Thesis etd-01282023-161606 |
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Thesis type
Tesi di laurea magistrale
Author
BERNIERI, ANDREA
URN
etd-01282023-161606
Thesis title
Analisi dell’interrimento del parco dighe Enel Green Power, costi previsti e margini di efficientamento in ottica di economia circolare
Department
ECONOMIA E MANAGEMENT
Course of study
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Supervisors
relatore Dott.ssa Talarico, Lucia
Keywords
- economica circolare
- interrimento
- rimozione di sedimenti
- sostenibilità
Graduation session start date
27/02/2023
Availability
Withheld
Release date
27/02/2093
Summary
Tutti i fiumi trasportano naturalmente sedimenti a causa dell’erosione del suolo. L’acqua del fiume, con la sua forza erosiva, scava il terreno e le rocce lungo il suo percorso, trasportando sabbia, ghiaia e limo verso la costa. Tuttavia, quando la velocità e l'energia dell'acqua si riducono nel momento in cui il fiume entra in un bacino idrico, la maggior parte di questi sedimenti si depositano lungo il fondo dell'invaso piuttosto che continuare il loro percorso verso il mare.
Le dighe interrompono la continuità del trasporto di sedimenti attraverso i sistemi fluviali, provocandone l'accumulo all'interno del bacino e privando quindi i tratti a valle di elementi essenziali per sostenere l'ecosistema fluviale e la biodiversità, alterando le condizioni di habitat e di nutrimento per le specie acquatiche.
Uno degli impatti più evidenti dell’interrimento del bacino è la perdita della capacità di stoccaggio di acqua: man mano che il volume di invaso viene perso, anche gli usi benefici che dipendono dalla conservazione, come l'approvvigionamento idrico, la produzione di energia idroelettrica e il controllo delle inondazioni diminuiscono.
È fondamentale quindi gestire questo problema prendere in considerazione l'impatto di un eccessivo interrimento dei bacini sulle prestazioni della diga e sull'ambiente circostante.
Una prima analisi affrontata in questa tesi si propone di analizzare lo stato attuale del livello di interrimento dei bacini in concessione a Enel Green Power: il parco dighe di Enel Green Power rappresenta un'importante risorsa per la produzione di energia idroelettrica e un eccessivo accumulo di sedimenti può causare problemi strutturali e ridurre l'efficienza degli impianti con un conseguente aumento dei costi per la manutenzione, oltre ad avere un impatto negativo sull'ecosistema del bacino.
Una seconda analisi invece esplora alcune opzioni per gestire l'accumulo di sedimenti: viene valutato, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo, l'utilizzo delle tradizionali tecniche utilizzate per la rimozione dei sedimenti (fluitazione, asportazione meccanica, dragaggio idraulico) e due tecnologie più innovative: la de-sedimentazione in continuo e la tecnologia LimpidH2O proposta dalla società Decomar.
Di queste tecniche vengono messi a confronto i principali impatti, in termini di costi e benefici, nel perseguire l’attività di rimozione dei sedimenti.
Inoltre, ogni metodologia viene valutata sotto un profilo qualitativo per non tralasciare effetti sull’ambiente e sulla comunità che necessitano di essere considerati.
In generale l'obiettivo è quello di determinare la migliore tecnica, tra quelle esaminate, capace di garantire la sostenibilità del parco dighe nel lungo periodo, proteggendo sia l'ambiente che gli investimenti effettuati, in modo da assicurare la continuità della produzione di energia idroelettrica.
Viene preso come riferimento per l'analisi il bacino idrico di Pontecosi, in provincia di Lucca, ad utilizzo idroelettrico in concessione a Enel Green Power.
Sono esaminati due scenari: il primo riguardante la completa rimozione dei sedimenti da tale bacino, il secondo scenario prevede invece l’asportazione di una quantità limitata, pari al tasso di interrimento medio annuo, in previsione di effettuare investimenti minori ma più frequenti per il mantenimento e il graduale ripristino dell’efficienza del bacino stesso.
Una corretta gestione dei sedimenti all’interno del bacino è di vitale importanza per preservare la capacità di stoccaggio di acqua dell’invaso e ridurre al minimo i costi di manutenzione a lungo termine.
Un passo necessario per riuscire nell’intento è il ripensamento del materiale dragato da "rifiuto inutilizzabile" a "risorsa preziosa e riutilizzabile". Ad oggi la maggior parte dei sedimenti che vengono rimossi sono collocati in costosissime discariche: in circostanze in cui non esiste un mercato per i sedimenti riciclati, o in cui il riutilizzo o il riciclaggio non è favorito, lo smaltimento su larga scala rappresenta l'unica opzione praticabile.
