Tesi etd-01152014-122406 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LARAGIONE, ELEONORA
URN
etd-01152014-122406
Titolo
Geografia dei luoghi e geografia delle emozioni.
Parco Letterario "Isabella Morra":una ricerca per l'insegnamento.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUA E LETTERATURA ITALIANA
Relatori
relatore Mazzanti, Riccardo
Parole chiave
- cultura
- Genius Loci
- geografia umanista
- impresa cittadina
- Isabella Morra
- luoghi dello spirito
- modulo insegnamento.
- natura
- paesaggio
- Parco Letterario
- territorio
- valorizzazione
- viaggio nella memoria
Data inizio appello
10/02/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questo lavoro di tesi nasce infatti con la convinzione che si debba difendere, attraverso un’istituzione adatta, il retaggio di vicende artistiche e letterarie che hanno esaltato il paesaggio italico, in modo che possa essere una guida a quell’antico momento di pubblicità che la nostra cultura ha creato.Per mostrare come certi aspetti di storia e territorio abbiano crocevia comuni, i Parchi Letterari, contenitori con confini mobili e mentali prima ancora che fisici, spazi capaci di celebrare il rapporto tra uomo e territorio, rappresentano i sentieri adatti, volti a non interferire ma a proteggere un’immagine che i nostri antenati ci hanno offerto in modo che giovani, appassionati, studiosi e turisti li percorrano, quasi fossero biblioteche preziose che si elevano dalla terra stessa. Il paesaggio, dunque, c’è in quanto l’uomo lo percepisce e ricerca in esso magiche emozioni e l’uomo che non vede il paesaggio, lo sente, lo immagina e ne vive l’idea. Anche una nuda roccia può divenire sublime paesaggio letterario. Esplorare un paesaggio è dunque esplorazione del continente dei sentimenti, è costruire opere e pensiero nella natura con la cultura, è un atto di creatività che ne esalta l’armonia. Dante è stato il più grande architetto del paesaggio ed anche il più grande costruttore di Parchi Letterari, basti pensare alla Divina Commedia come atlante geografico, storico e letterario del paesaggio italiano.
Accanto ai parchi di vario tipo destinati alla conservazione della natura, si vanno creando da qualche tempo, dunque, i Parchi Letterari, particolari luoghi della memoria, ovvero nuove realtà territoriali, nati dallo stretto legame tra geografia e letteratura che è alla base della geografia letteraria, ai quali si affida il compito di tutelare e valorizzare il paesaggio narrato, nel quale assume un ruolo fondamentale la componente psicologica, che organizza uno spazio oggetto di osservazione sensibile.
I paesaggi letterari rievocano le ispirazioni che, sin dalle origini, le opere letterarie hanno tratto da luoghi, quasi sempre perché legati alla vita dell'autore e nei quali, molto spesso, sono ambientate le opere più insigni; essi assumono ai nostri occhi i caratteri tipici del paesaggio culturale, di cui sono
anzi una delle espressioni paradigmatiche.
I geografi hanno, come noto, un particolare interesse per l'identità dei luoghi, alla quale concorrono i segni del passato: la differenziazione dei territori dell'abitare e del coltivare da quelli selvatici e boschivi, i tipi di colture agricole, i tracciati stradali, le costruzioni architettoniche. Un interesse che trova riscontro nella ricerca, tipicamente letteraria, del "genius loci", già presente in Omero.
I reciproci scambi e le mutuazioni che da tempo si sono instaurati tra geografia e letteratura, in particolare sul tema del paesaggio, sono appunto dovuti al fatto che la pagina letteraria è spesso sorgente di conoscenza e costituisce un codice di interpretazione del territorio come insieme di elementi materiali e immateriali.
La geografia umanista è, infatti, un particolare filone della moderna geografia culturale che ha come oggetto le visioni soggettive del mondo; per essa la rappresentazione del paesaggio non esprime una conoscenza del territorio in senso assoluto ma la visione relativa che trova nel soggetto il proprio significato. Lo strumento privilegiato è la letteratura, che fra le tante fonti documentarie disponibili è quella che meglio consente al geografo di cogliere i vari aspetti della vita umana.
