logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01242023-104553


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CHERICONI, ERICA
URN
etd-01242023-104553
Titolo
Allergie alle Leguminose: approccio diagnostico e possibili strategie terapeutiche
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Puxeddu, Ilaria
Parole chiave
  • allergia a legumi
  • allergia alimentare
  • arachide
  • fabacee
  • legumi
  • leguminose
  • piselli
Data inizio appello
14/02/2023
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le allergie alimentari rappresentano un problema sanitario globale con un significativo impatto sulla qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari. L’allergia alimentare interessa milioni di persone nel mondo, con una prevalenza nella popolazione generale del 2-4%. Dal punto di vista patogenetico, le allergie alimentari sono il risultato di reazioni di ipersensibilità del sistema immunitario di tipo I o IgE-mediato, e più raramente di ipersensibilità di tipo IV o cellulo-mediato. Le reazioni di ipersensibilità di tipo I si manifestano a breve distanza dall’ingestione dell’alimento (da pochi minuti ad 1 ora) con sintomi variabili da localizzati a sistemici. I sintomi localizzati si presentano a livello del cavo orale (sindrome orale allergica, SOA) e i trigger sono generalmente allergeni ubiquitari termo-labili e gastro-labili. Le reazioni sistemiche, a differenza di quelle locali, sono spesso causate da molecole gastro- e termo-stabili che possono indurre sintomi a livello della cute (orticaria e/o angioedema) e/o apparato respiratorio (rinite e/o asma) e/o gastrointestinale (dolore addominale, diarrea, nausea e vomito) e/o cardiovascolare (ipotensione), fino alla forma più grave della reazione allergica che è rappresentata dallo shock anafilattico.
Negli ultimi decenni la domanda di alimenti proteici è cresciuta considerevolmente a livello globale, determinando un maggiore interesse per le fonti proteiche tradizionali e alternative. I legumi, sia quelli maggiori (soia e l’arachide) che quelli minori (ceci, lenticchie, piselli, fagioli, fagiolini verdi, fave e lupini), rappresentano un valido sostituto delle proteine di origine animale e per tale motivo il loro consumo a livello mondiale è drasticamente aumentato. Questo ha portato ad un aumento delle sensibilizzazioni verso tali allergeni con conseguente aumento delle reazioni allergiche ai legumi.
Nel nostro studio abbiamo analizzato 30 pazienti con allergia ai legumi minori con differente grado di severità della reazione e pregressa ipersensibilità immediata a legumi maggiori (arachide e soia). Tra i soggetti che hanno presentato nel corso della loro vita una reazione di ipersensibilità di tipo I dopo ingestione di un legume minore, il 97% presentava una concomitante sensibilizzazione od allergia ad un altro legume (maggiore e/o minore), confermando l’alta cross-reattività degli allergeni contenuti nei legumi. L’allergia ai piselli (33%) è risultata quella più frequente, seguita dai fagioli (27%), ceci (22%), fagiolini verdi (13%) e lenticchie (7%). Attualmente la diagnostica allergologica per i legumi minori si avvale solo di test cutanei (skin prick test) con estratti allergenici commerciali e dosaggio sierico delle IgE specifiche (sIgE) per l’intero allergene, senza possibilità di caratterizzarne il profilo di sensibilizzazione. Visto che la maggior parte dei nostri pazienti presentava una allergia o sensibilizzazione all’arachide, abbiamo dosato i livelli delle sIgE per singoli componenti molecolari dell’arachide, identificando in 1/3 dei nostri pazienti una sensibilizzazione alla famiglia delle Lipid Transfer Protein (LTP) (Ara h 9), allergeni spesso responsabili di reazioni allergiche gravi.
Visto che attualmente l’unica terapia disponibile per modificare la storia naturale delle allergie alimentari è l’ Immuno Terapia Specifica (ITS) orale con alimento, limitata però a pazienti con particolari caratteristiche demografiche e cliniche, è necessario trovare alternative terapeutiche che possano ridurre il rischio di reazioni anafilattiche gravi e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Pertanto, in collaborazione con l’Università di Parma, è stato possibile processare chimicamente diverse leguminose minori, in particolare i piselli, ottenendo degli estratti con una minor immunoreattività. Tali risultati possono essere utili per la creazione di ingredienti proteici ipoallergenici, permettendo ai soggetti allergici di introdurre nella loro dieta tali alimenti senza comparsa di reazioni anafilattiche.
File