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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01312016-222625


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
GIRO', MARIA ELISABETTA
URN
etd-01312016-222625
Titolo
Afasia e Riabilitazione del linguaggio: differenze tra donna e uomo.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA FISICA E RIABILITATIVA
Relatori
relatore Prof. Rossi, Bruno
Parole chiave
  • afasia
  • donna
  • riabilitazione del linguaggio
  • uomo
Data inizio appello
19/02/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
19/02/2086
Riassunto
La presente tesi si propone di valutare attraverso uno studio retrospettivo se, in seguito ad ictus cerebrale, l’incidenza, la presentazione clinica iniziale di un’afasia, l’entità del recupero e il quadro clinico raggiunto dopo intervento riabilitativo sono diversi tra donne e uomini.
Al fine di fornire ai nostri risultati una corretta interpretazione, la nostra analisi è iniziata da una revisione dei dati presenti in letteratura. Quindi, partendo dalle differenze riportate nell'anatomia e nella fisiologia del cervello nei due sessi, siamo poi passati ad indagare quelle nella normale organizzazione delle funzioni linguistiche e in condizioni patologiche quali l'ictus e in uno dei suoi esiti più comuni, l'afasia.
Il dibattito sulle differenze tra cervello maschile e femminile è stato sollevato intorno alla metà dell’800. Differenze nelle performance cognitive di uomini e donne sono state ampiamente riportate della letteratura. Gli uomini si mostrano migliori nella rotazione mentale e nella percezione spaziale, mentre le donne compiono prestazioni migliori nella memoria e nella fluenza verbale, così come nella velocità di articolazione (Linn et Petersen, 1985; Kimura, 2000).
Il substrato cerebrale di queste differenze cognitive legate al sesso non è tuttavia ancora noto (Sommer et al., 2004). È stato ipotizzato che le funzioni linguistiche siano rappresentate a livello cerebrale più bilateralmente nelle donne rispetto agli uomini (McGlone, 1980; Dorion et al., 2000; Gur et al., 2000). In tal senso le donne userebbero entrambi gli emisferi in compiti linguistici, mentre gli uomini userebbero solo l’emisfero dominante. Questa teoria non ha però ancora ottenuto valide conferme. Altre ipotesi prevedono differenze sessuali nell’asimmetria del plaunum temporale (Wada et al., 1975; Bilder et al., 1994; Kulynych et al., 1994; Foundas et al., 2002), nella struttura del corpo calloso (DeLacoste-Utamsing et Holloway, 1982; Driesen et Raz, 1995; Allen et Gorski, 1991) e di altre aree cerebrali (Good et al., 2001a; Chen et al., 2007). Anche in questo caso però i risultati degli studi sembrano inconsistenti.
L’esistenza di differenze di genere per quanto riguarda l’incidenza, la gravità e il tipo di afasia sono state prese in considerazione solo a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, periodo nel quale sono stati pubblicati molti articoli che non sono però giunti a conclusioni concordi.
Dai risultati del nostro studio risulta che il sesso è correlato col quadro clinico iniziale e finale dell’afasia, ma non con la quantità di recupero indotta dalla riabilitazione, che produce in entrambi i sessi un significativo miglioramento clinico. Le differenze di genere che si individuano ad una prima valutazione, in particolar modo nella denominazione e nella ripetizione di parole, sembrano mantenersi tali al raggiungimento della stabilità clinica, indipendentemente dalla riabilitazione, e ciò sembra suggerire un generale vantaggio delle donne nei compiti linguistici sin dall’esordio dei sintomi.
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