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Thesis etd-01162017-190555


Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
BUCCI, FIORELLA
URN
etd-01162017-190555
Thesis title
Interruzione dei contraccettivi ormonali moderni: indagine post marketing
Department
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Course of study
GINECOLOGIA E OSTETRICIA
Supervisors
relatore Prof. Simoncini, Tommaso
relatore Dott.ssa Fruzzetti, Franca
Keywords
  • anello vaginale
  • contraccettivi orali a basso dosaggio
  • contraccettivi ormonali
  • dose di etinilestradiolo
  • effetti collaterali
  • interruzione
  • sanguinamenti irregolari
Graduation session start date
31/01/2017
Availability
Full
Summary

Sebbene negli anni il numero di interruzioni volontarie di gravidanza sia diminuito ed abbiamo assistito ad un incremento nell’uso dei metodi contraccettivi, solo un quarto della popolazione Italiana tra i 15 e i 54 anni ricorre alla pillola anticoncezionale. In Europa il tasso di utilizzo dei contraccettivi ormonali è del 21,4% e l’Italia, nella panoramica Europea, occupa una delle ultime posizioni. Dati pubblicati nel 2011 riportano un 16,2% di uso della pillola contraccettiva in Italia. Al di là dello scarso utilizzo, benché i contraccettivi ormonali siano una valida scelta contraccettiva non chirurgica, dati della letteratura riportano anche un precoce abbandono nell’assunzione.
I motivi di interruzione sono correlati per lo più alla comparsa di effetti collaterali dovuti alla dose di etinilestradiolo (EE) presente nelle preparazioni e al tipo di progestinico usato.
Con lo scopo di aumentare la compliance, grandi cambiamenti sono stati messi a punto negli anni per quanto riguarda i contraccettivi ormonali come la progressiva riduzione della dose di EE, l’introduzione di estrogeni naturali e l’utilizzo di progestinici con scarsa attività androgenica o addirittura con proprietà antiandrogeniche o antimineralcorticoidi. Tra le vie di somministrazione la vaginale e la transdermica hanno permesso l’impiego di bassi dosaggi di EE e la possibilità di una somministrazione non quotidiana. Sono cambiati inoltre i regimi di assunzione: si va da pillole con 4 giorni di intervallo libero a pillole con 2 giorni di intervallo fino ai regimi continui. Tutto ciò per aumentare la compliance delle utilizzatrici.
Sulla base di quanto detto l’obiettivo del nostro studio è stato di analizzare, in un campione di donne italiane, la percentuale di interruzione di uso della contraccezione ormonale ed indagare i motivi di tale interruzione.
È uno studio retrospettivo su 1809 donne che utilizzavano o avevano interrotto l’assunzione del contraccettivo ormonale prescritto dal loro medico. Dalle cartelle cliniche sono stati raccolti il nome del contraccettivo e il motivo di interruzione e sono state analizzate le differenze tra i diversi metodi contraccettivi in rapporto al motivo di interruzione.
Delle 1809 donne esaminate, il 34,9% aveva interrotto l’uso del contraccettivo ormonale: il 6,9% lo aveva fatto per motivi non correlati al metodo contraccettivo, il 20,5% a causa di effetti collaterali minori, il 4,4% a causa di effetti collaterali maggiori e il 3,8% per ridotta compliance. I principali motivi di interruzione sono stati sanguinamento irregolare, aumento ponderale e cefalea. I metodi contraccettivi più utilizzati erano le pillole contenenti 30 mcg o 20 mcg di EE e l’anello vaginale. Le donne che utilizzavano l’anello vaginale hanno interrotto l’uso del contraccettivo con minore frequenza rispetto alle utilizzatrici della pillola (p<0,005). Le pillole contenenti 30 mcg e 20 mcg di EE avevano lo stesso tasso di interruzione. Tra gli effetti collaterali maggiori la trombosi venosa è stata quello che più frequentemente ha portato all’interruzione del metodo.
In conclusione circa un terzo delle donne che utilizzavano contraccettivi ormonali moderni ne ha interrotto l’assunzione. Sebbene la percentuale di donne che ha interrotto a causa di effetti collaterali minori sia stata inferiore a quella registrata in passato e benché l’impiego di EE a basso dosaggio per via vaginale abbia ridotto il tasso di interruzione, è importante che i medici discutano con le donne la possibilità che si verifichino effetti collaterali e che le invitino a consultarli prima di interrompere l’assunzione del contraccettivo.
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