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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01162024-170636


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BAUDINELLI, ELENA
URN
etd-01162024-170636
Titolo
L'erosione dello Stato di diritto. L'esempio polacco.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Sperti, Angioletta
Parole chiave
  • involuzione
  • aborto
  • Tribunale Costituzionale
  • rule of law
  • Polonia
  • Costituzione
  • costituzionalismo liberale
  • populismo
Data inizio appello
01/02/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
01/02/2094
Riassunto
Il presente elaborato si propone di ricostruire la crisi costituzionale polacca e la conseguente involuzione autoritaria, muovendo da un’analisi della storia costituzionale polacca e della transizione democratica per poi soffermarsi sugli eventi principali che hanno caratterizzato la recente erosione dello stato di diritto. La Repubblica di Polonia ha una storia lunga e tutt’altro che lineare. Per secoli è stata una monarchia indipendente, prima ereditaria, poi elettiva, con una forte tradizione di limitazione del potere regio. Questa secolare indipendenza durò fino al 1795, anno in cui la Polonia fu spartita fra Russia, Prussia e Austria, per poi riacquistare l’indipendenza nel 1918, rinascendo come Repubblica. Tuttavia, anche quest’indipendenza fu temporanea, poiché, a seguito della seconda guerra mondiale, la Polonia entrò sotto l’influenza dell’Unione Sovietica. Nel 1989, dopo aver riacquistato l’indipendenza per l’ultima volta, iniziò un lungo percorso di transizione democratica. Questa storia ricca di cambiamenti è sintetizzata dai numerosi tesi costituzionali analizzati in questo elaborato e si conclude con l’approvazione della Costituzione del 1997, l’attuale costituzione polacca. Tale costituzione ha permesso alla Polonia di ottenere l'ambita 'legittimazione democratica' da parte della Comunità internazionale, assicurandole l’ingresso nella Nato (1999) nonché nell’UE (2004). Per più di vent’anni questa costituzione fu il simbolo della nuova Polonia, una Polonia libera, indipendente, che aveva come valori fondamentali la dignità umana e lo Stato di diritto. Nel 2015, però il partito Prawo i Sprawiedliwość, Diritto e Giustizia, vincitore alle elezioni parlamentari, iniziò ad apportare cambiamenti radicali al sistema, che riguardarono principalmente il potere giudiziario in senso lato, mettendo a rischio le libertà e i diritti costituzionale. La politica riformatrice ha avuto come conseguenza la violazione del principio di separazione dei poteri portando ad un'indebita ingerenza del potere esecutivo sulla magistratura. Inoltre, in mancanza della maggioranza necessaria per poter effettuare una revisione della Costituzione, il Governo ha agito tramite l'adozione di leggi ordinarie che hanno progressivamente esautorato il testo costituzionale. A partire dal court-packing effettuato per assicurarsi la maggioranza del Tribunale costituzionale e la sua completa paralisi. Attraverso un'analisi delle nuove leggi adottate è possibile ricostruire il percorso di smantellamento dello Stato di diritto.
Tale involuzione ha preoccupato fin da subito l’Unione Europea, che è intervenuta dapprima con la procedura di Rule of Law framework, attivata nei confronti della Polonia il 13 gennaio 2016, e, in seguito tramite la procedura di infrazione di cui all'art. 7 c.1 TUE e ai ricorsi per inadempimento dinanzi alla Corte di Giustizia europea di cui all'art. 258 TFUE. Nel 2020, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che le sentenze emanate da sezioni del Tribunale Costituzionale illegittimamente composto costituiscono una violazione del diritto di presentare un ricorso ad un tribunale, che è protetto dalla Convenzione europea sui diritti dell’uomo. A fine 2021, la Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione contro la Polonia a causa di gravi preoccupazioni suscitate dal Tribunale costituzionale polacco e dalla sua recente giurisprudenza. Lo scorso 13 dicembre è entrato in carica il nuovo governo di coalizione, presieduto dal Primo ministro Donald Tusk e dal partito Coalizione Civica (KO), partito liberale europeista. Siamo di fronte ad una nuova fase della storia polacca in cui il nuovo governo si prefigge di ripristinare, con tutte le difficoltà del caso, lo Stato di diritto. Non sarà un compito facile anche perché il partito Diritto e Giustizia, pur non essendo riuscito a formare un governo, mantiene ancora un potere e un consenso rilevanti.
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