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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01232024-182532


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
IORIO, ALBERTO
URN
etd-01232024-182532
Titolo
Il futuro è...? – Nuove teorie e studi di genere applicati al cinema di Marco Ferreri
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Tognolotti, Chiara
correlatore Ambrosini, Maurizio
Parole chiave
  • Marco Ferreri
  • cinema
  • gender studies
  • studi di genere
Data inizio appello
09/02/2024
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Il cinema di Marco Ferreri ha sempre avuto, sin dall’uscita nelle sale, una fortuna mista di pubblico e di critica, complici da un lato una censura poco indulgente e dall’altro spettatori più o meno recettivi a seconda dei “tempi”. Per questa ragione, la riscoperta (anche grazie a recenti restauri) dei vari film dell’autore continua a suscitare tante polemiche quante laudi; e anche nella critica si riscontra un atteggiamento simile. Se spunti di studi semiotici, narratologici, sociologici, filosofico-antropologici e psicanalitici sono presenti nei testi critici sull'autore, manca l’apporto degli studi di genere applicati al cinema: una applicazione che appare più che consequenziale per un regista che ha fatto dei gender troubles uno dei fulcri della propria produzione audiovisiva.

La prima sezione dell'elaborato esplora la critica precedente di Marco Ferreri, con particolare riferimento a testi di Maurizio Grande, Alberto Scandola, Angelo Migliarini, Stefania Parigi. Nella seconda parte, invece, si tenta un confronto tra gli studi di genere applicati al cinema (Laura Mulvey, Gaylyn Studlar, Barbara Creed, nel novero); ma non solo. Un confronto con gli studi di Judith Butler mette in luce evoluzioni e limiti di un regista spesso ritenuto “fuori dal proprio tempo”.

Un elaborato di questo tipo si prefissa non solo di ampliare studi comunque abbondanti per un regista italiano spesso dimenticato dal grande pubblico (ma onorato dalle “nicchie”), ma di evidenziare il suo ruolo controculturale e di opposizione in un panorama distributivo spesso limitante verso voci più “individuali”, ma non per questo meno critiche.
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