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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01172018-135143


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CORTIGIANI, ARIANNA
URN
etd-01172018-135143
Titolo
La presenza dell’interessato davanti alla magistratura di sorveglianza: una garanzia in declino?
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Bresciani, Luca
Parole chiave
  • art 27 cost.
  • carcere
  • corte costituzionale
  • interessato
  • magistratura di sorveglianza
  • ordinamento penitenziario
  • presenza
  • rieducazione
  • videoconferenza
Data inizio appello
05/02/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il lavoro in esame si occupa di analizzare il ruolo che la presenza dell'interessato all'interno del procedimento di sorveglianza (e, più in generale, nei riti camerali), ha assunto nel corso dell'evoluzione della disciplina, dal Codice Rocco ad oggi. Ciò che più è sottolineata è l'importanza di tale garanzia difensiva alla luce del particolare oggetto del procedimento ex art. 666 c.p.p., che, partendo dalla cartella personale del detenuto fondata sull'osservazione scientifica della personalità, che si incardina su un sistema che deve «tendere» alla rieducazione del condannato.
A seguito di vari interventi della giurisprudenza e il susseguirsi di contrapposti orientamenti, parte della dottrina e lo stesso legislatore, stanno auspicando un "ritorno" a questa piena garanzia, nei casi in cui è messa in discussione (specie nel 4° comma dell'art. 666), attraverso l'utilizzo della videoconferenza, strumento già conosciuto dall'ordinamento, seppur con tutt'altro utilizzo. Tuttavia, possiamo realmente ritenere equiparabili l'effettiva presenza del detenuto in udienza e la sua proiezione in videoconferenza? O il rischio è forse quello di un futuro abuso di tale strumento verso una ulteriore degradazione del diritto difensivo?
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