• Finalità deflativa
• Messa alla prova
• Presunzione principio colpevolezza

Nel presente elaborato è stato analizza la sospensione del procedimento con messa alla prova a carico dell’imputato adulto la quale ha introdotto importanti novità nel nostro sistema penale. Essa già conosciuta nel processo penale minorile grazie al dpr n. 488/1988 è stata oggi estesa con la legge n. 67/2014 anche agli imputati maggiorenni. Dopo un breve inquadramento storico del rito, sono stati analizzati gli aspetti procedurali e sostanziali, mettendo in evidenza la doppia natura del beneficio concesso all’imputato adulto poiché si caratterizza per essere connotato da una duplice natura ossia, sostanziale e processuale.
Successivamente la presente tesi, si concentra sulle problematiche emerse le quali hanno richiesto l’intervento della Corte Costituzionale che con la sentenza n.91/2018 ha salvato la messa alla prova in quanto, quest’ultima veniva ritenuta lesiva di molti principi sanciti dalla carta costituzionale. In particolare il punto centrale ruota intorno alla violazione del principio di non colpevolezza ex articolo 27 della Costituzione. Quello che ci si domanda a tale proposito è nello specifico se siamo di fronte ad una sanzione penale irrogata senza accertamento di responsabilità, metto in risalto il percorso seguito dalla Consulta, prendendo in considerazione le diverse posizioni avanzate dalla dottrina e della giurisprudenza.
Infine, l’attenzione è rivolta alla giustizia riparativa. C’è chi sostiene, che la messa alla prova non sia un semplice meccanismo deflattivo ma una particolare modalità di giustizia penale ispirata alla restorative justice dove la pena e l’accertamento di responsabilità perdono in parte la loro importanza per lasciare spazio ai contenuti riparativi e conciliativi caratterizzanti il programma di prova.