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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01272022-103804


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
LATERZA, PIETRO
URN
etd-01272022-103804
Titolo
Emorragia intraventricolare del neonato prematuro: incidenza ed outcome della casistica 2011-2020 della Neonatologia di Pisa
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Filippi, Luca
correlatore Dott. Giampietri, Matteo
Parole chiave
  • emorragia intraventricolare
  • neonato prematuro
  • IVH
  • outcome neuromotorio
Data inizio appello
15/02/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/02/2062
Riassunto
Negli ultimi anni i progressi della medicina perinatale e neonatale hanno portato ad un incremento del tasso di sopravvivenza dei neonati pretermine. Tuttavia, in questa popolazione il rischio di sequele neurologiche a lungo termine rimane piuttosto alto. L’emorragia della matrice germinativa e intraventricolare (GMH-IVH) rappresenta una delle complicanze neurologiche più comuni nei neonati pretermine di alto grado. La sua incidenza a livello globale è di circa il 20% ed è inversamente proporzionale all’età gestazionale e al peso alla nascita del neonato. La GMH-IVH è dovuta a un sanguinamento della matrice germinativa subependimale, zona delicata situata in prossimità del pavimento dei ventricoli laterali, che tra la 10a e la 32a settimana di gestazione rappresenta un sito di proliferazione neuronale. L’uso sistematico dell’ecografia transfontanellare permette di evidenziare precocemente anche lesioni di piccola entità. Viene classificata, tramite imaging ecografico, in 4 gradi: 1 - Emorragia subependimale con o senza interessamento ventricolare (<10% del volume ventricolare); 2 - IVH senza dilatazione ventricolare (interessamento del 10-50% del volume ventricolare); 3 - IVH con dilatazione ventricolare (interessamento >50% del volume ventricolare); 4 - IVH con interessamento parenchimale. La GMH-IVH può complicarsi con lesioni ancora più gravi: infarto emorragico periventricolare (PHI), leucomalacia periventricolare (PVL), dilatazione ventricolare e idrocefalo post-emorragico. La patogenesi dell’IVH deriva principalmente da alterazioni del flusso ematico cerebrale, immaturo ed incapace di autoregolarsi. Alterazioni del flusso ematico si possono avere durante il travaglio di parto e nelle prime fasi di adattamento alla vita extrauterina, momento in cui il neonato può presentare distress respiratorio, ipotensione, anemia e sepsi (queste ultime sono comunque spesso presenti nei neonati prematuri di alto grado per cui non rappresentano un importante fattore di rischio). Il sanguinamento inizia nel 90% dei casi nei primi 3 giorni di vita del neonato. L’outcome neurologico a lungo termine dipende dal grado di prematurità e dalle lesioni parenchimali associate. Le sequele neurologiche severe sono le paralisi cerebrali, il ritardo mentale e le disabilità visive e uditive. La prevenzione prenatale può essere effettuata attraverso la riduzione dei parti prematuri, la somministrazione di corticosteroidi almeno 12 ore prima del parto imminente, il trasporto in utero del neonato verso centri specializzati, il taglio cesareo. La prevenzione post-natale viene fatta con la stabilizzazione del neonato attraverso un adeguato supporto respiratorio e del circolo, una buona care, evitando eccessive manipolazioni, aspirazioni endotracheali e rapide infusioni o trasfusioni per non creare squilibri emodinamici e correggendo le alterazioni della coagulazione.
Questa tesi fornisce un’ampia trattazione circa la patogenesi della GMH-IVH e un’analisi statistica descrittiva e inferenziale della casistica pisana del decennio 2011-2020, trattando anche l’outcome neurologico nei primi anni di vita dei neonati.
Nella UO Neonatologia della AOUP i neonati pretermine affetti da GMH-IVH nel decennio 2011-2020 sono stati 106 (incidenza dell’8,3% dei neonati pretermine di età gestazionale <37 settimane). Tra questi sono stati individuati 62 pazienti che hanno eseguito almeno una visita di follow-up post-dimissione. Le analisi statistiche hanno confermato i dati della letteratura internazionale. La GMH-IVH, soprattutto di alto grado, nei casi studiati è stata molto più frequente nei neonati pretermine di peso ed età gestazionale bassi. Il distress respiratorio ha rappresentato un importante fattore di rischio. La maggior parte dei neonati presentava nei primi giorni di vita anemia e sepsi. PVL, dilatazione ventricolare e idrocefalo post-emorragico hanno complicato le emorragie di grado severo. I casi con emorragia di grado lieve sono risultati associati a ritardo neuropsicomotorio lieve (ritardo di deambulazione, ritardo di linguaggio immaturità retinica, difetti visivi lievi). I casi con emorragia di grado severo sono risultati correlati, invece, ad outcome neurologico sfavorevole (paralisi cerebrali, ritardo mentale grave, disturbi visivi gravi, sordità neurosensoriale profonda). I pazienti con emorragia di grado lieve non hanno eseguito follow-up oltre i 24 mesi, ma recenti dati della letteratura internazionale rilevano possibili outcome neurologici a lungo termine anche nei pazienti con emorragia di grado I-II. Per questo, considerato il rischio neurologico e l’importanza di una diagnosi tempestiva ai fini terapeutici, sarebbe interessante svolgere studi in futuro per implementare le conoscenze relative allo sviluppo neuromotorio dei pazienti con IVH di grado lieve in età prescolare o scolare.
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