Tesi etd-01302016-180133 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
ZOLLO, LAMBERTO
URN
etd-01302016-180133
Titolo
IL VOLONTARIATO NELLA GOVERNANCE DEI SERVIZI SANITARI TOSCANI:
DALL'AGGREGAZIONE ALL'INTEGRAZIONE DI MODELLI SOCIALI, ORGANIZZATIVI ED INDIVIDUALI
Settore scientifico disciplinare
SECS-P/08
Corso di studi
ECONOMIA AZIENDALE E MANAGEMENT
Relatori
tutor Prof. Ciappei, Cristiano
Parole chiave
- business model
- equazioni strutturali
- governance
- modelli di business
- non-profit
- nonprofit
- partnership
- structural equation modeling
- volontariato
- voluntarism
Data inizio appello
24/02/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il Volontariato nella Governance dei Servizi Sanitari Toscani: Dall'Aggregazione all'Integrazione di Modelli Sociali, Organizzativi ed Individuali
Il fenomeno del Volontariato sta ricevendo progressivamente attenzione dagli studiosi di management, con particolare riferimento al ruolo che le Organizzazioni Non-profit (NPO) svolgono nella società moderna, oltre alla modalità con cui i cittadini si impegnano attivamente nel Terzo Settore al fine di far fronte ai cosiddetti ‘fallimenti’ dello Stato (government failures) e dei mercati (business failures). La letteratura di riferimento studia come la Società Civile sia in grado di fornire efficacemente i servizi socio-umanitari, rappresentando in tal modo un importante attore sociale al pari dell’Ente Pubblico, rappresentato dalle Istituzioni Governative (GOV), e del mercato, rappresentato dalle imprese ed i business commerciali (BUS).
Nella presente ricerca il fenomeno del Volontariato è concettualizzato ed analizzato empiricamente attraverso tre prospettive – macro, meso, micro – le quali corrispondono alle tre sezioni della tesi di ricerca. A tal fine, abbiamo preso in considerazione l’area geografica della Regione Toscana, che rappresenta uno standard di riferimento ed eccellenza per l’implementazione da parte delle NPO di servizi socio-sanitari, in particolare nell’ambito dell’emergenza ed urgenza (Servizio 118). Infatti, il Terzo Settore toscano ha un’antica tradizione storico-culturale sviluppatasi fin dal Medioevo – la nascita della prima associazione di Volontariato fiorentina risale al 1244 – e durante i secoli è stato in grado di contribuire in modo significativo all’evoluzione del social welfare regionale, grazie all’implementazione di servizi socio-sanitari nei confronti della propria comunità locale. Quali sono le ragioni essenziali, le caratteristiche peculiari, e le leve strategiche che permettono il successo di tale realtà filantropica regionale?
Per rispondere a tale domanda, abbiamo in primo luogo analizzato l’evoluzione storica delle interazioni istituzionali tra GOV e NPO toscane. Facendo riferimento alla letteratura di partnership ed alleanze strategiche, il focus è stato sul fenomeno delle partnership sociali cross-settoriali (CSSP – Cross-Sector Social Partnership), che si riferiscono ad alleanze strategiche tra i tre attori sociali, ossia lo Stato, le imprese for-profit ed il Terzo Settore, al fine di perseguire obiettivi sociali capaci di creare valore per la comunità di riferimento e soddisfarne le esigenze. La letteratura pertinente concettualizza tale fenomeno attraverso tre fasi, denominate ‘formazione’, ‘implementazione’, ‘risultati’. Inoltre, tali fasi sono costituite da stage i quali a loro volta sono suddivisi in micro-processi. Uno dei gap della letteratura fa riferimento agli aspetti dinamici e contingentali che influenzano l’evoluzione delle CSSP in relazione a tali fasi, stage e micro-processi. Il nostro obiettivo è stato di contribuire a tale letteratura analizzando la specifica fase di ‘implementazione’ della partnership sociale cross-settoriale tra Regione Toscana e Associazioni di Volontariato, indagando l’evoluzione dei tre stage definiti ‘selezione’, ‘design’ e ‘istituzionalizzazione’. Attraverso la metodologia della ‘critical event analysis’, abbiamo analizzato archivi storici, documenti, report, norme legislative, interviste con Presidenti e Direttori delle NPO toscane e responsabili della Regione Toscana, al fine di esaminare l’evoluzione della CSSP toscana negli ultimi 35 anni, ossia dal 1978 (creazione del Sistema Sanitario Nazionale) ai giorni d’oggi (2013-2015). Per tale livello ‘macro’ di analisi, è emerso come la partnership sociale sia stata caratterizzata dal cosiddetto ‘isomorfismo coercitivo’ il quale ha imposto alle Associazioni di Volontariato di adattarsi dinamicamente al contesto ambientale di riferimento per essere in grado di rispondere a pressioni contestuali esterne. Tali fattori hanno scaturito 5 principali criticità, ossia la legittimazione, il potere, la fiducia, l’identità, l’absorptive capacity, che sono evolute dinamicamente nel corso delle interazioni storiche tra i partner regionali.