Quando la biografia di un’autrice si affianca alla storia di un paese, le tradizioni etniche e culturali di un luogo ai suoi ritrovamenti antropologici e archeologici, le note di una singolarissima poesia alle mille occasioni di un turismo culturale che di quella poesia si nutre per assaporare i beni materiali e spirituali di un territorio, si ha, anche, lo stimolo ad approfondire emergenti metodologie educative del fare letterario, sperimentate e perfezionate nell’ambito turistico e culturale dei Parchi Letterari e di porre all’attenzione la figura e l’opera di una letteratura al femminile lucana, come quella di Isabella Morra (Favale, 1520-1546), cogliendo le suggestioni della poetica raccolta nel suo Canzoniere.
Il Parco Letterario, ad essa dedicato ed oggetto del mio lavoro, spicca, per anzianità e pregevoli iniziative, nell’Italia Meridionale ponendosi come uno degli esempi riusciti di cultura che può diventare sviluppo. Nato nel 1993, il Parco ha fatto segnare presenze significative e prodotto diverse ricadute sull’economia lucana. In questi ultimi tempi, del resto, sta aumentando una diffusa cosciente percezione tra gli operatori culturali e turistici (ma non solo) di un patrimonio artistico e naturale unico al mondo con una fortissima vocazione al turismo culturale.
Sulla scorta della fonte crociana, grazie al quale la poetessa di Favale- odierna Valsinni- ha conquistato un posto nella letteratura italiana ed oggi considerata una delle voci più autentiche della poesia femminile del ‘500, ho posto l’attenzione su cosa sia un Parco Letterario e quali siano le condizioni che presiedono al suo avviamento, per poi analizzare le fonti e le coordinate geo-storiche locali del paese nativo della Morra ed inquadrare l’oggetto di studio nel suo contesto storico, territoriale, sociale, culturale.
Ho avuto modo di approfondire come l’istituzione di un Parco si presenti, da un lato, come un ottimo veicolo di valorizzazione delle risorse locali, influendo anche sulla memoria storica e che offra, dall’altro, delle occasioni per una crescita economica legata al turismo con l’organizzazione di eventi, spettacoli teatrali ed animazione legati alla letteratura, attraverso la creazione di una rete di servizi integrati sul territorio volto allo sfruttamento delle specificità locali. La letteratura può dunque diventare un potente strumento di riconciliazione con gli spazi di vita e con se stessi, in modo che essa diventi il nuovo tramite che guida l’umanità alla comprensione dei significati nascosti dell’anima dei luoghi, quali realtà profondamente umanizzate che custodiscono l’eredità spirituale di quanti ci hanno preceduto.
La forza della geografia, percorsa da una costante inquietudine di esperire nuovi percorsi, nuovi atteggiamenti e attitudini di fronte ad una realtà che sembra aver accelerato i suoi dinamismi funzionali moltiplicando linguaggi e chiavi d’accesso, sta proprio nella sua capacità di aggiungere nuovi cammini senza rinnegarne altri in un mirabile potenziamento e in una sinergica azione sociale.
Accanto ai parchi di vario tipo destinati alla conservazione della natura, si vanno creando da qualche tempo, dunque, i Parchi Letterari, particolari luoghi della memoria, ovvero nuove realtà territoriali, nati dallo stretto legame tra geografia e letteratura che è alla base della geografia letteraria, ai quali si affida il compito di tutelare e valorizzare il paesaggio narrato, nel quale assume un ruolo fondamentale la componente psicologica, che organizza uno spazio oggetto di osservazione sensibile.
I paesaggi letterari rievocano le ispirazioni che, sin dalle origini, le opere letterarie hanno tratto da luoghi, quasi sempre perché legati alla vita dell'autore e nei quali, molto spesso, sono ambientate le opere più insigni; essi assumono ai nostri occhi i caratteri tipici del paesaggio culturale, di cui sono
anzi una delle espressioni paradigmatiche.