In ottica di economia circolare viene considerato il recupero dei sedimenti: quelli non contaminati, a seconda delle loro caratteristiche, possono essere utilizzati direttamente per il ripascimento costiero, reinterri, in edilizia nella produzione di mattoni o in agricoltura.
È rilevante quindi, riconoscendo il valore del sedimento come risorsa, considerare l’opportunità di un loro riutilizzo: il recupero di materiale che può soddisfare altre esigenze e non essere un mero rifiuto da gestire deve diventare una procedura abituale e non l’eccezione.
Le dighe interrompono la continuità del trasporto di sedimenti attraverso i sistemi fluviali, provocandone l'accumulo all'interno del bacino e privando quindi i tratti a valle di elementi essenziali per sostenere l'ecosistema fluviale e la biodiversità, alterando le condizioni di habitat e di nutrimento per le specie acquatiche.
Uno degli impatti più evidenti dell’interrimento del bacino è la perdita della capacità di stoccaggio di acqua: man mano che il volume di invaso viene perso, anche gli usi benefici che dipendono dalla conservazione, come l'approvvigionamento idrico, la produzione di energia idroelettrica e il controllo delle inondazioni diminuiscono.
È fondamentale quindi gestire questo problema prendere in considerazione l'impatto di un eccessivo interrimento dei bacini sulle prestazioni della diga e sull'ambiente circostante.
Una prima analisi affrontata in questa tesi si propone di analizzare lo stato attuale del livello di interrimento dei bacini in concessione a Enel Green Power: il parco dighe di Enel Green Power rappresenta un'importante risorsa per la produzione di energia idroelettrica e un eccessivo accumulo di sedimenti può causare problemi strutturali e ridurre l'efficienza degli impianti con un conseguente aumento dei costi per la manutenzione, oltre ad avere un impatto negativo sull'ecosistema del bacino.
Una seconda analisi invece esplora alcune opzioni per gestire l'accumulo di sedimenti: viene valutato, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo, l'utilizzo delle tradizionali tecniche utilizzate per la rimozione dei sedimenti (fluitazione, asportazione meccanica, dragaggio idraulico) e due tecnologie più innovative: la de-sedimentazione in continuo e la tecnologia LimpidH2O proposta dalla società Decomar.
Di queste tecniche vengono messi a confronto i principali impatti, in termini di costi e benefici, nel perseguire l’attività di rimozione dei sedimenti.
Inoltre, ogni metodologia viene valutata sotto un profilo qualitativo per non tralasciare effetti sull’ambiente e sulla comunità che necessitano di essere considerati.
In generale l'obiettivo è quello di determinare la migliore tecnica, tra quelle esaminate, capace di garantire la sostenibilità del parco dighe nel lungo periodo, proteggendo sia l'ambiente che gli investimenti effettuati, in modo da assicurare la continuità della produzione di energia idroelettrica.
Viene preso come riferimento per l'analisi il bacino idrico di Pontecosi, in provincia di Lucca, ad utilizzo idroelettrico in concessione a Enel Green Power.
Sono esaminati due scenari: il primo riguardante la completa rimozione dei sedimenti da tale bacino, il secondo scenario prevede invece l’asportazione di una quantità limitata, pari al tasso di interrimento medio annuo, in previsione di effettuare investimenti minori ma più frequenti per il mantenimento e il graduale ripristino dell’efficienza del bacino stesso.
Una corretta gestione dei sedimenti all’interno del bacino è di vitale importanza per preservare la capacità di stoccaggio di acqua dell’invaso e ridurre al minimo i costi di manutenzione a lungo termine.
Un passo necessario per riuscire nell’intento è il ripensamento del materiale dragato da "rifiuto inutilizzabile" a "risorsa preziosa e riutilizzabile". Ad oggi la maggior parte dei sedimenti che vengono rimossi sono collocati in costosissime discariche: in circostanze in cui non esiste un mercato per i sedimenti riciclati, o in cui il riutilizzo o il riciclaggio non è favorito, lo smaltimento su larga scala rappresenta l'unica opzione praticabile.
In ottica di economia circolare viene considerato il recupero dei sedimenti: quelli non contaminati, a seconda delle loro caratteristiche, possono essere utilizzati direttamente per il ripascimento costiero, reinterri, in edilizia nella produzione di mattoni o in agricoltura.
È rilevante quindi, riconoscendo il valore del sedimento come risorsa, considerare l’opportunità di un loro riutilizzo: il recupero di materiale che può soddisfare altre esigenze e non essere un mero rifiuto da gestire deve diventare una procedura abituale e non l’eccezione.
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