Nella seconda sezione della tesi abbiamo utilizzato una prospettiva ‘meso’, in particolare l’analisi di uno specifico modello di business e governance che sempre più caratterizza le organizzazioni non- profit, ossia il modello ‘ibrido’. Tale modello fa riferimento alla compresenza di attività filantropiche/non-profit e commerciali/for-profit nella stessa organizzazione. Il fenomeno dell’ibridizzazione è sempre più un elemento significativo per le moderne realtà organizzative, poiché molte imprese sia for-profit che non-profit stanno sempre più convergendo verso un modello di ‘impresa sociale’, che sottolinea l’orientamento e l’attitudine imprenditoriale verso la responsabilità sociale delle strutture organizzative nei confronti di stakeholder e ambiente di riferimento. In particolare, tale fenomeno sta progressivamente caratterizzando le Associazioni di Volontariato toscane le quali devono organizzare innovativi modelli di business e governance al fine di essere autonome finanziariamente, divenendo così sempre più indipendenti dalle Istituzioni Governative e più sensibili ai bisogni di volontari e comunità locale. La letteratura ha individuato due tipologie di modelli ibridi, ossia il modello integrato e quello disintegrato, focalizzandosi in maniera marginale sulle possibili implicazioni manageriali. Al fine di contribuire a tale filone di letteratura, abbiamo effettuato un caso di studio multiplo analizzando tre NPO toscane ‘ibride’. Grazie alla coding analysis delle interviste semi-strutturate effettuate con i Presidenti e i manager delle Associazioni di Volontariato, è stato possibile individuare implicazioni manageriali significative per tali realtà organizzative. In primo luogo, abbiamo concettualizzato una terza tipologia di modello di business e governance ibrido, ossia il modello semi-intergrato; in secondo luogo, abbiamo individuato sei categorie concettuali emerse dall’analisi che influenzano la gestione di tali realtà, ossia legittimità interna, legittimità esterna, scambi e flussi monetari, struttura organizzativa, perdita di identità, limiti alla crescita organizzativa. I risultati dell’analisi sottolineano come il modello ibrido integrato sia caratterizzato da alti livelli di criticità in riferimento ai limiti alla crescita; il modello disintegrato dal rischio di perdita identitaria; infine, il modello semi-integrato da criticità concernenti la legittimità interna e limiti alla crescita.
