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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01262024-120201


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (2 anni)
Autore
COMPARE, ROSARITA
URN
etd-01262024-120201
Titolo
La Prima Loggia del Palazzo Apostolico Vaticano
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
BENI STORICO ARTISTICI
Relatori
relatore Prof. Farinella, Vincenzo
correlatore Dott.ssa Di Giammaria, Paola
Parole chiave
  • logge vaticano raffaello leone X
Data inizio appello
28/02/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/02/2094
Riassunto
Con il presente studio, interamente dedicato alla Prima Loggia del Palazzo Apostolico, si vuole ricostruire per la prima volta la storia architettonica e decorativa del corridoio eretto sul lato occidentale dell’attuale cortile di San Damaso, con l’ausilio di fonti scritte e visive. Disegni, stampe e fotografie, in particolare, si sono rivelate strumenti preziosi per documentare l’aspetto originario degli affreschi, la triste evoluzione del loro stato conservativo e la primaria funzione d’ingresso attribuita all’ambiente, poco dopo riservato al passaggio dei cardinali lì riuniti in sede di conclave.
Noto solamente a pochi, il loggiato progettato dal Bramante ha goduto di minor fortuna rispetto alle soprastanti Logge di Raffaello, ornate immediatamente prima dalla bottega su disegno del maestro. Chiuso il cantiere nel maggio 1519, i ponteggi furono trasferiti al piano di sotto dove i “garzoni”, guidati da Giovanni da Udine, portarono a termine l’impresa decorativa in soli sette mesi, ricreando una inedita e armonica sinergia tra natura e antico.
L’apparato ornamentale della Prima Loggia occidentale, dove il Friulano mostrò per la prima volta tutta la sua abilità naturalistica, sviluppata a Venezia “sotto la dottrina di Giorgione”, va annoverato tra le numerose opere realizzate all’indomani della riscoperta della Domus Aurea sul colle Oppio (1514-1515) e osservato in rapporto ad altre imprese più o meno coeve, nelle quali ritornano le stesse “natural bizzarrie”. La riappropriazione del lessico decorativo antico, palesata dal ciclo affrescato nel corridoio bramantesco, trova la sua origine nel III e IV stile della pittura pompeiana riscoperta nella suntuosa residenza neroniana e passa attraverso gli esiti della sua immaginifica rielaborazione, frutto dell’inesauribile genio creativo del “divino”, già confluiti nell’Appartamento del cardinal Bibbiena, nelle Seconde Logge, nella Sala dei Pontefici e nella serie di arazzi verosimilmente destinati a rivestirne le pareti, cosiddetti Grotteschi di Leone X.
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