Tesi etd-01182023-113126 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
VERDE, PASQUALE
URN
etd-01182023-113126
Titolo
La valutazione del rischio di credito in contesti di crisi internazionali: il ruolo informativo del mercato dei Credit Default Swaps.
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof. Vannucci, Emanuele
Parole chiave
- cds
- Covid-19
- credit default swaps
- credit risk
- crisi finanziaria
- derivatives
- financial crisis
- guerra in Ucraina
- rischio di credito
- strumenti derivati
- Ukraine war
Data inizio appello
27/02/2023
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Lo scopo di questo elaborato è approfondire la tematica del rischio di credito in relazione agli ultimi risvolti sui mercati finanziari. Nel rapporto tra creditore e debitore, che fa capo ad un’attività finanziaria, il rischio di credito rappresenta il rischio che il creditore, in qualunque forma sia concesso il prestito, non si veda rimborsato tutto o parte delle risorse impiegate. Generalmente il creditore attua delle azioni per fronteggiare il rischio di credito, ad esempio attraverso l’utilizzo di particolari “credit derivatives” detti Credit Default Swaps (CDS), ossia forme di assicurazione contro il fallimento delle controparti. I derivati su crediti sono crediti potenziali con payoff collegati al merito di credito di una determinata impresa o entità sovrana. Lo scopo di questi strumenti è quello di consentire agli operatori di mercato di negoziare il rischio associato con del debito certo legato a degli eventi. L'esempio più semplice di credit default swap può essere illustrato come segue. Il primo soggetto del contratto, il protection buyer, desidera assicurarsi contro la possibilità di inadempimento su un'obbligazione emessa da una determinata società. La società che ha emesso l'obbligazione è denominata entità di riferimento. Il secondo soggetto del contratto, il protection seller, è disposto a sopportare il rischio di default associato all’entità di riferimento. In caso di inadempimento della società emittente, il venditore accetta di acquistare, dall’acquirente della protezione, il titolo emesso al suo valore nominale. In cambio riceve un pagamento periodico, tipicamente quotato in punti base per $100 l’importo nozionale dell’obbligazione di riferimento, chiamato premio. In caso di default, il contratto è regolato (scambio dell'obbligazione e valore nominale) e il protection buyer interrompe il pagamento periodico. Se, durante tutta la vita del contratto, il default non si verifica allora il rapporto tra le parti termina alla data di scadenza del contratto. Poiché i Credit Default Swap sono contratti Over-the-counter la scadenza è negoziabile: si può andare da pochi mesi fino a 10 anni ma la scadenza più comune sono 5 anni. Una lezione importante che è stata portata avanti è stata l’insufficiente supervisione normativa sui CDS, accusata come una delle principali cause delle turbolenze sui mercati dei derivati. Secondo uno studio riportato da (Aizenman et al., 2013), l'impatto delle variazioni nel rating del credito sulle obbligazioni sovrane e sul prezzo dei CDS sembrano particolarmente importanti nel contesto europeo per diverse ragioni. In primo luogo, il primo default sovrano nella storia dell'UE si è verificato quando la Grecia è stata inadempiente sui titoli di Stato nel 2012. . In secondo luogo, il gruppo volgarmente chiamato dei PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna), un sottoinsieme dei paesi all’epoca più deboli che partecipano alla zona euro, è stato particolarmente colpito da declassamenti del credito, portando Grecia, Portogallo e Irlanda ad essere considerati “titoli spazzatura” dalla primavera del 2010. L’impatto delle agenzie di rating del credito su investitori, mutuatari, emittenti e governi è molto elevato. Svolgono un ruolo cruciale per il paese soggetto alla valutazione, poiché un declassamento ha l’effetto immediato di rendere più costoso il prestito di un paese. In virtù di questa ragione, a seguito delle crisi che si sono succedute negli ultimi anni, abbiamo deciso di confrontare due paesi europei agli antipodi: Italia e Germania, quest’ultimo benchmark di riferimento. La nostra analisi viene divisa sotto tre aspetti:
1. Comparazione tra CDS sovrani di Italia e Germania.
L’idea alla base di questo confronto è evidenziare come si sono comportati i derivati sul credito governativo dei paesi che si trovano alle diverse estremità della zona Euro. Da una parte abbiamo la Germania, che rappresenta il paese “benchmark” e che sicuramente ci può dare un’idea di come il paese più solido in Europa abbia risposto alla pandemia da COVID-19 e alla, purtroppo ancora in corso, guerra in Ucraina da parte della Russia. Dall’altro lato del ring abbiamo l’Italia, il paese nostrano che dalla crisi del 2008 non si è mai ripresa del tutto ed è sempre stata considerata, anche agli occhi dei grandi player europei, tra i paesi che sono in maggiore sofferenza.
