Tesi etd-01312018-002612 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BELLA, MATTEO
URN
etd-01312018-002612
Titolo
La Rinascita del "Paese di sabbia e di ragia".
Verso un progetto di recupero di Marina di Pisa
Dipartimento
INGEGNERIA DELL'ENERGIA, DEI SISTEMI, DEL TERRITORIO E DELLE COSTRUZIONI
Corso di studi
INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Relatori
relatore Prof. Lanini, Luca
correlatore Prof. Bevilacqua, Marco Giorgio
controrelatore Prof. Cutini, Valerio
correlatore Arch. Del Seppia, Massimo
correlatore Prof. Bevilacqua, Marco Giorgio
controrelatore Prof. Cutini, Valerio
correlatore Arch. Del Seppia, Massimo
Parole chiave
- acqua
- erosione
- frangiflutti
- Marina di Pisa
Data inizio appello
15/02/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/02/2088
Riassunto
Marina di Pisa oggi si presenta come l’evoluzione di un insediamento colpito da molteplici eventi sociali, economici, politici e ambientali che l’hanno interessata sin dalla sua origine.
Per rappresentarla nel miglior modo ho elaborato delle analisi, frutto di un lavoro combinato.
Le informazioni necessarie alla stesura dei singoli studi sono state realizzate tramite l’utilizzo di informazioni materiche (libri, siti, pubblicazioni), rilievi sul luogo (compilazione di moduli preimpostati) e una serie di colloqui effettuati con alcuni personaggi che hanno arricchito lo studio del territorio ( maestra Masi, ing Carli, ing. Fiorindi, arch. Garzella e arch. Pasqualetti).
Tale lavoro ha permesso di creare delle tavole che analizzano Marina in tre step:
1. Analisi del luogo ( storia, tipologia edilizia, commerciale, uso, verde, mobilità,…)
2. Catalogare le analisi per fornire criticità e punti di forza;
3. Obiettivi di risanamento e riqualificazione.
Il progetto, basandosi sui punti di forza del luogo, vuole eliminare la maggior parte delle criticità.
Storicamente Marina è stata coinvolta in numerosi progetti di riqualificazione, principalmente usando il potere e la bellezza dell’acqua, creando porticcioli, canali e spazi d’acqua all’interno della città e snaturando in un certo senso la morfologia e l’impronta di base della città.
Questo progetto vuole essere differente.
L’intenzione non è più portare l’acqua a Marina, bensì di avvicinare Marina all’acqua. La creazione di nuovi percorsi nel mare da modo al fruitore, come già detto, di osservare Marina sotto altre sfaccettature, ma non solo; il rafforzamento dei frangiflutti potenzia la difesa dalla violenza del mare e l’intersezione del percorso col lungomare permette la creazione di grandi vasche d’acqua che diventano più accessibili e raggiungibili . L’eliminazione della barriera di scogli che separa la strada dal mare e il ripascimento dei frangiflutti creano nuovi spazi ed aree pulite e sicure che donano un nuovo volto alla città.
In questo modo la natura e la città si fondono in paesaggio, creando nuove viste, nuovi scorci sulla città.
Le piazze vengono strutturate in base alla loro destinazione
Piazza Baleari diventa uno spazio dove si possano incrociare diverse tipologie di mezzi di comunicazione: percorsi pedonali, ciclopiste, strade per le auto e per i mezzi pubblici, dove si possano incontrare persone provenienti da diverse direzioni e dove i due elementi principali di Marina, la Pineta e il Mare, si possano amalgamare.
Piazza Viviani viene divisa in due parti con funzioni differenti.
Nella parte ad Est viene ricreata la “passeggiata nella pineta” che era cara a D’Annunzio durante i suoi soggiorni a Marina.
Nella parte ad ovest, dove secondo l’antico piano regolatore erano previsti degli appresellamenti di terreno, viene realizzata una nuova piazza, contenente a nord un locale ricettivo e a sud un ampio spiazzo libero.
Questo spazio diventa un luogo da destinarsi ad eventi, fiere, mercato , concerti, sagre ecc..
Terza volontà è quella di riportare Marina al suo antico splendore durante il periodo della cosiddetta “Belle Époque”, quando il paese di “sabbia e di ragia”, oltre alle bellissime ville e palazzi di stile Liberty, presentava numerosi Chalet e Stabilimenti in legno, che attiravano un gran numero di persone e un gran movimento. La scelta di utilizzare elementi come il legno per la realizzazione di percorsi e strutture, sebbene sia più fragile alle intemperie rispetto ad altri materiali, serve appunto come rimando alla memoria di questo periodo fatto di sfarzo, balli e locali.
