Tesi etd-01282018-202119 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
STABILITO, GIUSY
URN
etd-01282018-202119
Titolo
IL DIGITAL BANKING E LA "MINACCIA" DEL FINTECH
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof.ssa Ferretti, Paola
Parole chiave
- Banche digitali
- Digital transformation.
- Digitalizzazione
- Fintech
Data inizio appello
19/02/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un profondo cambiamento del modo di “fare banca”. Gli effetti e il perdurare della crisi finanziaria hanno interessato ogni ambito economico influenzando direttamente e preliminarmente il settore del credito, quale motore del più ampio sistema economico. Il progresso tecnologico ha imposto da parte degli istituti di credito una revisione dei vecchi schemi creditizi, obsoleti e incapaci di fronteggiare un mercato sempre più rischioso, volatile e competitivo.
Una normativa sempre più stringente inerente alle politiche di credito a tutela del consumatore unitamente all’evoluzione del comportamento della domanda, ha posto maggior attenzione ai bisogni degli investitori retail comportando non solo, un’innovazione sulle tipologie e sulle personalizzazioni di prodotto, ma anche una ristrutturazione delle modalità con cui offrire i suddetti prodotti e/o servizi.
Alla base di questo progressivo e costante processo di trasformazione c’è il cliente sempre più evoluto, attento, istruito e capace di influenzare le dinamiche di mercato. Occorre quindi ridefinire le modalità di interazione tra clienti e banche retail, facendo leva su sistemi di comunicazione sempre più evoluti e capaci di sviluppare rapporti sempre più fidelizzati. Sarà dunque la banca che dovrà sempre più adattarsi alle esigenze della clientela attraverso nuovi modelli di operatività bancaria, preferendo canali alternativi a quelli tradizionali e politiche di prodotto e/o servizio sempre più specifiche per determinati target, volte ad una valutazione dei rischi per una sempre maggior tutela degli investitori. L’avvento del digitale, di Internet e delle tecnologie mobile hanno mutato le abitudini, i bisogni e i consumi dell’uomo, mettendo in crisi il sistema capitalistico, che fin dalla sua nascita aveva visto raramente cambiamenti così disruptive. Queste innovazioni hanno coinvolto pure il sistema bancario e creditizio con l’avvento della Financial Technology nella seconda metà degli anni 2000. Nuove infrastrutture, devices e assieme all’accessibilità a un’enorme mole di dati e di potere computazionale a basso costo, hanno fatto emergere nuove dinamiche d’innovazione, mettendo in discussione le logiche e le barriere stesse del potere finanziario, aprendo così scenari inediti e applicazioni illimitate. La disintermediazione e reintermediazione in atto dell’attività bancaria tradizionale da parte della finanza tecnologica sta costringendo le banche a reinventare i loro servizi, ad andare incontro alle aspettative del consumatore e ad avvicinarsi, in qualche modo, al Fintech. Banche e intermediari finanziari si troveranno sempre più a confrontarsi con grandi società internazionali specializzate nei servizi digitali; a competere con gli operatori di telecomunicazione, che godono di un’ampia base di clientela e di un’infrastruttura tecnologica all’avanguardia, come Apple e Samsung; infine, a misurarsi con le “Fintech”, le piccole e innovative startup che nascono con l’obbiettivo di portare l’innovazione nei servizi finanziari.
Una normativa sempre più stringente inerente alle politiche di credito a tutela del consumatore unitamente all’evoluzione del comportamento della domanda, ha posto maggior attenzione ai bisogni degli investitori retail comportando non solo, un’innovazione sulle tipologie e sulle personalizzazioni di prodotto, ma anche una ristrutturazione delle modalità con cui offrire i suddetti prodotti e/o servizi.
Alla base di questo progressivo e costante processo di trasformazione c’è il cliente sempre più evoluto, attento, istruito e capace di influenzare le dinamiche di mercato. Occorre quindi ridefinire le modalità di interazione tra clienti e banche retail, facendo leva su sistemi di comunicazione sempre più evoluti e capaci di sviluppare rapporti sempre più fidelizzati. Sarà dunque la banca che dovrà sempre più adattarsi alle esigenze della clientela attraverso nuovi modelli di operatività bancaria, preferendo canali alternativi a quelli tradizionali e politiche di prodotto e/o servizio sempre più specifiche per determinati target, volte ad una valutazione dei rischi per una sempre maggior tutela degli investitori. L’avvento del digitale, di Internet e delle tecnologie mobile hanno mutato le abitudini, i bisogni e i consumi dell’uomo, mettendo in crisi il sistema capitalistico, che fin dalla sua nascita aveva visto raramente cambiamenti così disruptive. Queste innovazioni hanno coinvolto pure il sistema bancario e creditizio con l’avvento della Financial Technology nella seconda metà degli anni 2000. Nuove infrastrutture, devices e assieme all’accessibilità a un’enorme mole di dati e di potere computazionale a basso costo, hanno fatto emergere nuove dinamiche d’innovazione, mettendo in discussione le logiche e le barriere stesse del potere finanziario, aprendo così scenari inediti e applicazioni illimitate. La disintermediazione e reintermediazione in atto dell’attività bancaria tradizionale da parte della finanza tecnologica sta costringendo le banche a reinventare i loro servizi, ad andare incontro alle aspettative del consumatore e ad avvicinarsi, in qualche modo, al Fintech. Banche e intermediari finanziari si troveranno sempre più a confrontarsi con grandi società internazionali specializzate nei servizi digitali; a competere con gli operatori di telecomunicazione, che godono di un’ampia base di clientela e di un’infrastruttura tecnologica all’avanguardia, come Apple e Samsung; infine, a misurarsi con le “Fintech”, le piccole e innovative startup che nascono con l’obbiettivo di portare l’innovazione nei servizi finanziari.
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