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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01172014-090242


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
ANGIOLINI, CHIARA SILVIA ARMIDA
Indirizzo email
angiolini.ch@gmail.com
URN
etd-01172014-090242
Titolo
Beni comuni e proprietà Oltre l'appartenenza esclusiva
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Pellecchia, Enza
Parole chiave
  • beni comuni
  • beni pubblici
  • proprietà
Data inizio appello
05/02/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
La ricerca sui beni comuni negli ultimi anni ha acquisito rilevanza in ragione delle profonde trasformazioni che hanno investito i beni privati e i beni pubblici, alla luce dei mutati equilibri fra “pubblico” e “privato”.
A partire dall’analisi del concetto di bene giuridico, come delineato dall’articolo 810 del Codice Civile, si sono studiate le categorie dei beni privati e dei beni pubblici e le loro trasformazioni. Per quanto attiene ai beni privati, si è trattato della proprietà e delle proprietà (Pugliatti, 1954), per guardare poi all’evoluzione dell’istituto, in una prospettiva attenta al testo costituzionale e alla Carta di Nizza. Alla luce della rilevanza assunta dall’impresa e dalla società per azioni è parso opportuno trattare dell’affermarsi di quella prospettiva che guarda ai beni in ragione della loro gestione e dello sfruttamento delle utilità. Per quanto riguarda i beni pubblici in una prospettiva critica si è analizzata la distinzione codicistica (artt. 822-830 c.c.) fra beni demaniali, del patrimonio indisponibile e del patrimonio disponibile, per poi indagare le trasformazioni della categoria alla luce delle recenti privatizzazioni, e la recente proposta della “Commissione Rodotà”. Tracciata una panoramica sugli statuti dei beni pubblici e dei beni privati, si è guardato alla ratio della distinzione attraverso la prospettiva dei diritti fondamentali.
La riflessione sui beni comuni si colloca in seno alle trasformazioni che investono ed hanno investito le categorie di beni, e pare tesa alla ricerca di una dimensione altra rispetto alla tradizionale distinzione beni pubblici/beni privati. Brevemente riassunta la proposta di riforma dei beni pubblici elaborata dalla “Commissione Rodotà” che propone l’introduzione della categoria dei beni comuni all’interno del Codice Civile, si è dedicato il secondo capitolo alla rassegna critica dei principali autori che si sono occupati del tema dei beni comuni; si è trattato delle posizioni di Stefano Rodotà, Ugo Mattei, Maria Rosaria Marella e Alberto Lucarelli; infine si è accennato al pensiero filosofico di Antonio Negri e Michael Hardt, in ragione dell’influenza che questo ha avuto nel dibattito giuridico. Si è poi guardato alla giurisprudenza che potesse intersecare – se non occuparsene direttamente – del tema dei beni comuni, in quanto questa, costituendo il riferimento al diritto vivente, ha permesso di inquadrare meglio il tema da un punto di vista strettamente giuridico.
Si è infine tentato di individuare i nodi fondamentali attorno a cui si sviluppa la riflessione sui beni comuni in una prospettiva che li ponesse a confronto con i principi cardine dei regimi dei beni privati e dei beni pubblici; in questo senso si è trattato della compatibilità della nozione di “beni comuni” con quella di bene giuridico, dei rapporti fra lo ius excludendi alios, tradizionale prerogativa proprietaria, e il diritto a non essere esclusi, in relazione al carattere extracommercium dei beni comuni. Si è poi trattato del legame fra diritti fondamentali e beni comuni, e l’analisi di questo rapporto ha costituito la base per indagare l’uso comune dei beni e la fruizione collettiva nella prospettiva dei beni comuni. Infine si è fatto cenno a possibili schemi di gestione dei beni comuni.
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