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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01162018-110312


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
VULLO, ISABELLA
URN
etd-01162018-110312
Titolo
Cesare Pavese: il mito, la politica e la Storia.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUA E LETTERATURA ITALIANA
Relatori
relatore Prof.ssa Guidotti, Angela
Parole chiave
  • Paesi tuoi
  • Il carcere
  • Lavorare stanca
  • letteratura americana
  • traduzione
  • letteratura italiana
  • Cesare Pavese
Data inizio appello
05/02/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi si propone di analizzare la produzione di Cesare Pavese degli anni Trenta al fine di restituire un profilo politico e intellettuale dell'autore. Cresciuto nella Torino di inizio secolo, a contatto con personalità come Augusto Monti e Leone Ginzburg, Pavese si fa erede della tradizione colta e liberale piemontese. Nel 1930, dopo aver scritto una tesi di laurea su "Leaves of grass" di Walt Whitman, esordisce come americanista sulla rivista "La Cultura", diretta da Arrigo Cajumi, con un articolo su Sinclair Lewis, contribuendo, così, alla diffusione della letteratura americana in Italia. L'interesse e l'ammirazione per i romanzi d'oltreoceano rivelano indubbiamente l'insofferenza dell'autore nei confronti della temperie culturale dell'Italia fascista. A sottolineare ulteriormente il disagio irrequieto nei confronti del fascismo è "Lavorare stanca", una raccolta poetica che, oltre a presentare una sezione politica comprendente liriche come "Una generazione" sulla strage di Brandimarte, si distacca nettamente dal modello ungarettiano favorito dal regime, configurandosi, così, come un esempio di poesia alternativa. Una battuta d'arresto al crescente interesse delle tematiche politiche e sociali di Pavese è costituita dal confino a Brancaleone Calabro, in seguito all'arresto della redazione de "La Cultura", di cui Pavese nel frattempo era diventato direttore, per i rapporti che la rivista intratteneva con il movimento antifascista clandestino di Giustizia e Libertà. Dopo questo evento Pavese, alle implicazioni politiche sostituirà, per qualche anno nella sua opera, l'interesse per il mito e per il simbolo e passerà alla composizione in prosa: frutti di questa stagione letteraria sono i romanzi "Il carcere" e "Paesi tuoi". Nel secondo dopoguerra la componente simbolica e quella realistica si congiungeranno nella produzione dell'autore e troveranno un mirabile punto d’incontro ne “La luna e i falò”.
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