2. Confronto CDS Corporate settore energy e automotive.
In questo secondo punto della nostra discussione abbiamo deciso di concentrare la nostra attenzione su quelli che secondo noi sono stati i settori che hanno maggiormente subito gli effetti della pandemia da COVID-19 e la guerra in Ucraina. In particolare, vogliamo capire se esistono differenze in questo senso. Mentre la crisi in questi settori durante la pandemia è stato frutto di una chiusura forzata a causa della quarantena, per la guerra le cause sono da ritrovare dal lato dell’offerta.
3. Parallelismo tra CDS sovrani e titoli azionari bancari.
L’ultimo raffronto prevede un confronto, in sostanza, tra il rischio di credito governativo e l’andamento in borsa delle principali banche di Italia e Germania. L’assunzione alla base di questo ultimo punto è che le banche sono le principali detentrici di debito di uno stato. Capire come si muovono le banche a seguito di un aumento o diminuzione del rischio di credito di un Paese ci permette di capire, e perché no anticipare, l’effetto di propagazione di una crisi finanziaria.
In virtù di ciò, sfruttando la capacità del credit derivative di anticipare quelli che sono gli effetti sul mercato del credito e di conseguenza quello finanziario, si è giunti a diverse conclusioni. In primo luogo, i CDS risentono delle informazioni che circolano in rete e nei vari mass media, ma soprattutto percepiscono direttamente le informazioni che fanno capo ai grandi player di mercato e alle grandi istituzioni internazionali, come la stessa Banca Centrale Europea, che regola variabili macroeconomiche come i prezzi, e quindi l’inflazione, ma anche fattori microeconomici come i tassi d’interesse. In secundis, sono state rilevate molteplici somiglianze tra il Covid-19 e la guerra tra Russia e Ucraina. Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, i CDS hanno reagito allo stesso modo davanti ad eventi che hanno cause diverse e non strettamente finanziarie come poteva essere la crisi dei mutui sub-prime. Da una parte la pandemia, che nulla ha a che vedere con la finanza e le cui cause non sono da additare ad aspetti finanziari, e dall’altra la guerra, causata dall’essere umano. Due crisi simili per quel che riguarda l’aspetto umanitario ma dissimili nella loro fattispecie. A prescindere da quale sia l’origine di una determinata crisi finanziaria, il mercato dei CDS in tali contesti risponde allo stesso identico modo, come risponde in modo similare la BCE con politiche che troviamo sia durante il periodo Covid e poi estese anche durante la guerra e tutt’ora in vigore, come si è visto per il PEPP che scade nel 2024. Approfondendo ancora, facendo riferimento al totale dei dati raccolti, il CDS governativo italiano risulta in media il più costoso e il più volatile, testimonianza del fatto che, nonostante i tumulti e il protagonismo generale della Germania negli ultimi eventi, il rating attribuito dalle agenzie ha un impatto superiore. Per quanto riguarda il settore automotive ed energy, le variazioni percentuale giornaliere sono nel complesso speculari nonostante la Germania sia il Paese benchmark di tutta l’Unione Europea e l’Italia è agli antipodi. Per ultimo, il settore bancario ha mostrato che la relazione con i CDS non è secondaria rispetto al rapporto con il debito dello Stato.
