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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01292017-190346


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BONOMO, GIUSEPPE
URN
etd-01292017-190346
Titolo
Gli strumenti finanziari derivati nella gestione del debito pubblico italiano
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof. Vannucci, Emanuele
Parole chiave
  • Rischio di rifinanziamento
  • Rischio di tasso di interesse
  • Rischio di controparte
  • Interest rate swap (IRS)
  • Risk management
  • Mark-to-market (MTM)
  • Debito pubblico
  • Strumenti finanziari derivati
  • Clausole di estinzione anticipata
  • Cross currency swap (CCS)
  • Swaption
Data inizio appello
20/02/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
In media 4,7 miliardi l’anno, per un totale di oltre 23 miliardi di euro dal 2011 al 2015. A tanto ammonta la perdita subita dallo Stato italiano a causa dei contratti derivati stipulati dal Tesoro. Inoltre, ancora più consistente è la perdita potenziale: oltre 37 miliardi di euro, che andrebbero pagati alle grandi banche d’affari internazionali. Come infatti è stato già fatto, a cavallo tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, alla banca americana Morgan Stanley, a cui il Tesoro italiano dovette pagare circa 3,1 miliardi di euro per chiudere anticipatamente alcune posizioni in essere. Il solo sospetto che lo Stato abbia potuto scommettere con i soldi dei cittadini ha infiammato l’opinione pubblica, ma i contratti effettivamente sottoscritti dal Tesoro non sono mai stati resi di pubblico dominio, per cui sul tema non c’è ancora piena trasparenza.
Il presente lavoro, dopo aver inquadrato l’utilizzo dei derivati nell’ambito più generale della gestione del debito pubblico, ripercorre le tappe fondamentali dell’operatività in derivati del Tesoro italiano. Lo scopo è quello di evidenziare le diverse scelte che hanno portato ad aumentare in maniera sempre più massiccia il numero di contratti stipulati e i diversi obiettivi perseguiti nel tempo grazie a questi strumenti, fino ad arrivare all’attuale composizione del portafoglio e agli effetti che, negli ultimi anni, si sono avuti sugli indicatori di rischio e sul debito.
Alcuni interest rate swap (IRS), utilizzati per allungare la duration del debito pubblico, sono i derivati che, al 31 dicembre 2015, presentavano il mark-to-market (MTM) negativo più marcato. Si è pertanto deciso di concludere il lavoro effettuando una stima di quella che potrebbe essere l’evoluzione del loro MTM fino alla scadenza del portafoglio, sulla base della simulazione dell’andamento futuro dei tassi di interesse in diversi scenari. In tal modo, è stato possibile quantificare le somme che, negli anni a venire, lo Stato italiano potrebbe ancora dover pagare alle proprie controparti in strumenti derivati.

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