logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01232018-093209


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LUCCHESI, NICCOLO'
Indirizzo email
ni.lucchesi@gmail.com
URN
etd-01232018-093209
Titolo
CERTIFICAZIONE ENERGETICA: ANALISI E COMPARAZIONE DI METODOLOGIE PER LA STIMA DELLE PRESTAZIONI DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE
Dipartimento
INGEGNERIA CIVILE E INDUSTRIALE
Corso di studi
INGEGNERIA EDILE E DELLE COSTRUZIONI CIVILI
Relatori
relatore Prof. Fantozzi, Fabio
correlatore Ing. Salvadori, Giacomo
Parole chiave
  • patrimonio edilizio
  • indice di prestazione globale
  • fabbisogno energetico
  • confronto metodi di calcolo
  • classe energetica
  • certificazione energetica
  • procedura semplificata
Data inizio appello
27/02/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/02/2088
Riassunto
L’ingente patrimonio edilizio residenziale, comparso in Italia dall’immediato dopoguerra sino ai primi anni ’80, è oggi soggetto a un degrado fisico e a un’obsolescenza funzionale importanti.
Questa situazione ha determinato negli ultimi tempi una riflessione approfondita sulle strategie gestionali, le metodologie e le opportunità riguardo ai possibili interventi di riqualificazione.
L’emergenza abitativa del passato, principalmente connessa ai fenomeni di inurbamento, crescita demografica e soprattutto all’emergenza post-bellica, è stata fronteggiata con una risposta di tipo quantitativo, dando poca attenzione ai livelli di qualità globale delle costruzioni.
In Italia così come in Europa, è possibile rilevare che la maggior parte degli edifici residenziali, ha superato il limite di efficienza prestazionale a causa dell’assenza di interventi mirati, rendendo pertanto necessaria una ricognizione diffusa del deficit qualitativo del comparto abitativo.
Molti immobili sono stati costruiti prima dell’entrata in vigore di norme restrittive nel campo del consumo energetico, della gestione razionale delle risorse e dell’efficienza degli impianti; antecedentemente rispetto alla Legge 373/1976, che conteneva le prime indicazioni e le prescrizioni per la costruzione di edifici efficienti.
Si tratta quindi di un patrimonio importante, il cui recupero costituirà una percentuale significativa dell’attività del settore edilizio, decisamente superiore agli interventi di nuova costruzione.
In questo panorama si colloca il progetto comune di aumentare l’efficienza energetica degli edifici, che rappresenta un obiettivo a lungo termine sempre più importante da perseguire per la nostra nazione.
Quasi a un decennio dall’ entrata in vigore della Certificazione Energetica i programmi commerciali la fanno da padrone sul mercato.
Per gli edifici di nuova costruzione, di cui si hanno a disposizione le schede tecniche dei materiali e si possono addirittura arrivare a modellare i ponti termici, è giusto utilizzare un software di calcolo dettagliato certificato dal CTI. Per gli edifici facenti parte del nostro patrimonio edilizio, composti da materiali di cui è difficile determinare con precisione le caratteristiche termo-fisiche (ad esempio la conducibilità termica), l’incertezza sui dati di input è grande.
Quindi, per il calcolo della prestazione energetica dell’edificio, ha senso utilizzare procedure analitiche, contenute nei programmi commerciali, laboriose e complicate?
Ad oggi i professionisti spendono soldi per acquistare le licenze proposte dalle software-house, magari avrebbe più senso che si dotassero di uno strumento snello per calcolare i fabbisogni degli edifici.
Prendendo spunto dalla cronistoria della certificazione energetica in Italia e considerando che le procedure di calcolo sono cambiate radicalmente nel corso degli anni: in questa tesi sono stati comparati tra loro i metodi di valutazione dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria.
L’ attuale Normativa, prevede esclusivamente l’utilizzo di software analitici certificati dal CTI o del Docet, che è un programma messo a disposizione gratuitamente dall’Enea.
Si è deciso di considerare un metodo di calcolo semplificato, che nel corso degli anni è stato messo da parte, che consente la determinazione dei fabbisogni dell’edificio tramite una procedura semplificata che era già stata indicata nell’ Allegato 2 delle linee guida per la certificazione energetica degli edifici contenute nel Decreto Ministeriale 26/06/2009.
Per l’ elaborazione di questa Tesi, è stato messo a disposizione il database dell’Enea: i di input per la comparazione dei metodi di calcolo provengono da TABULA, un progetto dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico, in cui è stata condotta un’analisi dettagliata di tipo statistico sugli immobili in Italia per raccogliere i valori di riferimento termo-fisici degli elementi costruttivi degli edifici residenziali; pertanto ricalcano le caratteristiche tipiche degli edifici in base alle zone in cui sono ubicati.
Sono stati considerati tre edifici tipo rappresentativi degli immobili residenziali monofamiliari di piccole dimensioni, e successivamente si è provveduto a confrontare i risultati ottenuti.
Per analizzare meglio i risultati ottenuti tramite i vari confronti, sono stati elaborati dei grafici a dispersione, riportando sulle ascisse i valori dei fabbisogni ottenuti con il software di calcolo analitico e sulle ordinate quelli ottenuti col Docet e col metodo semplificato nei rispettivi casi.
Analizzando i diagrammi e paragonando i risultati ottenuti attraverso i tre strumenti di calcolo è stato possibile notare che: esiste una sostanziale coerenza nella valutazione delle prestazioni energetiche ottenute attraverso il metodo semplificato e il software commerciale; ciò non è riscontrabile utilizzando il Docet.
E’ stato necessario correggere una parte della procedura semplificata per ottimizzare i risultati: infatti gli apporti solari tendevano ad essere sottostimati.
Il metodo semplificato e il software commerciale non discostano molto l’uno dall’altro; il Docet, invece, fornisce risultati non accettabili.
Si può concludere che nelle poche formule presenti nel metodo semplificato è racchiusa tutta la termo-fisica dell’edificio oggetto di classificazione energetica: infatti gli scostamenti percentuali rispetto ai risultati ottenuti con il software commerciale sono più che accettabili.
E’ facile capire che non ha molto senso ricorrere ad una procedura così lunga come quella dei programmi di calcolo analitici, specialmente per la certificazione energetica degli edifici esistenti.
Oltretutto il software commerciale è a pagamento, mentre il foglio di calcolo elaborato potrebbe essere costruito in maniera autonoma da qualunque professionista.
Coloro che si apprestano per la prima volta ad usare un software commerciale non riescono a capire a fondo le logiche della certificazione e sono costretti ad inserire molti dati di input che risultano inutili ai fini del calcolo della prestazione energetica: questo comporta la redazione di certificati molto laboriosi e al momento stesso approssimativi che solitamente hanno un riscontro errato nella realtà.
Inoltre in un immobile esistente sarà possibile determinare la stratigrafia e lo spessore delle pareti, ma la conducibilità termica dei materiali si otterrà con un certo grado di ignoranza che sarà del tutto paragonabile alla percentuale dell’errore che ho sul calcolo dell’indice di prestazione energetica globale con il metodo semplificato.
Viene spontaneo domandarsi chi possa trarre vantaggio dall’utilizzo della procedura semplificata; la risposta giusta è: tutti coloro che abbiano un minimo di conoscenze tecniche e scientifiche nel settore.
Questo metodo, al contrario delle procedure dei software, è molto intuitivo e ciò lo rende adatto a chi voglia comprendere meglio in cosa consiste la Certificazione Energetica ed eventualmente provare a calcolare le prestazioni del proprio edificio in maniera del tutto autonoma
File