The purpose of this paper is to deepen the issue of credit risk in relation to the latest developments in financial markets. In the relationship between the creditor and the debtor, which belongs to a financial asset, credit risk represents the risk that the creditor, in whatever form the loan is granted, will not be reimbursed all or part of the resources employed. Generally, the creditor implements actions to address credit risk, for example through the use of particular "credit derivatives" called Credit Default Swaps (CDS), forms of insurance against the bankruptcy of counterparties. Credit derivatives are contingent receivables with creditworthiness-related payoffs of a particular enterprise or sovereign entity. The purpose of these instruments is to enable market participants to trade the risk associated with certain event-related debt. The simplest example of credit default swap can be illustrated as follows. The first party to the contract, the protection buyer, wishes to insure against the possibility of default on a bond issued by a particular company. The company that issued the obligation is called the reference entity. The second party to the contract, the protection seller, is willing to bear the default risk associated with the reference entity. In the event of default by the issuing company, the seller agrees to purchase the security issued at its face value from the buyer of the protection. In return it receives a periodic payment, typically quoted in basis points for $100 the notional amount of the reference bond, called premium. In case of default, the contract is settled (bond exchange and nominal value) and the protection buyer stops the periodic payment. If, throughout the life of the contract, the default does not occur then the relationship between the parties ends on the expiry date of the contract. Because Credit Default Swaps are over-the-counter contracts, the maturity is negotiable: you can go from a few months up to 10 years but the most common maturity are 5 years. An important lesson that has been brought forward has is the insufficient regulatory oversight of CDS, accused as one of the main causes of the turmoil in derivatives markets. According to a study reported by (Aizenman et al., 2013), the impact of changes in credit rating on sovereign bonds and the price of CDS seem particularly important in the European context for several reasons. First, the first sovereign default in EU history occurred when Greece defaulted on government bonds in 2012. Secondly, the so-called PIIGS group (Portugal, Italy, Ireland, Greece, Spain), a subset of the weaker countries participating in the euro area at the time, was particularly affected by credit downgrades, bringing Greece, Portugal and Ireland to be considered "junk headlines" by the spring of 2010. The impact of credit rating agencies on investors, borrowers, issuers and governments is very high. They play a crucial role for the country under assessment, as a downgrade has the immediate effect of making a country’s loan more expensive. For this reason, following the crises that have occurred in recent years, we decided to compare two European countries at the antipodes: Italy and Germany, the latter benchmark. Our analysis is divided into three aspects:
1. Comparison between sovereign CDS of Italy and Germany.
The idea behind this comparison is to highlight how Eurozone government credit derivatives at different ends have behaved. On the one hand we have Germany, which represents the "benchmark" country and that surely can give us an idea of how the most solid country in Europe has responded to the pandemic by COVID-19 and the war, unfortunately still ongoing, in Ukraine by Russia. On the other side of the ring we have Italy, our country that since the crisis of 2008 has never fully recovered and has always been considered, even in the eyes of the great European players, among the countries that are in greatest suffering.
2. Comparison CDS Corporate energy and automotive sector.
In this second point of our debate, we decided to focus our attention on what we believe were the areas most affected by the pandemic from COVID-19 and the war in Ukraine. In particular, we want to understand if there are differences in this regard. While the crisis in these areas during the pandemic was the result of a forced closure due to the quarantine, for the war the causes are to be found on the supply side.
3. Parallelism between sovereign CDS and bank shares.
The latest comparison is between government credit risk and the stock market performance of the main banks in Italy and Germany. The assumption behind this last point is that banks are the main holders of a state’s debt. Understanding how banks move, as a result of an increase or decrease in a country’s credit risk, allows us to understand, and why not anticipate, the propagation effect of a financial crisis.
As a result, various conclusions have been drawn from the ability of credit derivatives to anticipate the effects on the credit and financial markets. First, the CDS are affected by the information circulating on the net and in the various mass media, but above all they directly perceive the information that belongs to the big market players and the big international institutions, such as the European Central Bank itself, which regulates macroeconomic variables such as prices, and hence inflation, but also microeconomic factors such as interest rates. In the secundis, multiple similarities were noted between the Covid-19 and the war between Russia and Ukraine. As we have seen in previous chapters, the CDS reacted in the same way to events that have different causes and not strictly financial as the sub-prime mortgage crisis could be. On the one hand, the pandemic, which has nothing to do with finance and the causes of which are not to be attributed to financial aspects, and on the other hand, the war caused by human beings. Two crises similar in humanitarian terms but different in their case. Regardless of the origin of a given financial crisis, the CDS market in such contexts responds in the same way, how the ECB responds in a similar way with policies that we find both during the Covid period and then extended even during the war and still in force, as seen for the PEPP that expires in 2024. Further, referring to the total data collected, the Italian government CDS is on average the most expensive and the most volatile, evidence of the fact that, despite the turmoil and the general prominence of Germany in recent events, the rating given by the agencies has a higher impact. As for the automotive and energy sector, the daily percentage changes are generally specular despite the fact that Germany is the benchmark country of the whole European Union and Italy is the opposite. Finally, the banking sector has shown that the relationship with the CDS is not secondary to the relationship with the State debt
1. Comparazione tra CDS sovrani di Italia e Germania.
L’idea alla base di questo confronto è evidenziare come si sono comportati i derivati sul credito governativo dei paesi che si trovano alle diverse estremità della zona Euro. Da una parte abbiamo la Germania, che rappresenta il paese “benchmark” e che sicuramente ci può dare un’idea di come il paese più solido in Europa abbia risposto alla pandemia da COVID-19 e alla, purtroppo ancora in corso, guerra in Ucraina da parte della Russia. Dall’altro lato del ring abbiamo l’Italia, il paese nostrano che dalla crisi del 2008 non si è mai ripresa del tutto ed è sempre stata considerata, anche agli occhi dei grandi player europei, tra i paesi che sono in maggiore sofferenza.
