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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01242024-113824


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LAZZERINI, LAURA
URN
etd-01242024-113824
Titolo
I nomi delle professioni al femminile: agentivi italiani e feminitivy russi a confronto
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUE, LETTERATURE E FILOLOGIE EURO - AMERICANE
Relatori
relatore Prof.ssa Cadamagnani, Cinzia
correlatore Prof.ssa Pitkevica, Galina
Parole chiave
  • gender discrimnation
  • sexism
  • agent nouns
Data inizio appello
09/02/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/02/2064
Riassunto
Il presente elaborato si pone come obiettivo quello di analizzare la formazione e l’evoluzione dei cosiddetti feminitivy, ovvero quelle parole russe che indicano principalmente le professioni svolte dalle donne (avtorka, vračicha), ma anche semplicemente la nazionalità (koreanka, nemka), il tipo di relazione interpersonale (zolovka), il luogo di appartenenza (rostovčanka) o lo status sociale (domochozjajka). Verrà fatto un confronto con la situazione linguistica italiana, dove il corrispettivo dei feminitivy sono gli agentivi (o nomina agentis) femminili (è importante specificare che il termine feminitiv esiste solo nella lingua russa; in italiano la dicitura corretta per indicare questo gruppo di parole è agentivo femminile; nomina agentis, invece, è comune a entrambe le lingue, in quanto definizione derivante dal latino).
A seguito di un breve escursus storico riguardante i vari studi che sono stati condotti su questa tematica e i movimenti femministi che l’hanno influenzata, si passerà a definirne la formazione.
Il paragone tra le due lingue sarà quindi delineato da un’analisi morfologica che vedrà come i vari suffissi cambiano nel tempo: alcuni portano con sé tuttora una connotazione negativa, altri sono neutri ma non sembrano aiutare i parlanti ad accettare i neologismi che si sono formati negli ultimi anni.
Nonostante le correnti femministe si stiano rafforzando sempre di più, non tutti sono favorevoli al loro uso. Alcuni pensano che i feminitivy evidenzino in maniera eccessiva il fatto che un ruolo sia ricoperto da una donna, fino a farlo sembrare discriminante. Altri, invece, ritengono necessario introdurre un corrispettivo femminile per ogni parola che indica un ruolo ricoperto da un individuo di sesso maschile (solo in questo modo si otterrà una completa parità di genere).
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