La terza sezione della tesi fa riferimento ad una prospettiva ‘micro’, analizzando in primo luogo il concetto socio-antropologico del dono all’interno del contesto di volontariato; in secondo luogo, indagando le motivazioni psico-socio comportamentali dei volontari, oltre che le loro attitudini ed intenzioni comportamentali. In particolare, mentre il primo capitolo della sezione fa riferimento all’analisi concettuale del dono utilizzando importanti teorie antropologiche – come la Teoria del Dono di Marcel Mauss – il secondo capitolo presenta un’analisi empirica attraverso un modello ad equazioni strutturali (SEM – structural equation modeling), in grado di analizzare simultaneamente le relazioni ipotizzate tra significative variabili latenti delle attitudini, intenzioni e comportamenti dei volontari. Abbiamo utilizzato scale di questionari convalidati in letteratura e collezionato 379 questionari completati da volontari di 20 NPO toscane. Dopo l’analisi esplorativa fattoriale delle dimensioni oggetto di analisi – motivazioni (sociale, carriera, valori, conoscenza, protezione dell’io, avanzamento dell’io), atteggiamento verso l’organizzazione, religiosità, reciprocità positiva e negativa, intenzione a donare – abbiamo costruito un modello SEM e analizzato sia gli indici di significatività (modello di misurazione) sia le relazioni ed ‘influenze’ esistenti tra variabili (modello strutturale). Le principali implicazioni manageriali fanno riferimento alla capacità del management delle NPO di analizzare e conoscere i segnali relazionali emanati dai volontari, al fine di rispondere in modo appropriato ed incentivare lo sforzo di tali preziose risorse strategiche. Infatti, i volontari non rappresentano solamente il principale ‘fornitore’ di tempo, risorse, know-how e abilità per le Associazioni di Volontariato, bensì al contempo sono i beneficiari di gratificazione, soddisfazione e spirito associazionistico ottenuti dalla partecipazione all’organizzazione. In particolare, la dimensione di reciprocità insieme all’intenzione di donare sottolineano come la relazionalità sia un elemento cruciale per la gestione delle NPO, che presuppone una profonda conoscenza dei tratti psicologici dei volontari, oltre alle loro attitudini ed intenzioni comportamentali. Tali fattori sono importanti per rendere le Associazioni di Volontariato il veicolo sociale efficace in grado di rispondere ai bisogni della comunità locale e cercare di risolvere i ‘fallimenti’ dello Stato e dei mercati, grazie in modo particolare alle loro risorse più importanti, ossia i volontari.
Voluntarism in the Governance of Tuscan Socio-health services: From the Aggregation to the Integration of Social, Organizational, and Individual Models
The phenomenon of voluntarism is increasingly achieving attention by management scholars, specifically focusing on the role of Non-profit Organizations (NPOs) in modern society and the way citizens actively commit themselves in the Third Sector in order to cope with government and business failures. Pertinent literature questions how the organized Civil Society successfully provides human service delivery, thus traditionally representing an important societal actor along with both the Public Entity, represented at a local level by Governmental Institutions (GOV), and the market, represented by enterprises and for-profit business (BUS).
In the present thesis, such a phenomenon has been conceptually and empirically analyzed following three perspectives, namely a ‘macro’, ‘meso’, and ‘micro’ perspective, which correspond to the three sections of the research. To this purpose, we chose an emblematic geographical area, the Region of Tuscany, which represents a paradigmatic excellence and national benchmark for the provision of emergency-urgency socio-health services. Actually, the Tuscan Third Sector has a historical and long-lasting tradition that started in the medieval period, precisely 1244 in Florence, and during the Centuries has significantly contributed to the evolution of regional welfare, especially by providing socio-health services to its own local community. What are the essential reasons, peculiar characteristics, and strategic levers that allow such a regional successful philanthropic reality?
