Tesi etd-01222022-121523 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BARDAZZI, BEATRICE
URN
etd-01222022-121523
Titolo
Influenza di manualità, genere, età e scolarità su velocità e accuratezza nella valutazione dell'attenzione
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Dott.ssa Ferroni, Lucia
Parole chiave
- attenzione; tempi di reazione.
Data inizio appello
24/02/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Riassunto
Introduzione – La tecnica dei tempi di reazione, impiegata ampiamente a fini diagnostici e medico legali per la valutazione dell’attenzione, presenta diverse difficoltà di applicazione sia a livello metodologico (prima fra tutte la mancanza di valori standard di riferimento e di una taratura standardizzata per ogni dispositivo) che clinico (difficoltà di applicazione per determinate fasce di utenza).
Scopo – Questa tesi ha l’obiettivo di valutare l’influenza sui tempi di reazione delle variabili età, genere e scolarità, nonché della mano utilizzata per eseguire i test, analizzando in maniera critica le ripercussioni che tali variabili hanno su velocità e accuratezza di performance.
Materiali e metodi – Sono stati inclusi nello studio 40 soggetti sani, 20 femmine e 20 maschi, di età compresa fra i 40 e gli 80 anni. Tutti i soggetti sono stati valutati con due test di TR del software Train the Brain: una prova semplice e una con scelta. I test sono stati eseguiti con entrambe le mani: in metà dei casi è stata utilizzata per prima la mano dominante, nell'altra metà la mano non dominante. Sono stati registrati il tempo di esecuzione, le omissioni e gli errori (falsi allarmi). L'analisi statistica è stata condotta con t test di Student e correlazione bivariata di Pearson.
Risultati – L’indagine per mezzo della correlazione bivariata di Pearson mostra correlazioni statisticamente significative fra tutte le variabili considerate, soprattutto quando esse appartengono allo stesso parametro (tempo di esecuzione, omissioni o errori); anche età e scolarità influenzano alcuni dei parametri nel test di TR.
Il t test per il confronto delle medie mostra per molte variabili una tendenza alla significatività, pur non raggiungendola, e l’analisi qualitativa dei dati evidenzia differenze fra le prestazioni dei partecipanti.
La mano dominante dei soggetti mostra una superiorità e un migliore apprendimento del compito in quasi tutti i parametri considerati; inoltre, la mano con cui si esegue il test per prima influenza la performance e l’apprendimento del task in maniera differenziale. Infine, sono state riscontrate differenze di genere nell’esecuzione delle prove, a prescindere dal tipo di test e dalla mano utilizzata: le donne tendono a prediligere l’accuratezza di performance, commettendo meno errori e meno omissioni; al contrario il genere maschile privilegia la velocità di esecuzione, ottenendo tempi medi inferiori.
Conclusioni – Il divario fra l'assenza di significatività nell’indagine statistica e le osservazioni qualitative dei risultati da cui emergono varie tendenze, suggerisce che il campione, pur essendo piuttosto numeroso, debba essere ulteriormente ampliato per fornire più consistenza ai dati riscontrati.
Oltre a ciò, sarebbe utile rendere il campione più eterogeneo, considerando più variabili (come, ad esempio, la professione o la presenza/assenza di patologie anche lievi che impattano sulle performance a test attentivi), in modo da giungere a valori normativi standardizzati per la popolazione che tengano conto di questa notevole eterogeneità dell'utenza.
Potrebbe, poi, essere opportuno variare il canale di percezione degli stimoli target (utilizzando per esempio prove di TR acustici), oppure andare a indagare la reattività degli arti inferiori, nel tentativo di ampliare le possibilità di impiego di queste prove, e di renderle più ecologiche.
Al momento, per l'uso clinico in ambito diagnostico/valutativo, a causa della notevole variabilità inter-individuale e dei limiti di standardizzazione, appare necessario integrare i risultati ottenuti ai test con l'anamnesi e con l'osservazione ecologica del soggetto in esame.
Introduzione – La tecnica dei tempi di reazione, impiegata ampiamente a fini diagnostici e medico legali per la valutazione dell’attenzione, presenta diverse difficoltà di applicazione sia a livello metodologico (prima fra tutte la mancanza di valori standard di riferimento e di una taratura standardizzata per ogni dispositivo) che clinico (difficoltà di applicazione per determinate fasce di utenza).
Scopo – Questa tesi ha l’obiettivo di valutare l’influenza sui tempi di reazione delle variabili età, genere e scolarità, nonché della mano utilizzata per eseguire i test, analizzando in maniera critica le ripercussioni che tali variabili hanno su velocità e accuratezza di performance.
Materiali e metodi – Sono stati inclusi nello studio 40 soggetti sani, 20 femmine e 20 maschi, di età compresa fra i 40 e gli 80 anni. Tutti i soggetti sono stati valutati con due test di TR del software Train the Brain: una prova semplice e una con scelta. I test sono stati eseguiti con entrambe le mani: in metà dei casi è stata utilizzata per prima la mano dominante, nell'altra metà la mano non dominante. Sono stati registrati il tempo di esecuzione, le omissioni e gli errori (falsi allarmi). L'analisi statistica è stata condotta con t test di Student e correlazione bivariata di Pearson.
Risultati – L’indagine per mezzo della correlazione bivariata di Pearson mostra correlazioni statisticamente significative fra tutte le variabili considerate, soprattutto quando esse appartengono allo stesso parametro (tempo di esecuzione, omissioni o errori); anche età e scolarità influenzano alcuni dei parametri nel test di TR.
Il t test per il confronto delle medie mostra per molte variabili una tendenza alla significatività, pur non raggiungendola, e l’analisi qualitativa dei dati evidenzia differenze fra le prestazioni dei partecipanti.
La mano dominante dei soggetti mostra una superiorità e un migliore apprendimento del compito in quasi tutti i parametri considerati; inoltre, la mano con cui si esegue il test per prima influenza la performance e l’apprendimento del task in maniera differenziale. Infine, sono state riscontrate differenze di genere nell’esecuzione delle prove, a prescindere dal tipo di test e dalla mano utilizzata: le donne tendono a prediligere l’accuratezza di performance, commettendo meno errori e meno omissioni; al contrario il genere maschile privilegia la velocità di esecuzione, ottenendo tempi medi inferiori.
Conclusioni – Il divario fra l'assenza di significatività nell’indagine statistica e le osservazioni qualitative dei risultati da cui emergono varie tendenze, suggerisce che il campione, pur essendo piuttosto numeroso, debba essere ulteriormente ampliato per fornire più consistenza ai dati riscontrati.
Oltre a ciò, sarebbe utile rendere il campione più eterogeneo, considerando più variabili (come, ad esempio, la professione o la presenza/assenza di patologie anche lievi che impattano sulle performance a test attentivi), in modo da giungere a valori normativi standardizzati per la popolazione che tengano conto di questa notevole eterogeneità dell'utenza.
Potrebbe, poi, essere opportuno variare il canale di percezione degli stimoli target (utilizzando per esempio prove di TR acustici), oppure andare a indagare la reattività degli arti inferiori, nel tentativo di ampliare le possibilità di impiego di queste prove, e di renderle più ecologiche.
Al momento, per l'uso clinico in ambito diagnostico/valutativo, a causa della notevole variabilità inter-individuale e dei limiti di standardizzazione, appare necessario integrare i risultati ottenuti ai test con l'anamnesi e con l'osservazione ecologica del soggetto in esame.
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Tesi non consultabile. |