, sebbene la maggior parte degli Atenei italiani sia presente sui social, sembra che i profili dedicati a orientamento e placement non siano stati in grado di rispondere alle esigenze del proprio pubblico. Una possibile soluzione per coinvolgere un maggior numero di studenti universitari nelle attività di Career Service e Job Placement ideate dalle Università potrebbe essere quella di invitare proprio gli "HR influencer” a raccontarsi. Questo tipo di collaborazione, già sperimentata da alcuni Atenei, permetterebbe di attirare un gran numero di studenti, catturando la loro attenzione e indirizzandola su aspetti chiave per la loro employability.
Per adempiere a tale compito, la Higher Education ha ideato attività di orientamento e placement che permettessero a studenti e aziende di incontrarsi e conoscersi, nel tentativo di ridurre il gap tra Università e mondo del lavoro. Tuttavia, l’efficacia di tali attività è stata più volte messa in discussione, sia dai datori di lavoro che dagli stessi studenti universitari: i primi si sono spesso dichiarati insoddisfatti delle capacità dimostrate dai neolaureati al momento della loro assunzione; i secondi, invece, raramente si sono reputati preparati per il mondo del lavoro.
Il senso di inadeguatezza e la voglia di accrescere la propria occupabilità avrebbero spinto gli studenti a cercare risposte ai propri dubbi altrove, principalmente su Internet. In particolare, l’attenzione di diversi giovani sarebbe stata catturata da alcuni esperti di risorse umane che, utilizzando le principali piattaforme social, condividono nozioni essenziali per l’ingresso nel mondo del lavoro. Attraverso un linguaggio semplice e diretto, questi “HR influencer” forniscono pratici consigli per affrontare e superare le varie fasi del processo di reclutamento, ottenere un’occupazione e mantenerla nel tempo.
Come dimostrato dal crescente successo degli “HR influencer”, i social media possono essere utilizzati per accrescere l’employability degli studenti, avvicinando un pubblico giovane ad un tema tanto importante. Tuttavia, sebbene la maggior parte degli Atenei italiani sia presente sui social, sembra che i profili dedicati a orientamento e placement non siano stati in grado di rispondere alle esigenze del proprio pubblico. Una possibile soluzione per coinvolgere un maggior numero di studenti universitari nelle attività di Career Service e Job Placement ideate dalle Università potrebbe essere quella di invitare proprio gli "HR influencer” a raccontarsi. Questo tipo di collaborazione, già sperimentata da alcuni Atenei, permetterebbe di attirare un gran numero di studenti, catturando la loro attenzione e indirizzandola su aspetti chiave per la loro employability.
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