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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01242020-124642


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
PUCCIONI, GIANMARCO
URN
etd-01242020-124642
Titolo
Confronto dei risultati clinici e funzionali tra la tecnica convenzionale e la tecnica di bilanciamento con sistema Verasense® nella protesi totale di ginocchio.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Scaglione, Michelangelo
Parole chiave
  • knee
  • ginocchio
  • verasense
  • tka
  • ptg
Data inizio appello
10/03/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/03/2090
Riassunto
Dalla sua introduzione la protesica di ginocchio ha compiuto grandi progressi e continui miglioramenti, incrementando progressivamente gli outcomes funzionali e l’indice di soddisfazione dei pazienti operati, e permettendo così di intervenire anche su pazienti più giovani con maggiori richieste funzionali. Nelle ultime decadi però, nonostante i progressi tecnologici con i nuovi design, le nuove strumentazioni e i nuovi approcci chirurgici, la soddisfazione dei pazienti non è aumentata. La letteratura recente riporta ancora circa un 20% di pazienti che risultano insoddisfatti della propria protesi di ginocchio, nonostante le immagini radiografiche confermino un impianto eseguito correttamente. Per la protesica di ginocchio, dunque, sussiste ancora un buon margine di miglioramento, e la ricerca continua ad avanzare al fine di ottenere una biomeccanica articolare il più simile possibile a quella nativa, così da ricreare una cinematica più fisiologica ed ottenere risultati clinici sempre migliori.
Uno degli aspetti che suscitano maggior interesse per la riproduzione di una biomeccanica ottimale è senza dubbio quello del bilanciamento articolare. Il corretto bilanciamento è infatti uno degli aspetti più difficili nell’impianto di una PTG e viene attuato praticando i corretti tagli ossei ed eventualmente i release capsulo-legamentosi necessari. Qualsiasi sia la tecnica scelta per il bilanciamento di ginocchio, comunque, la stabilità articolare viene testata accuratamente solo in estensione completa e a 90° di flessione mediante blocchi spaziatori e/o tensionatori meccanici, mentre nel range di flessione intermedia il chirurgo si avvale di manovre di stress in varo/valgo applicate con le componenti di prova. La valutazione della stabilità nel mid-flexion range continua quindi ad essere una valutazione del tutto soggettiva in cui il chirurgo si basa soltanto sulle proprie sensazioni che possono essere influenzate da molteplici variabili quali l’esperienza chirurgica, il BMI, il genere, la lassità generalizzata o le eventuali contratture del paziente.
Oggi sappiamo che la stabilità articolare durante tutto l’arco di movimento è fondamentale per ottenere buoni risultati e la soddisfazione del paziente. La mid-flexion instability è stata infatti considerata come una delle principali cause cedimento articolare ed insoddisfazione del paziente. Si potrebbe, quindi, ipotizzare una correlazione diretta tra un inaccurato bilanciamento articolare nel mid-flexion range e la mid-flexion instability, assieme ad altri fattori quali l’elevazione dell’interlinea articolare o l’impiego di design protesici a raggio di curvatura variabile.
Ecco dunque come la possibilità di utilizzare dispositivi che permettano di ottimizzare il bilanciamento articolare durante tutto il ROM possa rappresentare un valido strumento di aiuto per il chirurgo.
Il dispositivo VERASENSE™, costituito da un inserto tibiale di prova al cui interno sono posizionati sensori di pressione, ha in sé la capacità di fornire dati oggettivi e riproducibili durante il release capsulo-legamentoso e contemporaneamente di analizzare il bilanciamento durante tutto il ROM; e sembra quindi avere tutte le caratteristiche per poter migliorare la biomeccanica del ginocchio e di pari passo la soddisfazione dei pazienti protesizzati.
Il nostro studio ha confrontato l’outcome post-operatorio di 20 pazienti trattati con protesi Legion-PS (Smith&Nephew®) suddivisi in due gruppi omogenei per sesso, età, BMI, risultati radiografici post-operatori e periodo di follow-up. L’outcome è stato valutato sottoponendo a tutti i pazienti gli stessi questionari (FJS-12, WOMAC score e KSS) e i dati ottenuti non hanno evidenziato una differenza statisticamente significativa tra il GRUPPO A e il GRUPPO B in tutti e 3 i test. Bisogna comunque tenere in considerazione che la nostra casistica presenta un numero di pazienti limitato, dovuto in parte alla recente introduzione del dispositivo sul mercato Italiano (2017), al costo intrinseco del dispositivo e alla possibilità dell’utilizzo del sensore solo su impianti di un singolo produttore (S&N®). La nostra non significatività potrebbe quindi esser dovuta alla ristretta coorte di pazienti arruolati nel nostro studio e alla curva di apprendimento nell’utilizzo del dispositivo. In ogni caso, comunque, abbiamo riscontrato per entrambi i gruppi un notevole incremento dei punteggi in tutti i test rispetto al punteggio pre-operatorio, e un maggior incremento funzionale nei pazienti del GRUPPO A rispetto ai pazienti del GRUPPO B.

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