To answer this question, we firstly analyzed the historical evolution of the institutional interactions between regional GOV and Tuscan NPOs. Drawing on partnership and strategic alliances literature, we focused on the notion of cross-sector social partnership (CSSP), which refers to strategic arrangements between the three societal actors, namely GOV, BUS, and NPOs, aiming at social purposes. CSSP literature conceptualizes such arrangements through a tripartite framework which is composed by three phases, namely formation, implementation, and outcome of the social partnership. Further, each phase is characterized by stages which in turn are composed by micro-processes. However, scarce attention has been given to the analysis of evolving CSSP focusing on dynamic and contingent elements influencing and affecting such arrangements. We attempted to contribute to this stream of literature by choosing the implementation stage of the CSSP between Tuscan GOV and NPOs, and its three stages, namely selection, design, and institutionalization. By using critical event analysis, we examined historical archives, documents, reports, legislative frameworks, interviews with NPOs Presidents and Directors and GOV representatives, in order to assess the evolution of the Tuscan CSSP in the last 35 years, particularly from 1978 (the creation of the Italian NHS) to the present period (years 2013-2015). At this first ‘macro’ level of analysis, it emerged how the examined Tuscan CSSP has been characterized by an institutional ‘coercive isomorphism’ which imposed NPOs to adaptively respond to external pressures. These environmental factors resulted in five main CSSP internal outputs, namely legitimacy, power, trust, identity, and absorptive capacity, which dynamically evolve throughout the historical interactions between partners.
In the second section of the thesis we used a ‘meso’ perspective, particularly the analysis of a specific business and governance model which is increasingly characterizing NPOs realities, the hybrid model. Such a model refers to the implementation of both for-profit and non-profit activities within a single organization. Hybridization is actually an important element in modern organizations, mainly because many for-profit enterprises and traditional NPOs are converging toward the so-called ‘social enterprise’ model, which stresses the socially responsible entrepreneurial mindset of modern management and organizational structures. Such a phenomenon is progressively characterizing Tuscan NPOs, which have to arrange innovative forms of business model in order to be financially autonomous and thus becoming, on the one hand, more independent of regional GOV and, on the other hand, more trustworthy toward its own volunteers and local community. Pertinent literature has individuated two types of hybrid business and governance models, namely the integrated and disintegrated ones, although few attempts have provided managerial implications for such hybrid arrangements. We attempted to contribute to this stream of literature by conducting a multiple case study of three Tuscan ‘hybrid’ NPOs. Specifically, the coding analysis of semi-structured interviews with NPOs Presidents and Directors resulted in significant managerial implications for these organizations. Firstly, we conceptualized a third hybrid business and governance model, the semi- integrated one; second, we individuated six conceptual categories affecting the hybridization phenomenon – internal legitimacy, external legitimacy, monetary exchange and flows, organizational structure, loss of identity, growth constraints. Interestingly, the integrated model resulted affected by high critical levels of growth constraints; the disintegrated model by risk of loss of identity; and, finally, the semi-integrated model by internal legitimacy and growth constraints.
The third and final section of the thesis builds on a ‘micro’ perspective by firstly analyzing the socio- anthropological concept of the gift and donation in the voluntary context, and secondly investigating volunteers’ motivations, attitudes, and behavioral intention to donate in order to deepen how these essential strategic resources of NPOs behave. While the first part of the section is a conceptual analysis of the notion of gift-giving building on anthropological theories (e.g. The Theory of the Gift by Marcel Mauss), the second part presents an empirical analysis using a structural equation model (SEM), which allowed to simultaneously assess the hypothesized relationships between important latent dimensions of volunteers’ behavior, intention to donate, and attitude toward the NPO. Particularly, we used validated psychological and managerial scales and collected 379 questionnaires completed by Tuscan volunteers of 20 NPOs. After an exploratory factor analysis of the analyzed latent dimensions – volunteers’ motivations (social, career, values, understanding, ego protection, ego enhancement), attitude toward charities, religiosity, positive and negative reciprocity, intention to donate – we implemented SEM procedure and evaluate both the ‘measurement’ model (fit indices) and the ‘structural’ model (hypothesized relationships) of the proposed constructs. Main managerial implications refer to the importance for NPO board to assess and understand volunteers’ relational signals, in order to appropriately respond to and incentive such crucial strategic resources of the organization. Actually, volunteers represent not only the main ‘provider’ of time, resources, know- how, and ability for NPOs, but also and at the same time the main ‘beneficiary’ of gratification and satisfaction derived from being part of a committed philanthropic association. Particularly, the reciprocal dimension of volunteers’ behavior, along with their intention to donate, stress how the relational element is important in the management of such realities, which presupposes a deep understanding of individual psychological traits, attitudes, and behavioral intention. Such elements make NPOs the effective and successful societal vehicles able to respond to community needs and to cope with government and market ‘failures’, thanks to their most precious resources, the volunteers.
