Tesi etd-01252013-130823 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GIULIANO, EMANUELE
URN
etd-01252013-130823
Titolo
Scelte di risparmio e sistemi previdenziali: analisi teorica e simulazioni sulla previdenza complementare in Italia
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof. Spataro, Luca
Parole chiave
- fondo pensione
- previdenza complementare
- risparmio
- sistemi previdenziali
Data inizio appello
28/02/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/02/2053
Riassunto
Il presente lavoro di tesi comincia passando in rassegna le principali teorie del
risparmio che hanno riscosso maggiore seguito in letteratura a partire dagli anni
1930 (Capitolo 1). Dalle prime teorie di Keynes contenute nella Teoria generale
(Sezione 1.1), si è ripercorso l’intenso dibattito degli anni 1940 (Sezione 1.2),
nel corso dei quali emersero alcuni contributi profondamente innovatori, fino ad
arrivare alle due fondamentali teorie sviluppate negli anni 1950: il modello del
ciclo vitale di Modigliani e Brumberg (Sezione 1.4) e la teoria del reddito permanente
di Milton Friedman (Sezione 1.5), entrambe debitrici del modello delle
scelte intertemporali che Irving Fisher aveva messo a punto già oltre vent’anni
prima (Sezione 1.3). Non sono stati naturalmente trascurati i contributi critici
che hanno permesso di affinare e migliorare le prime versioni di tali teorie.
Successivamente, si è concentrata l’attenzione sulla teoria dei sistemi previdenziali
(Capitolo 2). Sono stati innanzitutto chiariti i principali aspetti definitori (Sezione
2.1). Successivamente sono stati analizzati i tre grandi rischi che possono
pesare su un sistema pensionistico: il rischio demografico, il rischio politico ed il
rischio del rendimento del mercato dei capitali (Sezione 2.2). Si sono anche indagati
gli effetti dell’istituzione di un sistema pensionistico pubblico obbligatorio
sulle scelte di risparmio e di offerta di lavoro (Sezione 2.3). Infine, sono state
riportate le principali teorie che hanno tentato di spiegare le ragioni sottostanti
l’istituzione dei sistemi previdenziali a ripartizione (Sezione 2.4).
Il terzo capitolo è stato invece dedicato all’illustrazione della situazione della
previdenza complementare nei Paesi OCSE (Sezione 3.2), in coerenza con il
mutato quadro dei sistemi pensionistici pubblici (Sezione 3.1). Sono stati riportati
dati sul grado di importanza e diffusione dei fondi pensione e sulle loro
principali caratteristiche, compiendo anche alcune riflessioni sulle conseguenze
dell’ultima crisi economico-finanziaria su questo settore. Concentrandosi poi sul
caso italiano (Sezione 3.3), si è ripercorsa l’evoluzione della legislazione sin dai
primi interventi normativi del 1993, soffermandosi con particolare attenzione sull’ultima
riforma del 2005, entrata in vigore nel 2007. L’illustrazione del quadro
normativo è stata completata dal commento dei principali dati disponibili sulle
caratteristiche statiche ed evolutive della previdenza complementare nel nostro
Paese.
Infine, nel capitolo 4, a conclusione del lavoro, sono state compiute alcune simulazioni
di scelte di previdenza complementare sulla base di precise ipotesi
circa il contesto legislativo (Sezione 4.1.3) ed economico (Sezione 4.1.2), prendendo
come riferimento un individuo che cominci la propria carriera lavorativa
nel 2013 (Sezione 4.1.1).
Dopo aver esposto i risultati ottenuti dalla simulazione dei differenti scenari
messi a punto (Sezione 4.2), si è cercato di scindere il beneficio della previdenza
complementare nelle sue diverse componenti (Sezione 4.3) e si è compiuta
un’analisi di sensibilità alla variazione di alcuni importanti parametri (Sezione
4.4).
risparmio che hanno riscosso maggiore seguito in letteratura a partire dagli anni
1930 (Capitolo 1). Dalle prime teorie di Keynes contenute nella Teoria generale
(Sezione 1.1), si è ripercorso l’intenso dibattito degli anni 1940 (Sezione 1.2),
nel corso dei quali emersero alcuni contributi profondamente innovatori, fino ad
arrivare alle due fondamentali teorie sviluppate negli anni 1950: il modello del
ciclo vitale di Modigliani e Brumberg (Sezione 1.4) e la teoria del reddito permanente
di Milton Friedman (Sezione 1.5), entrambe debitrici del modello delle
scelte intertemporali che Irving Fisher aveva messo a punto già oltre vent’anni
prima (Sezione 1.3). Non sono stati naturalmente trascurati i contributi critici
che hanno permesso di affinare e migliorare le prime versioni di tali teorie.
Successivamente, si è concentrata l’attenzione sulla teoria dei sistemi previdenziali
(Capitolo 2). Sono stati innanzitutto chiariti i principali aspetti definitori (Sezione
2.1). Successivamente sono stati analizzati i tre grandi rischi che possono
pesare su un sistema pensionistico: il rischio demografico, il rischio politico ed il
rischio del rendimento del mercato dei capitali (Sezione 2.2). Si sono anche indagati
gli effetti dell’istituzione di un sistema pensionistico pubblico obbligatorio
sulle scelte di risparmio e di offerta di lavoro (Sezione 2.3). Infine, sono state
riportate le principali teorie che hanno tentato di spiegare le ragioni sottostanti
l’istituzione dei sistemi previdenziali a ripartizione (Sezione 2.4).
Il terzo capitolo è stato invece dedicato all’illustrazione della situazione della
previdenza complementare nei Paesi OCSE (Sezione 3.2), in coerenza con il
mutato quadro dei sistemi pensionistici pubblici (Sezione 3.1). Sono stati riportati
dati sul grado di importanza e diffusione dei fondi pensione e sulle loro
principali caratteristiche, compiendo anche alcune riflessioni sulle conseguenze
dell’ultima crisi economico-finanziaria su questo settore. Concentrandosi poi sul
caso italiano (Sezione 3.3), si è ripercorsa l’evoluzione della legislazione sin dai
primi interventi normativi del 1993, soffermandosi con particolare attenzione sull’ultima
riforma del 2005, entrata in vigore nel 2007. L’illustrazione del quadro
normativo è stata completata dal commento dei principali dati disponibili sulle
caratteristiche statiche ed evolutive della previdenza complementare nel nostro
Paese.
Infine, nel capitolo 4, a conclusione del lavoro, sono state compiute alcune simulazioni
di scelte di previdenza complementare sulla base di precise ipotesi
circa il contesto legislativo (Sezione 4.1.3) ed economico (Sezione 4.1.2), prendendo
come riferimento un individuo che cominci la propria carriera lavorativa
nel 2013 (Sezione 4.1.1).
Dopo aver esposto i risultati ottenuti dalla simulazione dei differenti scenari
messi a punto (Sezione 4.2), si è cercato di scindere il beneficio della previdenza
complementare nelle sue diverse componenti (Sezione 4.3) e si è compiuta
un’analisi di sensibilità alla variazione di alcuni importanti parametri (Sezione
4.4).
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