Un esempio è la riproposizione dell’ormai perduto Chalet Castelli, rivisitato secondo una chiave di lettura molto più moderna, avente la stessa destinazione che aveva all’epoca fatta eccezione per la sua localizzazione: infatti viene traslato da Piazza Baleari a qualche centinaio di metri ad Ovest, su una struttura di palafitte, in memoria dei Bagni Ceccherini.
Marina diventa così luogo dove l’antico e il moderno si incontrano, dove epoche differenti hanno modo di convivere in sinergia e accordo tra loro: evocando il passato rinasce il futuro.
Per rappresentarla nel miglior modo ho elaborato delle analisi, frutto di un lavoro combinato.
Le informazioni necessarie alla stesura dei singoli studi sono state realizzate tramite l’utilizzo di informazioni materiche (libri, siti, pubblicazioni), rilievi sul luogo (compilazione di moduli preimpostati) e una serie di colloqui effettuati con alcuni personaggi che hanno arricchito lo studio del territorio ( maestra Masi, ing Carli, ing. Fiorindi, arch. Garzella e arch. Pasqualetti).
Tale lavoro ha permesso di creare delle tavole che analizzano Marina in tre step:
1. Analisi del luogo ( storia, tipologia edilizia, commerciale, uso, verde, mobilità,…)
2. Catalogare le analisi per fornire criticità e punti di forza;
3. Obiettivi di risanamento e riqualificazione.
Il progetto, basandosi sui punti di forza del luogo, vuole eliminare la maggior parte delle criticità.
Storicamente Marina è stata coinvolta in numerosi progetti di riqualificazione, principalmente usando il potere e la bellezza dell’acqua, creando porticcioli, canali e spazi d’acqua all’interno della città e snaturando in un certo senso la morfologia e l’impronta di base della città.
Questo progetto vuole essere differente.
L’intenzione non è più portare l’acqua a Marina, bensì di avvicinare Marina all’acqua. La creazione di nuovi percorsi nel mare da modo al fruitore, come già detto, di osservare Marina sotto altre sfaccettature, ma non solo; il rafforzamento dei frangiflutti potenzia la difesa dalla violenza del mare e l’intersezione del percorso col lungomare permette la creazione di grandi vasche d’acqua che diventano più accessibili e raggiungibili . L’eliminazione della barriera di scogli che separa la strada dal mare e il ripascimento dei frangiflutti creano nuovi spazi ed aree pulite e sicure che donano un nuovo volto alla città.
In questo modo la natura e la città si fondono in paesaggio, creando nuove viste, nuovi scorci sulla città.
Le piazze vengono strutturate in base alla loro destinazione
Piazza Baleari diventa uno spazio dove si possano incrociare diverse tipologie di mezzi di comunicazione: percorsi pedonali, ciclopiste, strade per le auto e per i mezzi pubblici, dove si possano incontrare persone provenienti da diverse direzioni e dove i due elementi principali di Marina, la Pineta e il Mare, si possano amalgamare.
Piazza Viviani viene divisa in due parti con funzioni differenti.
Nella parte ad Est viene ricreata la “passeggiata nella pineta” che era cara a D’Annunzio durante i suoi soggiorni a Marina.
Nella parte ad ovest, dove secondo l’antico piano regolatore erano previsti degli appresellamenti di terreno, viene realizzata una nuova piazza, contenente a nord un locale ricettivo e a sud un ampio spiazzo libero.
Questo spazio diventa un luogo da destinarsi ad eventi, fiere, mercato , concerti, sagre ecc..
Terza volontà è quella di riportare Marina al suo antico splendore durante il periodo della cosiddetta “Belle Époque”, quando il paese di “sabbia e di ragia”, oltre alle bellissime ville e palazzi di stile Liberty, presentava numerosi Chalet e Stabilimenti in legno, che attiravano un gran numero di persone e un gran movimento. La scelta di utilizzare elementi come il legno per la realizzazione di percorsi e strutture, sebbene sia più fragile alle intemperie rispetto ad altri materiali, serve appunto come rimando alla memoria di questo periodo fatto di sfarzo, balli e locali.
Un esempio è la riproposizione dell’ormai perduto Chalet Castelli, rivisitato secondo una chiave di lettura molto più moderna, avente la stessa destinazione che aveva all’epoca fatta eccezione per la sua localizzazione: infatti viene traslato da Piazza Baleari a qualche centinaio di metri ad Ovest, su una struttura di palafitte, in memoria dei Bagni Ceccherini.
Marina diventa così luogo dove l’antico e il moderno si incontrano, dove epoche differenti hanno modo di convivere in sinergia e accordo tra loro: evocando il passato rinasce il futuro.
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