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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01162023-130546


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SILVESTRI, STEFANO
URN
etd-01162023-130546
Titolo
Epistemologia e soggetto conoscente: Soggettivismo e logica situazionale nel pensiero di Karl Popper
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Barrotta, Pierluigi
relatore Gronda, Roberto
Parole chiave
  • Popper
  • epistemologia
  • soggettivismo
  • individualismo
  • scienze economiche
  • filosofia della scienza
  • epistemology
  • subjectivism
  • individualism
  • economics.
Data inizio appello
02/02/2023
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Il pensiero di Popper è caratterizzato da una costante e ferma opposizione allo psicologismo e al soggettivismo, e alla costante promozione di un pensiero filosofico improntato su una razionalità critica. Possiamo tranquillamente affermare che l’antipsicologismo sia un tratto totalmente non-negoziabile della filosofia Popperiana. Che si tratti di epistemologia, di filosofia della conoscenza, di scienze sociali, o economiche, l’analisi compiuta dal filosofo austriaco non lascia alcuna concessione o apertura al soggettivismo e a teorie fondate su asserti psicologici. Questo approccio costituisce uno dei pilastri portanti della filosofia popperiana ed un autentico trait d’union del suo pensiero; esso inoltre è in profonda connessione con il falsificazionismo della Logica della scoperta scientifica, di cui rappresenta un ideale presupposto.
Il presente elaborato si propone di offrire una panoramica accurata e comprensiva delle declinazioni che l’antipsicologismo ha avuto all’interno dell’opera di Popper. Nel fare ciò, centrale è l’utilizzo di un concetto che possa fare da guida all’interno dei molteplici ambiti di cui si è occupato l’autore. Tale concetto è la logica situazionale, che, a partire dalla sua prima formulazione all’interno di Miseria dello storicismo, attraversa praticamente tutta la produzione di Popper, a volte in maniera esplicita, in altre come tema più “sotterraneo”, ma sempre e comunque capace di illuminare e spiegare le teorie del filosofo. Il lavoro quindi si muove in una sorte di duplice direzione: da un lato percorre, nel primo e secondo capitolo, una panoramica storica sulle menzioni del concetto di logica situazionale, cercando di contestualizzarne attentamente i passaggi e i riferimenti, e avendo cura di mostrare come esso sia impiegato con la stessa disinvoltura in ambiti molto differenti tra di loro, quali le scienze sociali (Miseria dello storicismo), la filosofia politica (La società aperta e i suoi nemici), o filosofia della conoscenza (Conoscenza Oggettiva, Poscritto alla Logica della scoperta scientifica). Parallelamente, nel terzo capitolo dell’elaborato, viene messo in luce come la logica situazionale a sua volta non possa prescindere dall’antipsicologismo e dalla più radicale possibile al soggettivismo operata da Popper. Questa critica è uno dei pilastri della filosofia popperiana, e forse persino quello principale, da momento che su di esso poggia la sua razionalità critica e, di conseguenza, il falsificazionismo stesso. Seguendo quindi l’itinerario intellettuale che Popper stesso delinea nella sua autobiografia (La ricerca non ha fine), l’antipsicologismo viene presentato in tutte le sue principali articolazioni, con particolare cura per il suo delicato rapporto con il falsificazionismo e il pensiero epistemologico del primo Popper (nel lavoro è presente anche una breve digressione sulla personale elaborazione che Popper ha fatto del concetto di probabilità), e con quelle che sono i maggiori e più interessanti contributi filosofici del secondo Popper, ovvero la teoria dei tre mondi e i programmi di ricerca metafisici. Ne emerge quindi un quadro organico ed unitario in cui è in atto una continua impermeabilizzazione della teoria scientifica e gnoseologica rispetto ad ogni possibile interpretazione di tipo psicologistico. Questa strenua difesa è il principale punto di forza ma anche il primo e più grande limite della filosofia popperiana, ed infatti il quarto ed ultimo capitolo della tesi si propone di illustrare come l’epistemologia popperiana sia da considerarsi per molti aspetti superata, proprio a causa della sua incrollabile chiusura al soggettivismo. A mettere maggiormente in luce questa criticità è l’ambito delle scienze economiche, ironicamente sempre guardato con favore da Popper, il quale, dopo un’iniziale curiosità nei confronti del falsificazionismo, ha presto preso le distanze da esso, a causa della natura estremamente peculiare delle sue teorie, natura che le rende al tempo stesso formalmente rigorose, ma completamente dipendenti dal soggettivismo. La metodologia prescritta da Popper pertanto non può essere d’aiuto nel fornire nuovi strumenti alla ricerca delle scienze economiche, proprio perché ne nega implicitamente i caratteri fondamentali. Ma non tutto è perduto: molto può essere, in conclusione recuperato dalle rigide, ma estremamente feconde prescrizioni sull’impiego della razionalità che il filosofo austriaco ha avuto cura di fornirci. Strumenti che, come sottolineato nella conclusione di questo lavoro, possono essere recuperati, a patto di prenderli con le dovute precauzioni, e aggirando la pretesa di rigore assoluto, con i quali sono stati concepiti, e che molto possono fare per aiutare lo sviluppo della conoscenza scientifica, in un’epoca in cui quest’ultima sembra avere, per usare una metafora chiave dello stesso Popper , sempre più bisogno di una sua propria “luce guida”.
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