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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01302023-183219


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CHIANCA, MICHELA
URN
etd-01302023-183219
Titolo
Cardiotossicità da trastuzumab in pazienti con eteroplasia mammaria HER2+: un approccio traslazionale
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Emdin, Michele
correlatore Fabiani, Iacopo
Parole chiave
  • murine model
  • biomarcatori cardiaci
  • HER2
  • cardiac biomarkers
  • cardiotoxicity
  • modello murino
  • trastuzumab
  • cardiotossicità
Data inizio appello
14/02/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/02/2093
Riassunto
Il cancro alla mammella è un’entità epidemiologica di rilievo, essendo il tumore più diagnosticato tra le donne e la seconda causa di mortalità per cancro. Circa il 15-20% delle eteroplasie mammarie è positivo per l’amplificazione del gene del recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano (HER2). Nonostante le terapie a bersaglio molecolare dirette contro HER2 abbiano rappresentato una rivoluzione nel trattamento di questa neoplasia, queste rimangono gravate dal possibile sviluppo di cardiotossicità, che si manifesta principalmente come comparsa e progressione di disfunzione ventricolare sinistra. In questo studio prospettico osservazionale traslazionale, nel braccio clinico, è stato valutato l’impatto cardiovascolare della somministrazione sequenziale di antracicline e Trastuzumab, la principale terapia a bersaglio molecolare dirette contro HER2, in una popolazione di 25 donne a rischio intermedio di cardiotossicità affette da carcinoma mammario HER2+; il protocollo di studio ha previsto la misurazione dei biomarcatori cardiaci (troponina cardiaca [cTn] I e T, Il peptide natriuretico cerebrale [BNP] e il frammento inattivo amino-terminale del propeptide natriuretico di tipo B [NT-pro-BNP]) e dei principali parametri ecocardiografici standard, inclusi quelli derivanti dall’utilizzo dell’ecocardiografia 2D-speckle tracking (2D-STE). Il monitoraggio delle pazienti, che si è articolato in cinque tempi (tempo-t zero, mese 1, mese 3, mese 6 e mese 12), ha evidenziato rialzo della troponina oltre il 99°percentile nel 64% dei pazienti, prevalentemente al mese 3, accompagnato da una concorde lieve riduzione dello strain globale longitudinale (GLS). Come da raccomandazioni, è stata introdotta e titolata terapia cardioattiva (Ace inibitore/sartano e/o beta-bloccante) in presenza di rileivo di alterazione silente. La normalizzazione del biomarcatore è avvenuta entro il mese 6 per tutte le pazienti con rialzo del biomarcatore. Non è stata riscontrato alcun evento cardiovascolare rilevante e in nessuna delle pazienti si è resa necessaria l’interruzione del trattamento oncologico.
Nel braccio preclinico è stato valutato l’effetto della somministrazione di trastuzumab in un gruppo di topi wild type (WT), affiancato da un gruppo di controllo a cui è stata somministrata salina. I topi sono stati sottoposti a valutazione elettrocardiografica ed ecocardiografica e una parte di essa è stata sacrificata per condurre l’analisi istologica del tessuto miocardico. I dati preliminari hanno mostrato un aumento del QTc e JTc nei topi trattati con trastuzumab; la volumetria e diametria ventricolare non hanno subito variazioni significative, così come l’analisi istologica, che non ha mostrato significative alterazioni morfologiche e strutturali dei miocardiociti.
Nel nostro studio la somministrazione del trastuzumab non ha determinato l’insorgenza di eventi cardiovascolari rilevanti; mostrando un alto profilo di tollerabilità e sicurezza CV. Più della metà delle pazienti, come testimoniato dal rialzo della troponina e dalla concorde deflessione del GLS, ha sviluppato cardiotossicità sub clinica. Il rialzo del biomarcatore, avvenuto al mese 3, è da imputare ai primi quattro cicli di antracicline precendenti alla somministrazione del trastuzumab, così come il calo del GLS. La successiva somministrazione del trastuzumab non ha portato a un significativo aggravamento della cardiotossicità. In uno schema di somministrazione di trastuzumab consequenziale alle antracicline la valutazione periodica dei biomarcatori cardiaci può essere una strategia di monitoraggio utile per l’instaurazione precoce di un regime terapeutico cardioprotettivo.
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