Il fenomeno del Volontariato sta ricevendo progressivamente attenzione dagli studiosi di management, con particolare riferimento al ruolo che le Organizzazioni Non-profit (NPO) svolgono nella società moderna, oltre alla modalità con cui i cittadini si impegnano attivamente nel Terzo Settore al fine di far fronte ai cosiddetti ‘fallimenti’ dello Stato (government failures) e dei mercati (business failures). La letteratura di riferimento studia come la Società Civile sia in grado di fornire efficacemente i servizi socio-umanitari, rappresentando in tal modo un importante attore sociale al pari dell’Ente Pubblico, rappresentato dalle Istituzioni Governative (GOV), e del mercato, rappresentato dalle imprese ed i business commerciali (BUS).
Nella presente ricerca il fenomeno del Volontariato è concettualizzato ed analizzato empiricamente attraverso tre prospettive – macro, meso, micro – le quali corrispondono alle tre sezioni della tesi di ricerca. A tal fine, abbiamo preso in considerazione l’area geografica della Regione Toscana, che rappresenta uno standard di riferimento ed eccellenza per l’implementazione da parte delle NPO di servizi socio-sanitari, in particolare nell’ambito dell’emergenza ed urgenza (Servizio 118). Infatti, il Terzo Settore toscano ha un’antica tradizione storico-culturale sviluppatasi fin dal Medioevo – la nascita della prima associazione di Volontariato fiorentina risale al 1244 – e durante i secoli è stato in grado di contribuire in modo significativo all’evoluzione del social welfare regionale, grazie all’implementazione di servizi socio-sanitari nei confronti della propria comunità locale. Quali sono le ragioni essenziali, le caratteristiche peculiari, e le leve strategiche che permettono il successo di tale realtà filantropica regionale?
Per rispondere a tale domanda, abbiamo in primo luogo analizzato l’evoluzione storica delle interazioni istituzionali tra GOV e NPO toscane. Facendo riferimento alla letteratura di partnership ed alleanze strategiche, il focus è stato sul fenomeno delle partnership sociali cross-settoriali (CSSP – Cross-Sector Social Partnership), che si riferiscono ad alleanze strategiche tra i tre attori sociali, ossia lo Stato, le imprese for-profit ed il Terzo Settore, al fine di perseguire obiettivi sociali capaci di creare valore per la comunità di riferimento e soddisfarne le esigenze. La letteratura pertinente concettualizza tale fenomeno attraverso tre fasi, denominate ‘formazione’, ‘implementazione’, ‘risultati’. Inoltre, tali fasi sono costituite da stage i quali a loro volta sono suddivisi in micro-processi. Uno dei gap della letteratura fa riferimento agli aspetti dinamici e contingentali che influenzano l’evoluzione delle CSSP in relazione a tali fasi, stage e micro-processi. Il nostro obiettivo è stato di contribuire a tale letteratura analizzando la specifica fase di ‘implementazione’ della partnership sociale cross-settoriale tra Regione Toscana e Associazioni di Volontariato, indagando l’evoluzione dei tre stage definiti ‘selezione’, ‘design’ e ‘istituzionalizzazione’. Attraverso la metodologia della ‘critical event analysis’, abbiamo analizzato archivi storici, documenti, report, norme legislative, interviste con Presidenti e Direttori delle NPO toscane e responsabili della Regione Toscana, al fine di esaminare l’evoluzione della CSSP toscana negli ultimi 35 anni, ossia dal 1978 (creazione del Sistema Sanitario Nazionale) ai giorni d’oggi (2013-2015). Per tale livello ‘macro’ di analisi, è emerso come la partnership sociale sia stata caratterizzata dal cosiddetto ‘isomorfismo coercitivo’ il quale ha imposto alle Associazioni di Volontariato di adattarsi dinamicamente al contesto ambientale di riferimento per essere in grado di rispondere a pressioni contestuali esterne. Tali fattori hanno scaturito 5 principali criticità, ossia la legittimazione, il potere, la fiducia, l’identità, l’absorptive capacity, che sono evolute dinamicamente nel corso delle interazioni storiche tra i partner regionali.
