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Tra XI e XII secolo importanti svolte politiche smossero le fondamenta stesse del Regnum Italiae: la dissoluzione del potere carolingio nella penisola porta ad un vuoto di potere che più volte fu oggetto di contese fra poteri religiosi e laici.
La nascita di poteri locali e autonomi fu una svolta politica senza precedenti all'interno del Regnum: nel corso dell'XI secolo le città furono teatro di rivolte contro il potere imperiale e gli imperatori non riuscirono a placare in alcun il desiderio di autogoverno che si sviluppava sempre più in fretta fra i cittadini. Tramite forza bruta o per mezzo di importanti concessioni, le cittadinanze crearono istituzioni volte a sostituire un potere che non era più tangibile in Italia: Corrado III provò a placare gli animi dei cittadini della penisola con l’emissione dell’edictum de beneficiis, ma se l’obiettivo dell’imperatore era quello di far accontentare i rivoltosi ottenne il risultato opposto, poiché fu proprio quest’editto che incoraggiò lo sviluppo signorile, portando quindi ad inaspettate evoluzioni all’interno delle politiche cittadine: i vescovi iniziarono a perdere quel potere di cui si erano impadroniti in seguito alla fine delle istituzioni carolingie e che gli aveva permesso di ottenere diversi beni e diritti temporali, mentre le cittadinanze riuscirono a trovare nell'autogestione della citta nuova linfa vitale per uno sviluppo autonomo e non dipendente dal potere imperiale o da quello dei vescovi. L’XI secolo è caratterizzato dalla lotta per le investiture, la quale gioca un ruolo non indifferente nell’evoluzione e nello sviluppo degli autogoverni cittadini: per alcune di queste cittadinanze i conflitti tra papi e imperatori furono terreno fertile per ottenere diritti e benefici prima impensabili. Entrambe le fazioni avevano i loro alleati all’interno e fuori dalle mura cittadine, ma non ci sono dubbi nell’affermare che spesso le cittadinanze miravano più alla questione politica che spirituale nella diatriba tra corona e papato. Le politiche auto governative dei nascenti comuni li portarono inevitabilmente ad entrare in contrasto con l’autorità imperiale: Federico I nel 1158 cercò di limitare il potere comunale durante la dieta di Roncaglia, d’altro canto i cives non rimasero inermi di fronte al dictat imperiale e si unirono in una Lega in funzione anti federiciana, arrivando ad una situazione di costante tensione che sfociò in numerosi conflitti tra comuni ed imperatore, il cui culmine giunse nel 1176 a Legnano dove i comuni sconfiggono l’esercito imperiale, ottenendo sette anni più tardi il riconoscimento delle regalie ai comuni della Lega.
Cosa si intende esattamente per «Comune»? Vi sono tracce dirette che ne indicano l’effettivo inizio? I cittadini erano consapevoli della «rivoluzione» che stavano attuando? Da sempre l’età comunale è stata oggetto di studio da parte degli storici, difatti le molte concezioni delle istituzioni consolare sviluppatesi nel tempo dimostrano l’attenzione degli storiografi verso quegli anni. L’obiettivo della mia ricerca è quello di rintracciare la prima attestazione dell’istituzione consolare, analizzarne il contesto e la loro distribuzione. Una volta analizzati i comuni presenti in Toscana, la mia area di ricerca, procederò con un’analisi dell’operato dei consoli attraverso l’analisi di donazioni, privilegi, sentenze e di tutta la documentazione sopravvissuta fino a oggi utile ai fini della mia indagine.