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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01172023-112200


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CILIBERTO, SONNY
URN
etd-01172023-112200
Titolo
CREMONA E IL FASCINO DELL'ANTICO. Le grottesche nell'arte cremonese.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Farinella, Vincenzo
Parole chiave
  • Cremona
  • Grottesche
  • Antico
  • Arte Cremonese
Data inizio appello
02/02/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/02/2093
Riassunto
Questo lavoro nasce dal desiderio di esaminare le grottesche come sono state proposte dai grandi artisti che hanno operato nella città di Cremona. Questo genere decorativo, spesso sottovalutato, è invece presente in buona parte nel patrimonio artistico cremonese dell’epoca. La bellezza di queste decorazioni è sottolineata, in maniera estremamente efficace, attraverso la sua evoluzione che le ha portate infine a costituire un elemento fondamentale nella produzione degli artisti cremonesi. Dalla Domus Aurea alle botteghe cremonesi, il percorso dimostra come esse fossero attratte da quella architettura visionaria dominata da mostri, fiori e animali fantastici. La sua riscoperta, per la visione delle decorazioni miracolosamente conservate, studiosi e artisti da tutto il mondo. E il fascino della Domus Aurea, con alterne fortune, si è mantenuto nei secoli successivi fino ad oggi. Da questo, hanno tratto ispirazione le “grottesche”. Nello stesso periodo in cui operarono straordinari artisti come Ghirlandaio, Raffaello e Giulio Romano, anche i grandi artisti cremonesi come i Campi, Boccaccino, Melone e tanti altri furono affascinati da questi ambienti sotterranei e ne trassero ispirazione per le loro “grottesche” che dipinsero nei luoghi più significativi della città di Cremona. Vedremo così nel dettaglio le decorazioni neroniane che compaiono nel Duomo di Cremona, nella chiesa di San Sigismondo e in due palazzi nobili in cui hanno operato i fratelli Antonio e Giulio Campi. Essi, infatti, sono i massimi esponenti di questo ritorno all’antico grazie alle influenze provenienti da Mantova (da Giulio Romano) e da Roma (dalle Logge di Leone X).
La tesi è divisa in due macro-capitoli.
In particolare, nel primo capitolo verrà spiegato il percorso cronologico di grandi artisti cremonesi, che diffusero la decorazione all’antica.
Nel secondo capitolo ci si soffermerà sui due grandi cantieri artistici che hanno scandito la storia della città di Cremona: il Duomo e la chiesa di San Sigismondo, sottolineando come la decorazione a grottesca siano state determinanti per la loro realizzazione.
Infine, grazie all’analisi delle opere dei fratelli Campi, verranno analizzati palazzo Barbò di Torre Pallavicina e villa Cicogna-Mozzoni. Si cercherà di dimostrare come Antonio Campi sia stato il pittore di maggiore inventiva e capacità della sua famiglia. Esso è stato poi il maggior rappresentante, del ritorno all’antico, a Cremona.
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