Nella seconda sezione della tesi abbiamo utilizzato una prospettiva ‘meso’, in particolare l’analisi di uno specifico modello di business e governance che sempre più caratterizza le organizzazioni non- profit, ossia il modello ‘ibrido’. Tale modello fa riferimento alla compresenza di attività filantropiche/non-profit e commerciali/for-profit nella stessa organizzazione. Il fenomeno dell’ibridizzazione è sempre più un elemento significativo per le moderne realtà organizzative, poiché molte imprese sia for-profit che non-profit stanno sempre più convergendo verso un modello di ‘impresa sociale’, che sottolinea l’orientamento e l’attitudine imprenditoriale verso la responsabilità sociale delle strutture organizzative nei confronti di stakeholder e ambiente di riferimento. In particolare, tale fenomeno sta progressivamente caratterizzando le Associazioni di Volontariato toscane le quali devono organizzare innovativi modelli di business e governance al fine di essere autonome finanziariamente, divenendo così sempre più indipendenti dalle Istituzioni Governative e più sensibili ai bisogni di volontari e comunità locale. La letteratura ha individuato due tipologie di modelli ibridi, ossia il modello integrato e quello disintegrato, focalizzandosi in maniera marginale sulle possibili implicazioni manageriali. Al fine di contribuire a tale filone di letteratura, abbiamo effettuato un caso di studio multiplo analizzando tre NPO toscane ‘ibride’. Grazie alla coding analysis delle interviste semi-strutturate effettuate con i Presidenti e i manager delle Associazioni di Volontariato, è stato possibile individuare implicazioni manageriali significative per tali realtà organizzative. In primo luogo, abbiamo concettualizzato una terza tipologia di modello di business e governance ibrido, ossia il modello semi-intergrato; in secondo luogo, abbiamo individuato sei categorie concettuali emerse dall’analisi che influenzano la gestione di tali realtà, ossia legittimità interna, legittimità esterna, scambi e flussi monetari, struttura organizzativa, perdita di identità, limiti alla crescita organizzativa. I risultati dell’analisi sottolineano come il modello ibrido integrato sia caratterizzato da alti livelli di criticità in riferimento ai limiti alla crescita; il modello disintegrato dal rischio di perdita identitaria; infine, il modello semi-integrato da criticità concernenti la legittimità interna e limiti alla crescita.
