Tesi etd-01222014-104447 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PENNACCHIO, VIVIANA
URN
etd-01222014-104447
Titolo
L'esposizione del Grande Altare pergameno nel Pergamonmuseum di Berlino: dai primi allestimenti al nuovo progetto.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
ARCHEOLOGIA
Relatori
relatore Dott.ssa Donati, Fulvia
Parole chiave
- Altare di Pergamo
Data inizio appello
10/02/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente studio nasce da una giovanile passione per la storia dei musei e per la museologia in genere, che nel corso degli anni della formazione accademica ha assunto forma più matura e dimensione scientifica. L’avvio dei lavori di completamento e di nuova musealizzazione presso il Pergamonmuseum di Berlino nell’autunno del 2012, nell’ambito del progetto Museumsinsel 2000-2025, e la chiusura della Sala dell’Altare di Pergamo prevista nell’ottobre del 2014 hanno acceso in me l’interesse per approfondire un nuovo contesto museale con sistematicità e rigore tecnico, che ha rappresentato un modello per altre realtà europee. Nell’attesa della consegna del nuovo museo, solo dopo la quale sarà possibile compiere una valutazione completa dell’efficacia e della coerenza delle soluzioni espositive adottate, ho valutato opportuno ricostruire ed analizzare le fasi principali della sua complessa storia, inevitabilmente connessa agli eventi che segnarono la Germania dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri.
Il punto di osservazione dello studio di seguito presentato è la sequenza storica della musealizzazione del Grande Altare pergameno, del quale il Pergamonmuseum conserva il nome e riproduce le forme. La sua costruzione trae infatti la sua ragion d’essere dalla fortunata scoperta nella seconda metà dell’Ottocento – da parte dei Musei Reali di Berlino sotto la guida dell’ingegnere Carl Humann – del “monumento della vittoria” fatto erigere dal re di Pergamo Eumene II. Dopo un’intesa stagione di scavi, durante la quale sono stati restituiti i noti fregi della Gigantomachia e della Telefeia che adornavano l’Altare, fu assunta la decisione di dare un’adeguata sede espositiva a quello che per diverse ragioni divenne la nuova icona di Berlino e della nazione riunificata.
Partendo quindi da un’estrema sintesi delle circostanze e delle motivazioni storiche in cui l’Altare venne eretto, mi sono occupata delle vicende e degli eventi legati alle tre campagne archeologiche (1878-1886), attorno alle quali si concentrò l’attenzione degli studiosi e dell’autorità imperiale, interessata a trarre da quelle spedizioni il massimo risultato per il Reich, sia in termini di visibilità pubblica sia in termini di affermazione museale del Paese in un quadro europeo in continua evoluzione. Dall’organizzazione delle prime esposizioni ai grandi festeggiamenti del 1886, l’Altare di Pergamo fu al centro di un intenso programma politico e culturale, che si sviluppò ad ampio raggio ed implementò la partecipazione attiva della Germania nella conquista archeologica ed economica dell’Oriente.
A questi cambiamenti guardò la vicenda museale del Pergamonmuseum, eretto nel cuore della Museumsinsel berlinese; con l’Altare era giunta a Berlino una gran quantità di materiali originari, in questo ben più preziosi delle numerose copie di cui i musei dell’isola erano saturi. Dalla Direzione dei Musei Reali venne la decisione di realizzare un nuovo edificio destinato ad ospitare proprio l’Altare, che nel suo isolamento e nella sua monumentalità parzialmente ricostruita poté essere apprezzato pubblicamente. La realizzazione dell’architetto Fritz Wolff, il primo a sperimentare un modello di Ganzaufstellung come mai in seguito sarebbe stato riproposto, non fu però ritenuta all’altezza delle aspettative e dopo solo otto anni il museo venne chiuso.
Con la costruzione del secondo Pergamonmuseum di Messel e di Hoffmann, concepito per ospitare non soltanto i reperti pergameni ma i grandi monumenti architettonici di provenienza orientale, mutò completamente la percezione che si ebbe dell’Altare, dando forma definitiva all’attuale esposizione, sulla quale intervenne l’insistenza di teorie moderniste, ispirate dal proposito di spettacolarizzare il fenomeno archeologico. Da un rapido esame dei diversi casi di esposizione presentati nelle sale del museo e delle più recenti mostre organizzate si è cercato di mettere in evidenza i pregi ed i difetti di un sistema che ha avuto largo seguito determinando gli sviluppi futuri della museologia tedesca.
