Tesi etd-01252016-123001 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LUPERINI, CRISTINA
URN
etd-01252016-123001
Titolo
Inquinamento marino da rifiuti solidi galleggianti: monitoraggio e analisi della problematica nel Mar Tirreno Settentrionale
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE AMBIENTALI
Relatori
relatore Prof. Gorelli, Simone
relatore Dott.ssa Arcangeli, Antonella
tutor Prof. Castelli, Alberto
relatore Dott.ssa Arcangeli, Antonella
tutor Prof. Castelli, Alberto
Parole chiave
- campionamento
- Descrittore 10
- garbage patches
- GIS
- mammiferi marini
- marine debris
- marine litter
- Marine strategy
- off shore
- Santuario Pelagos
- traghetti
- transetto lineare
Data inizio appello
26/02/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
I rifiuti solidi sono considerati a livello mondiale una minaccia per l’ambiente, ma anche per la salute dell’uomo e per il suo sostentamento.
Questa crescente consapevolezza ha portato alla selezione dei rifiuti marini come uno degli 11 Descrittori della Direttiva quadro 2008/56/CE sulla strategia per l’ambiente marino, o Marine Strategy, per la valutazione del buono stato ambientale (Good Environmental Status, GES). In particolare, il Descrittore 10 “rifiuti marini” definisce come target di raggiungimento del buono stato ambientale entro il 2020, una realtà in cui “Le proprietà e le quantità di rifiuti marini non provocano danni all’ambiente costiero e marino.”.
Con il termine rifiuti marini (o marine litter) si definisce qualunque materiale solido, persistente nel tempo, prodotto dall’uomo che si accumula nell’ambiente marino. Possono essere rifiuti visibili (macro marine litter) o invisibili (micro marine litter) all’occhio umano e provenire da scarichi in mare intenzionali o accidentali, diretti o indiretti.
Per riuscire a raggiungere il target ambientale prefissato dalla Marine Strategy, è necessario partire da una valutazione dello status attuale della problematica, trovando risposta ad alcune domande:
Quanti sono i rifiuti marini?
Che tipo di rifiuti sono presenti in mare?
Dove sono localizzati?
Da dove provengono?
Per rispondere a questi quesiti è essenziale formulare dei metodi di monitoraggio, di raccolta e di analisi dei dati.
Questo studio propone una metodologia di monitoraggio dei rifiuti marini galleggianti con dimensioni maggiori di 20 cm, o floating macro marine litter, che oltre ad essere campionabile con un monitoraggio visivo, può fornire informazioni sulla sorgente dell’immissione e sulla tipologia di microinquinanti a cui i detriti possono dare origine, in seguito alla degradazione fisica, chimica e biologica.
Per l’applicazione del metodo è stata utilizzata una piattaforma di osservazione non dedicata, quali i traghetti di linea della Corsica & Sardinia Ferries, che permettono la ripetitività del campionamento, una grande mole di miglia monitorate con costi di lavoro ridotti. Inoltre il traghetto passeggeri come piattaforma d’osservazione permette il campionamento in aree di mare profondo, altrimenti difficili da indagare con altri tipi di imbarcazione.
I rifiuti sono stati classificati in relazione alla loro tipologia, quindi al materiale del quale sono costituiti: plastica, vetro, legno, metallo, tessuto, carta, gomma e materiale organico; alla loro dimensione, alla galleggiabilità e verrà identificata la provenienza quando possibile. Per ogni tipologia di materiale sono state individuate delle categorie per poter classificare a maggior dettaglio il rifiuto.
Ogni dato raccolto viene georeferenziato, grazie all’utilizzo di un GPS dedicato alla raccolta dati e successivamente archiviato e analizzato con un sistema informatico territoriale, quale la piattaforma GIS (Geographic Information System).
Il transetto preso in esame è costituito dalla tratta Livorno – Bastia. Questa area di studio è di particolare interesse poiché ricade completamente nel Santuario Pelagos, costeggia l’Area Marina Protetta “Secche della Meloria” e il Parco dell’Arcipelago Toscano. Ha inoltre un elevato valore per il settore turistico del diporto e rilevanza commerciale per la presenza del porto industriale e turistico di Livorno.
Scopo dello studio è quello di creare delle cartine tematiche grazie all’interpolazione del dato raccolto con parametri antropici e ambientali, raccolti dalla stessa piattaforma o ottenuti da archivi preesistenti. Le mappe evidenziano la distribuzione e la densità delle diverse tipologie di rifiuto nell’area indagata, mettendo in luce le zone particolarmente impattate e se queste coincidono con aree di particolare interesse ecologico (aree protette e zone con elevato tasso di incontro con mammiferi marini e grandi pelagici) o di elevato pregio turistico. Interpolando i dati campionati con le carte delle correnti dell’area di studio vengono prodotte mappe focalizzate sulla movimentazione dei detriti galleggianti, utili alla formulazione delle ipotesi sulle vie di ingresso nell’ambiente marino dei rifiuti.
