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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01212004-182348


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Biundo, Fabrizio
URN
etd-01212004-182348
Titolo
Validazione dell'impiego della distribuzione di EIFS nell'analisi del comportamento a fatica di giunzioni rivettate.
Dipartimento
INGEGNERIA
Corso di studi
INGEGNERIA AEROSPAZIALE
Relatori
relatore Ing. Lazzeri, Roberta
relatore Prof. Lazzeri, Luigi
relatore Prof. Cavallini, Giorgio
Parole chiave
  • fatica
  • equivalent initial flaw size
  • EIFS
  • giunzioni
Data inizio appello
23/02/2004
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
23/02/2044
Riassunto
Con la presente tesi è stata effettuata una campagna di prove sperimentali utilizzando giunti chiodati (lap-joint) sollecitati ad ampiezza costante e a spettri di carico ad ampiezza variabile in ambiente di laboratorio. Le prove di fatica sono state svolte su 21 “pannelli” e su 23 “strisce” ricavate mediante tranciatura dai pannelli stessi. Le prove sono state interrotte a numeri di cicli prestabiliti, ben prima che la giunzione si rompesse per fatica, e in seguito si è provveduto a rompere staticamente il provino per poter misurare, tramite microscopio ottico, tutte le cricche nucleatesi nella fila critica della giunzione stessa. Si è così evitato il problema della misura della crescita della cricca sotto la testa dei rivetti, e si è ottenuta un’accurata descrizione dell’evoluzione del danno in termini statistici. Tramite i dati, così ricavati, si è proceduto alla determinazione della distribuzione EIFS, [3-4], Equivalent Initial Flaw Size. Per determinare il data-base sono stati utilizzati i dati sperimentali ottenuti dalle prove sulle “strisce”, mentre i dati sperimentali ottenuti dalle prove sui “pannelli”, sono stati utilizzati per effettuare una verifica del data-base trovato.
I metodi probabilistici possono rappresentare un nuovo approccio per affrontare i fenomeni MSD in maniera differente da quella normalmente utilizzata, la quale ipotizza una distribuzione di danneggiamenti in più punti critici. Si può, infatti, tramite questa metodologia, evitare di fare assunzioni sulla dimensione delle fessure avvicinandoci in maniera più fedele alla realtà del danneggiamento per fatica.
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