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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01212023-115016


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FRANCESCHINI, VERONICA
URN
etd-01212023-115016
Titolo
La risposta dell’Europa alla pandemia di Covid-19: dal programma Next Generation EU ai Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Milazzo, Pietro
Parole chiave
  • next generation eu
  • piano nazionale di ripresa e resilienza
  • recovery and resilience facility
  • react-eu
  • dispositivo per la ripresa e la resilienza
Data inizio appello
27/02/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/02/2026
Riassunto
Questa tesi di laurea magistrale si concentra soprattutto nell’analizzare e nel descrivere dettagliatamente come le istituzioni europee hanno risposto alla pandemia globale di Covid-19, diffusasi in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea da marzo 2020.
Le economie dei paesi europei sono state colpite duramente dalla pandemia, soprattutto quella italiana, infatti, quest’ultima ha subito una riduzione del Pil dell’8,9%, a fronte di un calo dell’Unione Europea del 6,2%.
L’Unione Europea ha risposto alla crisi con il Next Generation EU, che rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme e può essere l’occasione per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo, uscendo più forti di prima dalla crisi.

Il presente lavoro è strutturato in quattro capitoli.

Il primo che si sofferma sulla programmazione dei fondi europei 2021-2027 e quindi sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027, in quanto rappresenta la più grande sfida dell’Unione Europea dalla sua nascita, infatti tra Brexit e Covid-19, l’Unione, non era mai stata così divisa e a rischio.
Il 17 dicembre 2020, il Consiglio, approva il Quadro Finanziario Pluriennale (1074,3 miliardi di euro) che è stato integrato con il programma Next Generation EU, con l’obiettivo di fornire una risposta alla crisi economica determinata dalla pandemia da Coronavirus. Con il programma NGEU viene conferito alla Commissione europea il potere di contrarre, per conto dell’Unione, prestiti sui mercati dei capitali fino a 750 miliardi di euro, da utilizzare solo per affrontare le conseguenze della pandemia.
Il finanziamento di NGEU è incanalato attraverso programmi che fanno parte del bilancio a lungo termine; infatti, diverse rubriche sono finanziate sia nell’ambito del QFP, sia nell’ambito di Next Generation EU. Da questo deduciamo come non era possibile parlare del programma NGEU senza prima avere una visione completa e dettagliata dei fondi europei e del QFP 2021-2027, in quanto, a seguito della pandemia risultano strettamente interrelati.

Il secondo capitolo vuole dare una visione dettagliata sulle principali linee di intervento proposte dall’Unione Europea per rispondere alla pandemia da Covid-19, tra queste abbiamo il programma Next Generation EU che ha rappresentato l’intervento più ingente.
Esso rappresenta un programma di finanziamenti finalizzati al sostegno della ripresa economica nei paesi dell’UE, con una dotazione di risorse, garantite dall’Unione Europea, per un importo di 750 miliardi di euro (a prezzi del 2018) da utilizzare nel periodo 2021-2026.
Questo capitolo illustra e descrive i vari programmi del NGEU e come avviene l’allocazione delle risorse tra di essi. I programmi più importanti che hanno un impegno finanziario maggiore, ai quali è stata dedicata una descrizione più dettagliata sono il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF) e il REACT-EU. Il primo ha durata di sei anni (2021-2026) e richiede agli Stati membri dell’UE di presentare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed enuncia le sei grandi aree di intervento (pilastri) sui quali i PNRR si dovranno focalizzare, ovvero: transizione verde; trasformazione digitale; crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, coesione sociale e territoriale; salute e resilienza economica, sociale e istituzionale; politiche per le nuove generazioni, l’infanzia e i giovani.
Il REACT-EU, invece, è stato concepito in un’ottica di breve termine (2021-2022) per aiutare gli stati membri nella fase di rilancio ed ha un budget di circa 50 miliardi di euro. È un finanziamento aggiuntivo dell’UE che integra i programmi esistenti della politica di coesione finanziati dal FESR, dal FSE e dal FEAD.
Il capitolo descrive, inoltre, la strategia di finanziamento del NGEU e i diversi strumenti finanziari adottati dalla Commissione; infatti, le risorse di Next Generation EU non provengono solo dal bilancio pluriennale ma anche dal ricorso al mercato finanziario (la Commissione Europea si è affidata al mercato dei capitali).