Le conoscenze che vengono acquisite con questo studio, possono risultare importanti per la formulazione di strategie di gestione a larga scala volte alla riduzione degli impatti, da parte delle amministrazione e degli enti preposti.
Questa crescente consapevolezza ha portato alla selezione dei rifiuti marini come uno degli 11 Descrittori della Direttiva quadro 2008/56/CE sulla strategia per l’ambiente marino, o Marine Strategy, per la valutazione del buono stato ambientale (Good Environmental Status, GES). In particolare, il Descrittore 10 “rifiuti marini” definisce come target di raggiungimento del buono stato ambientale entro il 2020, una realtà in cui “Le proprietà e le quantità di rifiuti marini non provocano danni all’ambiente costiero e marino.”.
Con il termine rifiuti marini (o marine litter) si definisce qualunque materiale solido, persistente nel tempo, prodotto dall’uomo che si accumula nell’ambiente marino. Possono essere rifiuti visibili (macro marine litter) o invisibili (micro marine litter) all’occhio umano e provenire da scarichi in mare intenzionali o accidentali, diretti o indiretti.
Per riuscire a raggiungere il target ambientale prefissato dalla Marine Strategy, è necessario partire da una valutazione dello status attuale della problematica, trovando risposta ad alcune domande:
Quanti sono i rifiuti marini?
Che tipo di rifiuti sono presenti in mare?
Dove sono localizzati?
Da dove provengono?
Per rispondere a questi quesiti è essenziale formulare dei metodi di monitoraggio, di raccolta e di analisi dei dati.
Questo studio propone una metodologia di monitoraggio dei rifiuti marini galleggianti con dimensioni maggiori di 20 cm, o floating macro marine litter, che oltre ad essere campionabile con un monitoraggio visivo, può fornire informazioni sulla sorgente dell’immissione e sulla tipologia di microinquinanti a cui i detriti possono dare origine, in seguito alla degradazione fisica, chimica e biologica.
Per l’applicazione del metodo è stata utilizzata una piattaforma di osservazione non dedicata, quali i traghetti di linea della Corsica & Sardinia Ferries, che permettono la ripetitività del campionamento, una grande mole di miglia monitorate con costi di lavoro ridotti. Inoltre il traghetto passeggeri come piattaforma d’osservazione permette il campionamento in aree di mare profondo, altrimenti difficili da indagare con altri tipi di imbarcazione.
I rifiuti sono stati classificati in relazione alla loro tipologia, quindi al materiale del quale sono costituiti: plastica, vetro, legno, metallo, tessuto, carta, gomma e materiale organico; alla loro dimensione, alla galleggiabilità e verrà identificata la provenienza quando possibile. Per ogni tipologia di materiale sono state individuate delle categorie per poter classificare a maggior dettaglio il rifiuto.
Ogni dato raccolto viene georeferenziato, grazie all’utilizzo di un GPS dedicato alla raccolta dati e successivamente archiviato e analizzato con un sistema informatico territoriale, quale la piattaforma GIS (Geographic Information System).
Il transetto preso in esame è costituito dalla tratta Livorno – Bastia. Questa area di studio è di particolare interesse poiché ricade completamente nel Santuario Pelagos, costeggia l’Area Marina Protetta “Secche della Meloria” e il Parco dell’Arcipelago Toscano. Ha inoltre un elevato valore per il settore turistico del diporto e rilevanza commerciale per la presenza del porto industriale e turistico di Livorno.
Scopo dello studio è quello di creare delle cartine tematiche grazie all’interpolazione del dato raccolto con parametri antropici e ambientali, raccolti dalla stessa piattaforma o ottenuti da archivi preesistenti. Le mappe evidenziano la distribuzione e la densità delle diverse tipologie di rifiuto nell’area indagata, mettendo in luce le zone particolarmente impattate e se queste coincidono con aree di particolare interesse ecologico (aree protette e zone con elevato tasso di incontro con mammiferi marini e grandi pelagici) o di elevato pregio turistico. Interpolando i dati campionati con le carte delle correnti dell’area di studio vengono prodotte mappe focalizzate sulla movimentazione dei detriti galleggianti, utili alla formulazione delle ipotesi sulle vie di ingresso nell’ambiente marino dei rifiuti.
Le conoscenze che vengono acquisite con questo studio, possono risultare importanti per la formulazione di strategie di gestione a larga scala volte alla riduzione degli impatti, da parte delle amministrazione e degli enti preposti.
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