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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01192012-151546


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
LIVRAGHI, LEYLA MARIA GABRIELLA
URN
etd-01192012-151546
Titolo
"La fatalita dell'amore: Cino da Pistoia poeta del Duecento e il suo rapporto con Dante"
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
LINGUA E LETTERATURA ITALIANA
Relatori
relatore Prof. Ciccuto, Marcello
Parole chiave
  • Cino da Pistoia
  • Dante
  • Dolce Stil Nuovo
  • De vulgari eloquentia
  • canzone "montanina"
Data inizio appello
13/02/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/02/2052
Riassunto
Con questa tesi si vorrebbe ovviare alla tenacia e alla durevolezza dei pregiudizi che circondano la figura di Cino da Pistoia. Il primo capitolo si propone di interpretare la poesia ciniana come prodotto della sua epoca e non secondo gli sviluppi che determinati spunti ciniani avrebbero avuto in Petrarca o comunque nei secoli successivi. Segue poi un capitolo dedicato all’influenza che Cino, lungi dall’essere davvero un epigono, ebbe sulla formulazione del concetto dantesco di Stil nuovo; l’esame è impostato seguendo le direttrici del dialogo di Cino con gli altri poeti del tempo, segnatamente Cavalcanti e il bolognese Onesto degli Onesti. Il capitolo si conclude con un’incursione in campo mitologico: prima di Petrarca, Cino fu l’unico a riformulare in modo personale la vicenda di Apollo e Dafne. La seconda parte della tesi è dedicata interamente al rapporto di Cino con Dante in quella particolare fase della biografia dantesca che comprende i primi anni del suo esilio. Il terzo capitolo ripercorre i sonetti che i due poeti si scambiarono anche in considerazione del ruolo eminente che Dante fece impersonare all’amico nel De vulgari eloquentia. Il quarto e ultimo capitolo riguarda invece l’influenza ciniana sull’estrema prova lirica dantesca, la canzone montanina "Amor, da che convien purch’io mi doglia".
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