Il terzo capitolo focalizza l’attenzione sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia, approvato il 13 luglio 2021 con un budget di 191,5 miliardi di euro (di cui 68,9 miliardi sono sovvenzioni e 122,6 miliardi sono prestiti). Il PNRR è un piano con obiettivi e traguardi ben definiti, da realizzare in tempi certi, la cui rendicontazione finale è prevista entro il 2026. Gli investimenti e le riforme previste sono accompagnati da un calendario di attuazione e da un elenco di risultati da realizzare, i quali sono precondizione per l’erogazione dei fondi da parte dell’UE. Gli investimenti, le riforme e i progetti del PNRR sono guidati da tre priorità trasversali: transizione digitale; transizione verde; parità di genere, giovani e divari territoriali.
Nel capitolo vengono illustrate le riforme orizzontali, abilitanti, settoriali e quelle di accompagnamento del PNRR. Vengono descritte le sei missioni del PNRR, cioè: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. Inoltre, viene spiegata la governance del Piano che prevede una struttura di coordinamento centrale presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che supervisiona l’attuazione del Piano ed è responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione Europea. Accanto al MEF agiscono strutture di valutazione e di controllo. Le amministrazioni sono responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme e inviano i loro rendiconti al MEF.
Un paragrafo è stato dedicato alla spiegazione del principio del “non arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali (DNSH), in quanto gli investimenti e le riforme previsti nel PNRR devono rispettarlo. In particolare, un’attività economica, per rispettare questo principio non deve arrecare un danno significativo alla mitigazione dei cambiamenti climatici, all’adattamento ai cambiamenti climatici, alla protezione delle risorse idriche e marine, alla transizione verso un’economia circolare, alla prevenzione e riduzione dell’inquinamento e alla protezione della biodiversità e degli ecosistemi.
Infine, il capitolo illustra la valutazione del PNRR da parte della Commissione Europea, la quale aveva previsto un notevole aumento del Pil nel 2022, in realtà la situazione si è complicata con lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina e questo ha portato la Commissione a rivedere le sue previsioni. Nonostante questo, secondo la Commissione, il PNRR italiano risponde a importanti esigenze di investimento per la transizione, sia verde che digitale, e per il miglioramento dell’accesso alle cure essenziali. Inoltre, la Commissione, ha valutato il PNRR equilibrato nella sua risposta ai sei pilastri politici del RRF.

L’ultimo capitolo ha l’obiettivo di analizzare e comparare i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza di alcuni paesi dell’Unione Europea: Francia, Germania, Spagna, Grecia, Polonia e Italia, ritenendo che questi stati per motivi di carattere storico, politico, economico e vicinanza geografica fossero i più utili e rappresentativi per poter fare osservazioni comparative.
La Francia ha presentato il suo PNRR “France Relance” il 3 settembre 2020 con 100 miliardi di euro totali previsti di cui 39,4 miliardi sono coperti da trasferimenti a fondo perduto da parte di Bruxelles attraverso il RRF. Il 46% delle risorse che arriveranno alla Commissione sono state stanziate per la lotta al cambiamento climatico. Il PNRR francese è stato valutato positivamente dalla Commissione Europea.
La Germania ha presentato il suo PNRR “Darp” alla fine di aprile 2021, il budget totale del Piano è pari a 28 miliardi di euro, di ui 25,6 miliardi sono richiesti a Bruxelles sotto forma di Grants. Il 40% dei fondi sono dedicati dalla transizione ecologica. Anche il Piano tedesco è stato valutato positivamente dalla Commissione.
La Spagna ha presentato il proprio PNRR (il secondo PNRR più importante per l’ammontare dei finanziamenti dopo quello italiano) da 69,5 miliardi ad aprile 2021. Le spese saranno coperte da trasferimenti a fondo perduto dall’UE, che rendono la Spagna il principale beneficiario di grants nel quadro del RRF. Il governo spagnolo ha stanziato in totale 48,6 miliardi di euro per quanto riguarda la transizione ecologica e quella digitale. Il Piano è stato valutato complessivamente rispondente ai criteri da parte della Commissione Europea.
Il PNRR greco “Greece 2.0” è stato consegnato alla Commissione Europea il 27 aprile 2021 e potrà contare su un ammontare di risorse pari a circa 18 miliardi di euro di sovvenzioni e fino a 12 miliardi di euro di prestiti agevolati; inoltre, la sola transizione ecologica assorbe il 68% dei sussidi. Il PNRR greco è stato definito “ambizioso” dalla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen.
Il Piano elaborato dalla Polonia è stato ufficialmente inviato a Bruxelles all’inizio di maggio 2021. La Polonia ha deciso di accedere sia alle risorse a fondo perduto sia ai prestiti, rispettivamente per un ammontare di 23,9 e 11,5 miliardi di euro. Di questi 35,4 miliardi il 48,3% sono destinati alla transizione verde. La Commissione Europea ha approvato il PNRR polacco ma al momento non ci sono stati invii di risorse a causa dei molteplici conflitti tra la Polonia e le istituzioni dell’UE; conflitti che hanno per oggetto l’indipendenza della magistratura polacca.
Dopo averli descritti, il capitolo si dedica a compararli, nonostante non sia un processo semplice in quanto la definizione delle categorie di titoli e la disponibilità di informazioni sulle categorie varia da paese a paese.

La conclusione della tesi vuole mettere in evidenza il fatto che ad oggi lo scenario socioeconomico è cambiato e si presentano nuovi fenomeni e minacce; infatti, una grossa incertezza è rappresentata da una forte ripresa dell’inflazione e dal conflitto bellico in corso tra Russia e Ucraina. Quest’ultimo ha generato una forte crisi umanitaria e ha causato nuove problematiche portando l’Europa a fronteggiare una forte crisi energetica. Questi problemi hanno colpito l’attuazione tempestiva delle riforme presenti del PNRR e per questo alcuni capitoli dei PNRR dovranno essere rivisti, in particolare dovranno essere accelerate quelle parti che contribuiscono a ridurre l’approvvigionamento di energia dalla Russia e dovranno essere sviluppati progetti legati alla diversificazione delle fonti energetiche.
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