2. Confronto CDS Corporate settore energy e automotive.
In questo secondo punto della nostra discussione abbiamo deciso di concentrare la nostra attenzione su quelli che secondo noi sono stati i settori che hanno maggiormente subito gli effetti della pandemia da COVID-19 e la guerra in Ucraina. In particolare, vogliamo capire se esistono differenze in questo senso. Mentre la crisi in questi settori durante la pandemia è stato frutto di una chiusura forzata a causa della quarantena, per la guerra le cause sono da ritrovare dal lato dell’offerta.
3. Parallelismo tra CDS sovrani e titoli azionari bancari.
L’ultimo raffronto prevede un confronto, in sostanza, tra il rischio di credito governativo e l’andamento in borsa delle principali banche di Italia e Germania. L’assunzione alla base di questo ultimo punto è che le banche sono le principali detentrici di debito di uno stato. Capire come si muovono le banche a seguito di un aumento o diminuzione del rischio di credito di un Paese ci permette di capire, e perché no anticipare, l’effetto di propagazione di una crisi finanziaria.
In virtù di ciò, sfruttando la capacità del credit derivative di anticipare quelli che sono gli effetti sul mercato del credito e di conseguenza quello finanziario, si è giunti a diverse conclusioni. In primo luogo, i CDS risentono delle informazioni che circolano in rete e nei vari mass media, ma soprattutto percepiscono direttamente le informazioni che fanno capo ai grandi player di mercato e alle grandi istituzioni internazionali, come la stessa Banca Centrale Europea, che regola variabili macroeconomiche come i prezzi, e quindi l’inflazione, ma anche fattori microeconomici come i tassi d’interesse. In secundis, sono state rilevate molteplici somiglianze tra il Covid-19 e la guerra tra Russia e Ucraina. Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, i CDS hanno reagito allo stesso modo davanti ad eventi che hanno cause diverse e non strettamente finanziarie come poteva essere la crisi dei mutui sub-prime. Da una parte la pandemia, che nulla ha a che vedere con la finanza e le cui cause non sono da additare ad aspetti finanziari, e dall’altra la guerra, causata dall’essere umano. Due crisi simili per quel che riguarda l’aspetto umanitario ma dissimili nella loro fattispecie. A prescindere da quale sia l’origine di una determinata crisi finanziaria, il mercato dei CDS in tali contesti risponde allo stesso identico modo, come risponde in modo similare la BCE con politiche che troviamo sia durante il periodo Covid e poi estese anche durante la guerra e tutt’ora in vigore, come si è visto per il PEPP che scade nel 2024. Approfondendo ancora, facendo riferimento al totale dei dati raccolti, il CDS governativo italiano risulta in media il più costoso e il più volatile, testimonianza del fatto che, nonostante i tumulti e il protagonismo generale della Germania negli ultimi eventi, il rating attribuito dalle agenzie ha un impatto superiore. Per quanto riguarda il settore automotive ed energy, le variazioni percentuale giornaliere sono nel complesso speculari nonostante la Germania sia il Paese benchmark di tutta l’Unione Europea e l’Italia è agli antipodi. Per ultimo, il settore bancario ha mostrato che la relazione con i CDS non è secondaria rispetto al rapporto con il debito dello Stato.
