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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01172022-134924


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ALBANO, COSIMO
URN
etd-01172022-134924
Titolo
BLUE ECONOMY
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore C.C. (AN) Ricci, Elisa
Parole chiave
  • Blue economy
Data inizio appello
20/01/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Dalla scoperta del fuoco all’implementazione dell’energia eolica e dei combustili fossili fino all’energia nucleare, un tipo di energia è sempre stato sostituito da un altro.
La transizione energetica, in passato, si sviluppava molto prima che la precedente fonte energetica si potesse esaurire, ed a guidarla era principalmente l’efficienza economica relativamente più elevata delle nuove fonti energetiche. Il mondo intero non ha mai sofferto di una carenza di energia.
Questo non è più vero oggi.
L’energia è al centro delle nostre società moderne. Ma per quanto ancora possiamo fare affidamento sui combustibili fossili? È una domanda a cui bisogna dare una risposta, sia perché le risorse della Terra non sono inesauribili, sia perché lo sfruttamento dei combustibili fossili sta causando un disastro climatico che si avvia a diventare irreversibile, e che condizionerà profondamente il nostro modo di vivere e quello delle generazioni future.
Esistono, e stanno balzando sempre più all’onore delle cronache, energie alternative che riescono ad abbattere le emissioni di CO2, ma al momento queste fonti energetiche e le nuove tecnologie che ne garantiscono il funzionamento non riescono a soddisfare la domanda energetica mondiale, che d’altro canto sta continuando a crescere.
È estremamente difficile immaginare come sia possibile poter mantenere l’attuale livello di consumo energetico, senza avere un grave impatto ambientale. Per rendere questa transizione un successo, tutti gli attori devono essere consapevoli che è necessaria una cooperazione tra le parti senza precedenti.
Le autorità pubbliche hanno il compito di motivare e controllare questo movimento, tramite finanziamenti e altri incentivi. Il cittadino, invece, ha il dovere sociale ed etico di riconsiderare le proprie azioni e i propri comportamenti di consumo. Questi sono gli argomenti di cui il primo capitolo tratterà, focalizzandosi sulle gestioni territoriali attuate dalle autorità nelle diverse regioni mondiali.
Il secondo capitolo, invece, andrà ad analizzare la struttura interna del green marketing.
Le aziende stanno assumendo un nuovo approccio per andare incontro alle richieste del cliente, un cliente che non è più interessato esclusivamente all’estetica del prodotto, ma soprattutto all’etica dell’azienda produttrice. In un contesto così globalizzato come quello odierno, infatti, l’azienda deve essere capace di adattarsi al contesto culturale del cliente a cui vuole rivolgersi, mantenendo però invariata l’identità di fondo del proprio brand.
Non è detto, ovviamente, che una politica di vendita riesca a rendere un prodotto accattivante in tutti i Paesi del mondo.
L’influenza politica è un fattore importante da considerare, quando una compagnia ha intenzione di entrare in un mercato estero. Il marketing globale si differenzia di Paese in Paese in base alla natura politica di quest’ultimo, che riflette l'importanza relativa del governo e del sistema legale e fornisce un contesto all'interno del quale gli individui e le aziende comprendono la loro relazione con il sistema politico. Per questo, prima di aprire un business in un mercato estero, è bene studiare con attenzione la cultura e l’ambiente politico che caratterizzano la regione d’interesse.
I primi due capitoli ci permettono di comprendere meglio il potenziale della blue economy, una branca della green economy.
L’ultimo capitolo, infatti, sarà incentrato sull’importanza dell’oceano nella prevenzione climatica, focalizzandosi sulle attività condotte nelle acque marine, che sono una parte vitale dell’economia globale.
Lo spazio oceanico in molte regioni del mondo diventerà sempre più affollato, a causa della crescita di industrie oceaniche interconnesse.
È, dunque, necessario compiere progressi sostanziali verso una migliore gestione dell’alto mare, delle zone economico-esclusive e delle zone costiere. La governance dell’alto mare risulta ancora molto complessa, a causa di una massiccia presenza di agenzie e organismi internazionali e regionali.
Un’applicazione più diffusa di analisi e strumenti economici, l’innovazione nelle strutture e nei processi di governance degli oceani, un uso intensivo della scienza e della tecnologia offrono, come si avrà modo di vedere all’interno dell’elaborato, opportunità da cogliere per poter rafforzare la gestione degli oceani nel futuro.
L’ambiente marino risulta ancora oggi un mondo inesplorato, in cui l’uomo fatica a sentirsi a proprio agio. In realtà, noi e il mare siamo intrinsecamente legati in quanto abbiamo fatto affidamento su di esso per la nostra sussistenza nel corso della storia e abbiamo sempre goduto dei privilegi che ci ha donato.
La blue economy non è solo un modo di fare business.
La blue economy è un modo per proteggere e valorizzare le cose ci stanno più a cuore: il mare, l’ambiente e noi stessi.
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