La terza sezione della tesi fa riferimento ad una prospettiva ‘micro’, analizzando in primo luogo il concetto socio-antropologico del dono all’interno del contesto di volontariato; in secondo luogo, indagando le motivazioni psico-socio comportamentali dei volontari, oltre che le loro attitudini ed intenzioni comportamentali. In particolare, mentre il primo capitolo della sezione fa riferimento all’analisi concettuale del dono utilizzando importanti teorie antropologiche – come la Teoria del Dono di Marcel Mauss – il secondo capitolo presenta un’analisi empirica attraverso un modello ad equazioni strutturali (SEM – structural equation modeling), in grado di analizzare simultaneamente le relazioni ipotizzate tra significative variabili latenti delle attitudini, intenzioni e comportamenti dei volontari. Abbiamo utilizzato scale di questionari convalidati in letteratura e collezionato 379 questionari completati da volontari di 20 NPO toscane. Dopo l’analisi esplorativa fattoriale delle dimensioni oggetto di analisi – motivazioni (sociale, carriera, valori, conoscenza, protezione dell’io, avanzamento dell’io), atteggiamento verso l’organizzazione, religiosità, reciprocità positiva e negativa, intenzione a donare – abbiamo costruito un modello SEM e analizzato sia gli indici di significatività (modello di misurazione) sia le relazioni ed ‘influenze’ esistenti tra variabili (modello strutturale). Le principali implicazioni manageriali fanno riferimento alla capacità del management delle NPO di analizzare e conoscere i segnali relazionali emanati dai volontari, al fine di rispondere in modo appropriato ed incentivare lo sforzo di tali preziose risorse strategiche. Infatti, i volontari non rappresentano solamente il principale ‘fornitore’ di tempo, risorse, know-how e abilità per le Associazioni di Volontariato, bensì al contempo sono i beneficiari di gratificazione, soddisfazione e spirito associazionistico ottenuti dalla partecipazione all’organizzazione. In particolare, la dimensione di reciprocità insieme all’intenzione di donare sottolineano come la relazionalità sia un elemento cruciale per la gestione delle NPO, che presuppone una profonda conoscenza dei tratti psicologici dei volontari, oltre alle loro attitudini ed intenzioni comportamentali. Tali fattori sono importanti per rendere le Associazioni di Volontariato il veicolo sociale efficace in grado di rispondere ai bisogni della comunità locale e cercare di risolvere i ‘fallimenti’ dello Stato e dei mercati, grazie in modo particolare alle loro risorse più importanti, ossia i volontari.
Voluntarism in the Governance of Tuscan Socio-health services: From the Aggregation to the Integration of Social, Organizational, and Individual Models
The phenomenon of voluntarism is increasingly achieving attention by management scholars, specifically focusing on the role of Non-profit Organizations (NPOs) in modern society and the way citizens actively commit themselves in the Third Sector in order to cope with government and business failures. Pertinent literature questions how the organized Civil Society successfully provides human service delivery, thus traditionally representing an important societal actor along with both the Public Entity, represented at a local level by Governmental Institutions (GOV), and the market, represented by enterprises and for-profit business (BUS).
In the present thesis, such a phenomenon has been conceptually and empirically analyzed following three perspectives, namely a ‘macro’, ‘meso’, and ‘micro’ perspective, which correspond to the three sections of the research. To this purpose, we chose an emblematic geographical area, the Region of Tuscany, which represents a paradigmatic excellence and national benchmark for the provision of emergency-urgency socio-health services. Actually, the Tuscan Third Sector has a historical and long-lasting tradition that started in the medieval period, precisely 1244 in Florence, and during the Centuries has significantly contributed to the evolution of regional welfare, especially by providing socio-health services to its own local community. What are the essential reasons, peculiar characteristics, and strategic levers that allow such a regional successful philanthropic reality?
To answer this question, we firstly analyzed the historical evolution of the institutional interactions between regional GOV and Tuscan NPOs. Drawing on partnership and strategic alliances literature, we focused on the notion of cross-sector social partnership (CSSP), which refers to strategic arrangements between the three societal actors, namely GOV, BUS, and NPOs, aiming at social purposes. CSSP literature conceptualizes such arrangements through a tripartite framework which is composed by three phases, namely formation, implementation, and outcome of the social partnership. Further, each phase is characterized by stages which in turn are composed by micro-processes. However, scarce attention has been given to the analysis of evolving CSSP focusing on dynamic and contingent elements influencing and affecting such arrangements. We attempted to contribute to this stream of literature by choosing the implementation stage of the CSSP between Tuscan GOV and NPOs, and its three stages, namely selection, design, and institutionalization. By using critical event analysis, we examined historical archives, documents, reports, legislative frameworks, interviews with NPOs Presidents and Directors and GOV representatives, in order to assess the evolution of the Tuscan CSSP in the last 35 years, particularly from 1978 (the creation of the Italian NHS) to the present period (years 2013-2015). At this first ‘macro’ level of analysis, it emerged how the examined Tuscan CSSP has been characterized by an institutional ‘coercive isomorphism’ which imposed NPOs to adaptively respond to external pressures. These environmental factors resulted in five main CSSP internal outputs, namely legitimacy, power, trust, identity, and absorptive capacity, which dynamically evolve throughout the historical interactions between partners.
