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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01162008-160036


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
ANTONELLI, SARA
URN
etd-01162008-160036
Titolo
Un nuovo ostreide (Crassostrea n. sp.) nel Pleistocene inferiore dell'Ecuador: studio sistematico, analisi della microstruttura e morfologia funzionale.
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE GEOLOGICHE
Relatori
Relatore Ragaini, Luca
Parole chiave
  • ostreidi
  • crassostrea
  • sistematica
  • microstruttura
  • morfologia funzionale
Data inizio appello
22/02/2008
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
22/02/2048
Riassunto
Il lavoro di tesi svolto ha avuto come obbiettivo lo studio degli esemplari fossili di Crassostrea provenienti dai depositi affioranti lungo il margine orientale del Bacino di Esmeraldas-Caraquez situato nella Provincia del Manabì, Ecuador occidentale. In quest’area sono ben esposti spessori di almeno 180 m di sedimenti del Pleistocene inferiore riferibili alla Formazione Jama. La parte centrale della Formazione è occupata dal Membro di Punta Ballena. Quest’ultimo è costituito da 8 sequenze deposizionali unconformity-bounded sovrapposte, numerate da PB1 a PB8, formate da 11 principali associazioni di facies che si sviluppano dalla piattaforma interna sino all’ambiente fluviale distale e che sono il risultato di cicli sedimentari ad alta frequenza prodotti da rapide variazioni del livello del mare durante il Pleistocene. Il livello a Crassostrea si trova all’interno della sequenza PB5, entro depositi di shoreface, ed è costituito da una bancata discontinua avente spessore di 60-70 cm e lunghezza di alcuni metri. Gli ostreidi rinvenuti sono caratterizzati da una notevole taglia e spessore delle valve, potendo raggiungere un’altezza maggiore di 50 cm e spessori poco inferiori ai 10 cm. Gli esemplari studiati, rappresentati in tutto da 10 valve disarticolate e 3 individui completi, sono stati in primo luogo ripuliti dal sedimento ed alcuni di essi sono stati restaurati laddove avevano subito rottura. Successivamente sono state scelte 4 valve, 2 destre e 2 sinistre, dalle quali sono stati ricavati i campioni da sottoporre a microanalisi attraverso SEM (scanning electron microscope). Queste analisi hanno messo in evidenza la microstruttura del guscio di questo taxon, importante carattere diagnostico per questo gruppo di bivalvi. In particolare lo studio ha avuto lo scopo di confermare la presenza di una tipica struttura di significato ancora controverso fra gli Autori: i chalky deposits. Si tratta di lenti di aspetto spugnoso intercalate agli strati più compatti del guscio, caratterizzate a livello microstrutturale da arrangiamenti tridimensionali di lame calcitiche simili a “castelli di carte”. Nonostante una diffusa ricristallizzazione che ne maschera l’aspetto originario, i chalky deposits vanno a formare la parte preponderante del guscio negli esemplari ecuadoriani studiati.
L’approfondito studio morfologico, a livello sia macroscopico che microscopico, ha consentito una corretta collocazione sistematica all’interno del gruppo degli ostreidi. E’ risultata chiara la loro appartenenza al genere Crassostrea. I record pleistocenici di questo taxon sono molto scarsi e queste forme risultano essere il primo ritrovamento di questo genere nel Pleistocene del Sud America. La comparazione morfologica con le altre forme fossili ed attuali ha permesso di classificare i nostri esemplari come appartenenti ad una nuova specie.
Un’importante fase del lavoro ha riguardato uno studio di morfologia funzionale finalizzato all’interpretazione della posizione di vita. Il ritrovamento su substrati molli ne suggerisce la loro natura di forme non-cementate. Lo studio morfologico, associato alla ricostruzione del regime sedimentario operante sul substrato colonizzato, ha messo in luce la probabile posizione di vita verticale dei nostri esemplari. E’ possibile che la forma allungata permettesse loro di ancorarsi all’interno del sedimento infossando il lato dorsale. In quest’ottica la presenza dei chalky deposits può essere interpretata come struttura di alleggerimento di un guscio così spesso e pesante al fine di evitare l’affondamento eccessivo all’interno del sedimento incoerente.
Le valve di alcuni esemplari hanno fornito un substrato duro idoneo alla colonizzazione da parte di organismi perforatori ed incrostanti. Sono stati riconosciuti borings appartenenti agli ichnogeneri Gastrochaenolites e Caulostrepsis, ad opera rispettivamente di bivalvi e vermi policheti, mentre cirripedi, piccoli ostreidi e coralli rappresentano le forme incrostanti.
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