Nonostante i gravi danni subiti dal museo durante la guerra, ai quali si è cercato di far fronte nei difficili decenni successivi, l’Altare di Pergamo ha continuato ad essere il monumento musealizzato più visitato a Berlino ed in Germania e, stando alle previsioni che accompagnano gli interventi di restauro ed ampliamento del museo in corso di esecuzione, esso manterrà a lungo questo suo primato. Dalla caduta del Muro di Berlino ad oggi la Stiftung Preußischer Kulturbesitz (la fondazione che si occupa dell’amministrazione e della tutela del patrimonio artistico e museale della capitale tedesca) ha promosso ed incoraggiato l’approvazione di un progetto improntato al completamento dell’esposizione presentata nel museo, con la musealizzazione di nuovi testimoni dell’architettura antica accanto al Grande Altare, nell’ottica di un rinnovamento delle modalità di visita per il grande pubblico.
Il punto di osservazione dello studio di seguito presentato è la sequenza storica della musealizzazione del Grande Altare pergameno, del quale il Pergamonmuseum conserva il nome e riproduce le forme. La sua costruzione trae infatti la sua ragion d’essere dalla fortunata scoperta nella seconda metà dell’Ottocento – da parte dei Musei Reali di Berlino sotto la guida dell’ingegnere Carl Humann – del “monumento della vittoria” fatto erigere dal re di Pergamo Eumene II. Dopo un’intesa stagione di scavi, durante la quale sono stati restituiti i noti fregi della Gigantomachia e della Telefeia che adornavano l’Altare, fu assunta la decisione di dare un’adeguata sede espositiva a quello che per diverse ragioni divenne la nuova icona di Berlino e della nazione riunificata.
Partendo quindi da un’estrema sintesi delle circostanze e delle motivazioni storiche in cui l’Altare venne eretto, mi sono occupata delle vicende e degli eventi legati alle tre campagne archeologiche (1878-1886), attorno alle quali si concentrò l’attenzione degli studiosi e dell’autorità imperiale, interessata a trarre da quelle spedizioni il massimo risultato per il Reich, sia in termini di visibilità pubblica sia in termini di affermazione museale del Paese in un quadro europeo in continua evoluzione. Dall’organizzazione delle prime esposizioni ai grandi festeggiamenti del 1886, l’Altare di Pergamo fu al centro di un intenso programma politico e culturale, che si sviluppò ad ampio raggio ed implementò la partecipazione attiva della Germania nella conquista archeologica ed economica dell’Oriente.
A questi cambiamenti guardò la vicenda museale del Pergamonmuseum, eretto nel cuore della Museumsinsel berlinese; con l’Altare era giunta a Berlino una gran quantità di materiali originari, in questo ben più preziosi delle numerose copie di cui i musei dell’isola erano saturi. Dalla Direzione dei Musei Reali venne la decisione di realizzare un nuovo edificio destinato ad ospitare proprio l’Altare, che nel suo isolamento e nella sua monumentalità parzialmente ricostruita poté essere apprezzato pubblicamente. La realizzazione dell’architetto Fritz Wolff, il primo a sperimentare un modello di Ganzaufstellung come mai in seguito sarebbe stato riproposto, non fu però ritenuta all’altezza delle aspettative e dopo solo otto anni il museo venne chiuso.
Con la costruzione del secondo Pergamonmuseum di Messel e di Hoffmann, concepito per ospitare non soltanto i reperti pergameni ma i grandi monumenti architettonici di provenienza orientale, mutò completamente la percezione che si ebbe dell’Altare, dando forma definitiva all’attuale esposizione, sulla quale intervenne l’insistenza di teorie moderniste, ispirate dal proposito di spettacolarizzare il fenomeno archeologico. Da un rapido esame dei diversi casi di esposizione presentati nelle sale del museo e delle più recenti mostre organizzate si è cercato di mettere in evidenza i pregi ed i difetti di un sistema che ha avuto largo seguito determinando gli sviluppi futuri della museologia tedesca.
Nonostante i gravi danni subiti dal museo durante la guerra, ai quali si è cercato di far fronte nei difficili decenni successivi, l’Altare di Pergamo ha continuato ad essere il monumento musealizzato più visitato a Berlino ed in Germania e, stando alle previsioni che accompagnano gli interventi di restauro ed ampliamento del museo in corso di esecuzione, esso manterrà a lungo questo suo primato. Dalla caduta del Muro di Berlino ad oggi la Stiftung Preußischer Kulturbesitz (la fondazione che si occupa dell’amministrazione e della tutela del patrimonio artistico e museale della capitale tedesca) ha promosso ed incoraggiato l’approvazione di un progetto improntato al completamento dell’esposizione presentata nel museo, con la musealizzazione di nuovi testimoni dell’architettura antica accanto al Grande Altare, nell’ottica di un rinnovamento delle modalità di visita per il grande pubblico.
Note
La tesi in oggetto non è stata inserita correttamente nel data base dall’autore. L’autore stesso ed i relatori sono stati avvertiti di tale omissione.
File
Nome file | Dimensione |
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Altare.pdf | 54.37 Kb |
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