In the second section of the thesis we used a ‘meso’ perspective, particularly the analysis of a specific business and governance model which is increasingly characterizing NPOs realities, the hybrid model. Such a model refers to the implementation of both for-profit and non-profit activities within a single organization. Hybridization is actually an important element in modern organizations, mainly because many for-profit enterprises and traditional NPOs are converging toward the so-called ‘social enterprise’ model, which stresses the socially responsible entrepreneurial mindset of modern management and organizational structures. Such a phenomenon is progressively characterizing Tuscan NPOs, which have to arrange innovative forms of business model in order to be financially autonomous and thus becoming, on the one hand, more independent of regional GOV and, on the other hand, more trustworthy toward its own volunteers and local community. Pertinent literature has individuated two types of hybrid business and governance models, namely the integrated and disintegrated ones, although few attempts have provided managerial implications for such hybrid arrangements. We attempted to contribute to this stream of literature by conducting a multiple case study of three Tuscan ‘hybrid’ NPOs. Specifically, the coding analysis of semi-structured interviews with NPOs Presidents and Directors resulted in significant managerial implications for these organizations. Firstly, we conceptualized a third hybrid business and governance model, the semi- integrated one; second, we individuated six conceptual categories affecting the hybridization phenomenon – internal legitimacy, external legitimacy, monetary exchange and flows, organizational structure, loss of identity, growth constraints. Interestingly, the integrated model resulted affected by high critical levels of growth constraints; the disintegrated model by risk of loss of identity; and, finally, the semi-integrated model by internal legitimacy and growth constraints.
The third and final section of the thesis builds on a ‘micro’ perspective by firstly analyzing the socio- anthropological concept of the gift and donation in the voluntary context, and secondly investigating volunteers’ motivations, attitudes, and behavioral intention to donate in order to deepen how these essential strategic resources of NPOs behave. While the first part of the section is a conceptual analysis of the notion of gift-giving building on anthropological theories (e.g. The Theory of the Gift by Marcel Mauss), the second part presents an empirical analysis using a structural equation model (SEM), which allowed to simultaneously assess the hypothesized relationships between important latent dimensions of volunteers’ behavior, intention to donate, and attitude toward the NPO. Particularly, we used validated psychological and managerial scales and collected 379 questionnaires completed by Tuscan volunteers of 20 NPOs. After an exploratory factor analysis of the analyzed latent dimensions – volunteers’ motivations (social, career, values, understanding, ego protection, ego enhancement), attitude toward charities, religiosity, positive and negative reciprocity, intention to donate – we implemented SEM procedure and evaluate both the ‘measurement’ model (fit indices) and the ‘structural’ model (hypothesized relationships) of the proposed constructs. Main managerial implications refer to the importance for NPO board to assess and understand volunteers’ relational signals, in order to appropriately respond to and incentive such crucial strategic resources of the organization. Actually, volunteers represent not only the main ‘provider’ of time, resources, know- how, and ability for NPOs, but also and at the same time the main ‘beneficiary’ of gratification and satisfaction derived from being part of a committed philanthropic association. Particularly, the reciprocal dimension of volunteers’ behavior, along with their intention to donate, stress how the relational element is important in the management of such realities, which presupposes a deep understanding of individual psychological traits, attitudes, and behavioral intention. Such elements make NPOs the effective and successful societal vehicles able to respond to community needs and to cope with government and market ‘failures’, thanks to their most precious resources, the volunteers.
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