| Tesi etd-01282016-081440 | 
    Link copiato negli appunti
  
    Tipo di tesi
  
  
    Tesi di laurea magistrale
  
    Autore
  
  
    VINCENTI, GIULIA  
  
    URN
  
  
    etd-01282016-081440
  
    Titolo
  
  
    PREDIZIONE E COORDINAZIONE MOTORIA NEI BAMBINI CON DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO
  
    Dipartimento
  
  
    PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
  
    Corso di studi
  
  
    PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
  
    Relatori
  
  
    relatore Prof. Muratori, Filippo
correlatore Dott.ssa Contaldo, Annarita
correlatore Dott. Apicella, Fabio
  
correlatore Dott.ssa Contaldo, Annarita
correlatore Dott. Apicella, Fabio
    Parole chiave
  
  - controllo predittivo dell'azione
- coordinazione motoria
- disturbo dello spettro autistico
- interazione sociale
- motricità
    Data inizio appello
  
  
    19/02/2016
  
    Consultabilità
  
  
    Completa
  
    Riassunto
  
  Il Disturbo dello Spettro Autistico (Autism Spectrum Disorder - ASD) è un disturbo del neurosviluppo, caratterizzato da deficit persistenti della comunicazione e dell’interazione sociale e dalla presenza di un repertorio di comportamenti, interessi o attività stereotipati e ripetitivi (American Psychiatric Association, 2013).
Recenti evidenze suggeriscono che l’espressività clinica dell'ASD includa anche differenti difetti di organizzazione del movimento (Fournier et al., 2010) segnalando una particolare criticità a carico delle abilità di controllo anticipatorio e di pianificazione delle azioni (Baio et al., 2009; Gonzalez et al., 2013). Tali difficoltà compromettono non solo le azioni individuali ma anche le abilità motorie sociali come l’imitazione, la sincronia interazionale e la coordinazione motoria sociale che richiedono la capacità di anticipare le conseguenze percettive del proprio ed altrui movimento e l’abilità di pianificazione del movimento stesso (Marsh et al., 2013).
Questo studio sperimentale si è posto l'obiettivo di indagare, attraverso l’analisi cinematica del movimento durante un’azione di gioco condiviso, la capacità di coordinare le proprie azioni in base alle azioni e/o intenzioni dell’altro in un gruppo di bambini con ASD e in un gruppo di controllo formato da bambini con sviluppo tipico.
Il paradigma sperimentale di tale studio ha previsto tre task di complessità predittiva crescente mediante la manipolazione di due variabili indipendenti: la conoscenza a priori delle caratteristiche spaziali dell'azione (direzione nota rispetto a direzione non nota) e il tipo di contesto sociale in cui ha luogo il compito sperimentale (contesto cooperativo rispetto a contesto competitivo). Ambedue questi fattori, infatti, sono in grado di influire sulla capacità di coordinare il proprio movimento con quello dell’altro (Huber et al., 2013; Georgiou et al., 2007).
Le variabili dipendenti, oggetto di studio, sono state il tempo di reazione, la velocità e la durata del movimento, l'accuratezza e la sincronia tra i due partner nel raggiungere il target. I risultati hanno evidenziato differenze significative tra i due gruppi in tali variabili soprattutto all'aumentare della complessità del task, ossia quando i bambini non conoscono a priori le caratteristiche spaziali e temporali del movimento. Inoltre, valutando l'effetto legato alla complessità predittiva del task nei due campioni di soggetti, è stato possibile osservare che, entrambi i gruppi, seppur in maniera differente, hanno mostrato una capacità di modulare il movimento rispetto al contesto sociale dello stesso.
L’interesse per la comprensione del difetto di funzionamento motorio nell'ASD assume una rilevanza teorica alla luce del fatto che tale disfunzione potrebbe rappresentare una chiave interpretativa dei meccanismi di attribuzione dell’intenzionalità (Boria et al., 2009; Fabbri-Destro et al., 2009; Gallese et al., 2013; Iacoboni & Dapretto, 2006; Rizzolatti & Craighero, 2004) e quindi fortemente connessa al difetto di interazione sociale.
Recenti evidenze suggeriscono che l’espressività clinica dell'ASD includa anche differenti difetti di organizzazione del movimento (Fournier et al., 2010) segnalando una particolare criticità a carico delle abilità di controllo anticipatorio e di pianificazione delle azioni (Baio et al., 2009; Gonzalez et al., 2013). Tali difficoltà compromettono non solo le azioni individuali ma anche le abilità motorie sociali come l’imitazione, la sincronia interazionale e la coordinazione motoria sociale che richiedono la capacità di anticipare le conseguenze percettive del proprio ed altrui movimento e l’abilità di pianificazione del movimento stesso (Marsh et al., 2013).
Questo studio sperimentale si è posto l'obiettivo di indagare, attraverso l’analisi cinematica del movimento durante un’azione di gioco condiviso, la capacità di coordinare le proprie azioni in base alle azioni e/o intenzioni dell’altro in un gruppo di bambini con ASD e in un gruppo di controllo formato da bambini con sviluppo tipico.
Il paradigma sperimentale di tale studio ha previsto tre task di complessità predittiva crescente mediante la manipolazione di due variabili indipendenti: la conoscenza a priori delle caratteristiche spaziali dell'azione (direzione nota rispetto a direzione non nota) e il tipo di contesto sociale in cui ha luogo il compito sperimentale (contesto cooperativo rispetto a contesto competitivo). Ambedue questi fattori, infatti, sono in grado di influire sulla capacità di coordinare il proprio movimento con quello dell’altro (Huber et al., 2013; Georgiou et al., 2007).
Le variabili dipendenti, oggetto di studio, sono state il tempo di reazione, la velocità e la durata del movimento, l'accuratezza e la sincronia tra i due partner nel raggiungere il target. I risultati hanno evidenziato differenze significative tra i due gruppi in tali variabili soprattutto all'aumentare della complessità del task, ossia quando i bambini non conoscono a priori le caratteristiche spaziali e temporali del movimento. Inoltre, valutando l'effetto legato alla complessità predittiva del task nei due campioni di soggetti, è stato possibile osservare che, entrambi i gruppi, seppur in maniera differente, hanno mostrato una capacità di modulare il movimento rispetto al contesto sociale dello stesso.
L’interesse per la comprensione del difetto di funzionamento motorio nell'ASD assume una rilevanza teorica alla luce del fatto che tale disfunzione potrebbe rappresentare una chiave interpretativa dei meccanismi di attribuzione dell’intenzionalità (Boria et al., 2009; Fabbri-Destro et al., 2009; Gallese et al., 2013; Iacoboni & Dapretto, 2006; Rizzolatti & Craighero, 2004) e quindi fortemente connessa al difetto di interazione sociale.
    File
  
  | Nome file | Dimensione | 
|---|---|
| tesi_def...a_pdf.pdf | 1.40 Mb | 
| Contatta l’autore | |
 
		