Tesi etd-01232017-124003 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
INDOVINO, ANNA RITA
URN
etd-01232017-124003
Titolo
Valutazione dei rischi di mercato: l' Extreme Value Theory
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof. Cambini, Riccardo
Parole chiave
- Exspected Shortfall
- Extreme Value Theory
- Rischio di mercato
- risk management
- Value at Risk
Data inizio appello
20/02/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
I concetti di rischio, incertezza, imprevedibilità fanno inevitabilmente parte dell'esperienza umana a tal punto da influenzare le scelte e le azioni di ciascun individuo. La limitata razionalità umana pone al centro della nostra vita il concetto di rischio, in quanto capace di mostrare all'uomo il suo limite invalicabile: la conoscenza del futuro, abbattendo la fiducia delle sue capacità valutative e decisionali.
La presente tesi, nella prima parte, si propone di approfondire il tema del risk management definendo il concetto di rischio e suddividendolo nei vari significati che esso può assumere dal punto di vista finanziario. Nello specifico, si andranno ad analizzare i principali caratteri definitori dei rischi di mercato e quelli riguardanti la disciplina dettata dalle Autorità di Vigilanza, concentrando l'attenzione, in modo particolare, sulle due metodologie di calcolo del requisito patrimoniale: standardizzato e basato su modelli interni.
Nella seconda parte, si andranno ad approfondire i modelli di gestione del rischio di mercato, in particolare il Value at Risk (VaR). Saranno esaminati i tre diversi approcci di calcolo del Value at Risk, sia per una singola attività che per l’intero portafoglio, specificandone per ognuno di essi ( parametrico, basato sulla simulazione storica e Montecarlo) pregi e difetti. Si farà, inoltre, un breve excursus sui modelli di stima della volatilità da utilizzare nell’implementazione nei modelli di VaR suddetti.
Nella terza parte verrà analizzata una misura alternativa al VaR ovvero l'Exspected Shortfall mettendo in rilievo le caratteristiche, le finalità e le principali differenze rispetto al VaR.
Lo scopo della tesi tuttavia è quello di evidenziare come i metodi standard utilizzati per il calcolo del VaR, ovvero il modello parametrico e le tecniche di simulazione, non siano capaci di catturare gli eventi estremi, cioè quelli che dovrebbero essere oggetto di valutazioni più attente da parte del risk management. Per tale motivo, ai modelli di stima del VaR cosiddetti tradizionali, autori come Embrechts, McNeil e Longin hanno cercato di contrapporre un modello ( cosiddetto alternativo ) per spiegare la distribuzione delle perdite attraverso la Teoria dei Valori Estremi ( EVT – Extreme Value Theory ). Questi autori hanno incentrato la propria analisi sull'elaborazione di modelli che possano meglio adattarsi a quegli eventi, definiti estremi, che si riscontrano o si sono riscontrati nel corso degli anni nei mercati finanziari.
Durante quest’ultimo decennio molti studiosi si sono dedicati all’applicazione della teoria dei valori estremi alla finanza, elaborando nuovi strumenti di misurazione che possono essere estesi a tutte le categorie di rischio. Per quanto riguarda i rischi di mercato, lo studio si è concentrato sulla distribuzione dei rendimenti delle variabili di mercato in base alla convinzione che l’interesse di un risk manager si deve concentrare proprio sui valori contenuti nelle code di queste ultime, in modo da poter estrapolare informazioni circa i valori estremi. Il vantaggio di questa teoria risiede proprio nella possibilità di focalizzare l'attenzione sulle code, in particolare di analizzare ciascuna di esse senza fare ricorso all'ipotesi semplificatrice, e spesso irrealistica, di distribuzione normale di rendimenti.
La presente tesi, nella prima parte, si propone di approfondire il tema del risk management definendo il concetto di rischio e suddividendolo nei vari significati che esso può assumere dal punto di vista finanziario. Nello specifico, si andranno ad analizzare i principali caratteri definitori dei rischi di mercato e quelli riguardanti la disciplina dettata dalle Autorità di Vigilanza, concentrando l'attenzione, in modo particolare, sulle due metodologie di calcolo del requisito patrimoniale: standardizzato e basato su modelli interni.
Nella seconda parte, si andranno ad approfondire i modelli di gestione del rischio di mercato, in particolare il Value at Risk (VaR). Saranno esaminati i tre diversi approcci di calcolo del Value at Risk, sia per una singola attività che per l’intero portafoglio, specificandone per ognuno di essi ( parametrico, basato sulla simulazione storica e Montecarlo) pregi e difetti. Si farà, inoltre, un breve excursus sui modelli di stima della volatilità da utilizzare nell’implementazione nei modelli di VaR suddetti.
Nella terza parte verrà analizzata una misura alternativa al VaR ovvero l'Exspected Shortfall mettendo in rilievo le caratteristiche, le finalità e le principali differenze rispetto al VaR.
Lo scopo della tesi tuttavia è quello di evidenziare come i metodi standard utilizzati per il calcolo del VaR, ovvero il modello parametrico e le tecniche di simulazione, non siano capaci di catturare gli eventi estremi, cioè quelli che dovrebbero essere oggetto di valutazioni più attente da parte del risk management. Per tale motivo, ai modelli di stima del VaR cosiddetti tradizionali, autori come Embrechts, McNeil e Longin hanno cercato di contrapporre un modello ( cosiddetto alternativo ) per spiegare la distribuzione delle perdite attraverso la Teoria dei Valori Estremi ( EVT – Extreme Value Theory ). Questi autori hanno incentrato la propria analisi sull'elaborazione di modelli che possano meglio adattarsi a quegli eventi, definiti estremi, che si riscontrano o si sono riscontrati nel corso degli anni nei mercati finanziari.
Durante quest’ultimo decennio molti studiosi si sono dedicati all’applicazione della teoria dei valori estremi alla finanza, elaborando nuovi strumenti di misurazione che possono essere estesi a tutte le categorie di rischio. Per quanto riguarda i rischi di mercato, lo studio si è concentrato sulla distribuzione dei rendimenti delle variabili di mercato in base alla convinzione che l’interesse di un risk manager si deve concentrare proprio sui valori contenuti nelle code di queste ultime, in modo da poter estrapolare informazioni circa i valori estremi. Il vantaggio di questa teoria risiede proprio nella possibilità di focalizzare l'attenzione sulle code, in particolare di analizzare ciascuna di esse senza fare ricorso all'ipotesi semplificatrice, e spesso irrealistica, di distribuzione normale di rendimenti.
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