I geografi hanno, come noto, un particolare interesse per l'identità dei luoghi, alla quale concorrono i segni del passato: la differenziazione dei territori dell'abitare e del coltivare da quelli selvatici e boschivi, i tipi di colture agricole, i tracciati stradali, le costruzioni architettoniche. Un interesse che trova riscontro nella ricerca, tipicamente letteraria, del "genius loci", già presente in Omero.
I reciproci scambi e le mutuazioni che da tempo si sono instaurati tra geografia e letteratura, in particolare sul tema del paesaggio, sono appunto dovuti al fatto che la pagina letteraria è spesso sorgente di conoscenza e costituisce un codice di interpretazione del territorio come insieme di elementi materiali e immateriali.
La geografia umanista è, infatti, un particolare filone della moderna geografia culturale che ha come oggetto le visioni soggettive del mondo; per essa la rappresentazione del paesaggio non esprime una conoscenza del territorio in senso assoluto ma la visione relativa che trova nel soggetto il proprio significato. Lo strumento privilegiato è la letteratura, che fra le tante fonti documentarie disponibili è quella che meglio consente al geografo di cogliere i vari aspetti della vita umana.
Quando la biografia di un’autrice si affianca alla storia di un paese, le tradizioni etniche e culturali di un luogo ai suoi ritrovamenti antropologici e archeologici, le note di una singolarissima poesia alle mille occasioni di un turismo culturale che di quella poesia si nutre per assaporare i beni materiali e spirituali di un territorio, si ha, anche, lo stimolo ad approfondire emergenti metodologie educative del fare letterario, sperimentate e perfezionate nell’ambito turistico e culturale dei Parchi Letterari e di porre all’attenzione la figura e l’opera di una letteratura al femminile lucana, come quella di Isabella Morra (Favale, 1520-1546), cogliendo le suggestioni della poetica raccolta nel suo Canzoniere.
Il Parco Letterario, ad essa dedicato ed oggetto del mio lavoro, spicca, per anzianità e pregevoli iniziative, nell’Italia Meridionale ponendosi come uno degli esempi riusciti di cultura che può diventare sviluppo. Nato nel 1993, il Parco ha fatto segnare presenze significative e prodotto diverse ricadute sull’economia lucana. In questi ultimi tempi, del resto, sta aumentando una diffusa cosciente percezione tra gli operatori culturali e turistici (ma non solo) di un patrimonio artistico e naturale unico al mondo con una fortissima vocazione al turismo culturale.
Sulla scorta della fonte crociana, grazie al quale la poetessa di Favale- odierna Valsinni- ha conquistato un posto nella letteratura italiana ed oggi considerata una delle voci più autentiche della poesia femminile del ‘500, ho posto l’attenzione su cosa sia un Parco Letterario e quali siano le condizioni che presiedono al suo avviamento, per poi analizzare le fonti e le coordinate geo-storiche locali del paese nativo della Morra ed inquadrare l’oggetto di studio nel suo contesto storico, territoriale, sociale, culturale.
Ho avuto modo di approfondire come l’istituzione di un Parco si presenti, da un lato, come un ottimo veicolo di valorizzazione delle risorse locali, influendo anche sulla memoria storica e che offra, dall’altro, delle occasioni per una crescita economica legata al turismo con l’organizzazione di eventi, spettacoli teatrali ed animazione legati alla letteratura, attraverso la creazione di una rete di servizi integrati sul territorio volto allo sfruttamento delle specificità locali. La letteratura può dunque diventare un potente strumento di riconciliazione con gli spazi di vita e con se stessi, in modo che essa diventi il nuovo tramite che guida l’umanità alla comprensione dei significati nascosti dell’anima dei luoghi, quali realtà profondamente umanizzate che custodiscono l’eredità spirituale di quanti ci hanno preceduto.
La forza della geografia, percorsa da una costante inquietudine di esperire nuovi percorsi, nuovi atteggiamenti e attitudini di fronte ad una realtà che sembra aver accelerato i suoi dinamismi funzionali moltiplicando linguaggi e chiavi d’accesso, sta proprio nella sua capacità di aggiungere nuovi cammini senza rinnegarne altri in un mirabile potenziamento e in una sinergica azione sociale.
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