Tesi etd-01262022-115314 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ROSSI, MARCO
URN
etd-01262022-115314
Titolo
IL POSIZIONAMENTO GEOPOLITICO DELLA TURCHIA NEL NUOVO MILLENNIO. DALLA PROFONDITA' STRATEGICA ALLA PATRIA BLU (MAVI VATAN)
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Tamburini, Francesco
Parole chiave
- Ahmet Davutoğlu
- approvvigionamento energetico
- Cem Gürdeniz
- Mar Mediterraneo
- ZEE
Data inizio appello
21/02/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
21/02/2092
Riassunto
L’obiettivo che il presente lavoro si pone consiste nell’indagare il posizionamento geopolitico della Turchia nel nuovo millennio, tramite una ricognizione delle principali tappe storiche che vanno dall’inizio del Novecento alla vittoria elettorale nel 2002 del partito AKP e del suo leader Erdoğan, fino alla messa a fuoco della sua attuale condotta strategica. Il problema che muove l’indagine riguarda l’atteggiamento di proiezione di potenza messo in atto dalla Turchia, e il conseguente interesse dimostrato nei confronti di numerose questioni, concernenti il Medio Oriente, il Nord Africa, il Caucaso, i Balcani, e in generale i vecchi domini dell’Impero ottomano. Una postura, la cui base ideologica è riconducibile alla dottrina della profondità strategia e della patria blu, che tende a creare turbamento tra gli alleati della NATO nonché all’interno dell’Unione Europea, con cui è in corso un travagliato processo di adesione. Nello specifico, la domanda che l’elaborato si pone è la seguente: con una tale politica assertiva la Turchia, oggi membro del G20, intende recedere unilateralmente dalla NATO e rinunciare al progetto di adesione all’UE per aspirare all’obiettivo di divenire una potenza regionale oppure vuole confermare il suo ruolo all’interno dell’alleanza atlantica e dell’Unione? Quali intenzioni e direzioni sono sottese a tale politica? Ma, soprattutto, essa risulta eventualmente compatibile con il mantenimento di quel ruolo? La conclusione a cui il lavoro giunge è che la Turchia rappresenta un anello importante dell’alleanza atlantica, e imprescindibile per la stabilità regionale, ciò di cui sia la NATO che l’UE sono convinte. La stessa Ankara, nonostante la retorica antieuropeista e antistatunitense, difficilmente vorrà rinunciare ai vantaggi dell’appartenenza alla NATO e, in prospettiva, alla UE. Ma perché questo sia possibile la Turchia andrebbe riportata entro determinati limiti, che consentano e avallino la spinta a una politica autonoma ma a condizione che non costituisca un fattore di instabilità per i delicati equilibri regionali oltreché internazionali. Una futura linea di ricerca potrebbe vertere sul ruolo preponderante che l’UE sarebbe chiamata a svolgere in tale contesto, tramite un’attività di pacificazione tra gli stati rivieraschi del Mar Mediterraneo, e l’elaborazione di uno strumento per la condivisione delle risorse marittime tra tutti i popoli che si affacciano sull’ex Mare Nostrum.
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