The purpose of this paper is to deepen the issue of credit risk in relation to the latest developments in financial markets. In the relationship between the creditor and the debtor, which belongs to a financial asset, credit risk represents the risk that the creditor, in whatever form the loan is granted, will not be reimbursed all or part of the resources employed. Generally, the creditor implements actions to address credit risk, for example through the use of particular "credit derivatives" called Credit Default Swaps (CDS), forms of insurance against the bankruptcy of counterparties. Credit derivatives are contingent receivables with creditworthiness-related payoffs of a particular enterprise or sovereign entity. The purpose of these instruments is to enable market participants to trade the risk associated with certain event-related debt. The simplest example of credit default swap can be illustrated as follows. The first party to the contract, the protection buyer, wishes to insure against the possibility of default on a bond issued by a particular company. The company that issued the obligation is called the reference entity. The second party to the contract, the protection seller, is willing to bear the default risk associated with the reference entity. In the event of default by the issuing company, the seller agrees to purchase the security issued at its face value from the buyer of the protection. In return it receives a periodic payment, typically quoted in basis points for $100 the notional amount of the reference bond, called premium. In case of default, the contract is settled (bond exchange and nominal value) and the protection buyer stops the periodic payment. If, throughout the life of the contract, the default does not occur then the relationship between the parties ends on the expiry date of the contract. Because Credit Default Swaps are over-the-counter contracts, the maturity is negotiable: you can go from a few months up to 10 years but the most common maturity are 5 years. An important lesson that has been brought forward has is the insufficient regulatory oversight of CDS, accused as one of the main causes of the turmoil in derivatives markets. According to a study reported by (Aizenman et al., 2013), the impact of changes in credit rating on sovereign bonds and the price of CDS seem particularly important in the European context for several reasons. First, the first sovereign default in EU history occurred when Greece defaulted on government bonds in 2012. Secondly, the so-called PIIGS group (Portugal, Italy, Ireland, Greece, Spain), a subset of the weaker countries participating in the euro area at the time, was particularly affected by credit downgrades, bringing Greece, Portugal and Ireland to be considered "junk headlines" by the spring of 2010. The impact of credit rating agencies on investors, borrowers, issuers and governments is very high. They play a crucial role for the country under assessment, as a downgrade has the immediate effect of making a country’s loan more expensive. For this reason, following the crises that have occurred in recent years, we decided to compare two European countries at the antipodes: Italy and Germany, the latter benchmark. Our analysis is divided into three aspects:
1. Comparison between sovereign CDS of Italy and Germany.
The idea behind this comparison is to highlight how Eurozone government credit derivatives at different ends have behaved. On the one hand we have Germany, which represents the "benchmark" country and that surely can give us an idea of how the most solid country in Europe has responded to the pandemic by COVID-19 and the war, unfortunately still ongoing, in Ukraine by Russia. On the other side of the ring we have Italy, our country that since the crisis of 2008 has never fully recovered and has always been considered, even in the eyes of the great European players, among the countries that are in greatest suffering.
2. Comparison CDS Corporate energy and automotive sector.
In this second point of our debate, we decided to focus our attention on what we believe were the areas most affected by the pandemic from COVID-19 and the war in Ukraine. In particular, we want to understand if there are differences in this regard. While the crisis in these areas during the pandemic was the result of a forced closure due to the quarantine, for the war the causes are to be found on the supply side.
3. Parallelism between sovereign CDS and bank shares.
The latest comparison is between government credit risk and the stock market performance of the main banks in Italy and Germany. The assumption behind this last point is that banks are the main holders of a state’s debt. Understanding how banks move, as a result of an increase or decrease in a country’s credit risk, allows us to understand, and why not anticipate, the propagation effect of a financial crisis.
As a result, various conclusions have been drawn from the ability of credit derivatives to anticipate the effects on the credit and financial markets. First, the CDS are affected by the information circulating on the net and in the various mass media, but above all they directly perceive the information that belongs to the big market players and the big international institutions, such as the European Central Bank itself, which regulates macroeconomic variables such as prices, and hence inflation, but also microeconomic factors such as interest rates. In the secundis, multiple similarities were noted between the Covid-19 and the war between Russia and Ukraine. As we have seen in previous chapters, the CDS reacted in the same way to events that have different causes and not strictly financial as the sub-prime mortgage crisis could be. On the one hand, the pandemic, which has nothing to do with finance and the causes of which are not to be attributed to financial aspects, and on the other hand, the war caused by human beings. Two crises similar in humanitarian terms but different in their case. Regardless of the origin of a given financial crisis, the CDS market in such contexts responds in the same way, how the ECB responds in a similar way with policies that we find both during the Covid period and then extended even during the war and still in force, as seen for the PEPP that expires in 2024. Further, referring to the total data collected, the Italian government CDS is on average the most expensive and the most volatile, evidence of the fact that, despite the turmoil and the general prominence of Germany in recent events, the rating given by the agencies has a higher impact. As for the automotive and energy sector, the daily percentage changes are generally specular despite the fact that Germany is the benchmark country of the whole European Union and Italy is the opposite. Finally, the banking sector has shown that the relationship with the CDS is not secondary to the relationship with the State debt
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
Tesi non consultabile. |