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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01152012-231355


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
PASQUALONI, NATASCIA
URN
etd-01152012-231355
Titolo
Riprocessamento della linea CROP M13 e studio sismico dell' offshore Nord garganico
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
GEOFISICA DI ESPLORAZIONE ED APPLICATA
Relatori
relatore Prof. Scandone, Paolo
correlatore Prof. Stucchi, Eusebio Maria
Parole chiave
  • Adria
  • basamento
  • CROP M13
  • processing
Data inizio appello
03/02/2012
Consultabilità
Completa
Riassunto
Una delle principali problematiche riscontrate nell'area Adriatica è la definizione del basamento
cristallino e la sua datazione. In letteratura viene comunemente ipotizzato un basamento ercinico
(Mazzoli et al. 2000; Pescatore et al. 1999; Scisciani et al. 2009; Shiner et al. 2004; Velic et al.
2002) nonostante l'unico pozzo (Assunta 001) che lo perfori incontri graniti caledoniani. Inoltre,
moltissimi autori (a partire da Finetti et al. 2005 e Mazzoli et al. 2000) localizzano il basamento
intorno ai 5 secondi TWT al di sotto di una piccola copertura permiana e lo vedono coinvolto nella
deformazione. Al contrario Patacca et al. (2008) individuano un basamento pre – ercinico profondo
(circa 8 s TWT) che non viene coinvolto nella deformazione compressiva.
In questo lavoro di tesi vengono ripresi in esame gli aspetti stratigrafici e strutturali dell'area
attraversata dal profilo CROP M13 (Mar Adriatico Centrale) con l'obiettivo di individuare dei punti
forti che stabiliscano dei vincoli. A tale scopo è stato rielaborato e reinterpretato il profilo CROP
M13 e, in modo da avere una visione d'insieme, sono state interpretate tutte le linee commerciali
disponibili che cadono nella porzione meridionale della Zona B. Inoltre il profilo CROP M13
(offshore) è stato collegato al profilo CROP 11 (onshore), essendo il secondo il prolungamento del
primo.
La tesi si articola in due capitoli principali: il primo riguardante la rielaborazione della linea CROP
M13 e il secondo dedicato all'interpretazione sismica delle strutture superficiali e profonde presenti
nell'area di studio.
La rielaborazione del CROP M13, effettuata tramite il software ProMAX, anche se con perdita di
risoluzione laterale rispetto alla precedente versione, ha prodotto buoni risultati in merito a: 1)
eliminazione/attenuazione di diffrazioni diffuse su tutta la linea, che andavano a coprire riflessioni
profonde; 2) eliminazione/attenuazione delle riverberazioni multiple; 3) visibilità delle facies
sismiche.
Come strategia di processing si è scelto di effettuare una suddivisione temporale della linea CROP
M13, in quanto non è possibile elaborare 17s TWT applicando le stesse operazioni a tutto il dato. Si
è quindi deciso di operare su due finestre temporali, la prima che va da 0 a 8500 ms e la seconda da
8500 a 17000 ms. Queste due finestre sono state elaborate separatamente e infine riunificate, in
modo da tornare ad essere un'unica sezione stack.
Per quanto riguarda la parte superiore della linea, trattando dati sismici marini, è stata prestata molta
attenzione alla problematica “multiple”, anche rispetto alla precedente elaborazione. Un buon
risultato è stato ottenuto relativamente all'eliminazione e/o attenuazione delle riverberazioni
multiple, tramite l'applicazione di diverse operazioni, tra cui deconvoluzione predittiva, filtraggio in
dominio frequenze-numeri d'onda e filtraggio in dominio Radon. La buona riuscita del filtraggio FK
e del filtraggio in dominio Radon è subordinata all'accuratezza delle correzioni di NMO e quindi
dell'analisi di velocità. L'attenzione è stata concentrata sui primi 6 secondi, circa, dove la
problematica era molto più accentuata e anche le coerenze, necessarie per il picking delle funzioni
di velocità, più definite. A profondità superiori nessuna di queste operazioni si è dimostrata efficace
a causa della mancanza di differenza di moveout tra riflessioni primarie e multiple. La
deconvoluzione predittiva è stata applicata per tempi ancora minori (5 secondi), in quanto a
maggiori profondità tendeva ad introdurre disturbi.
Per quanto riguarda, invece, la parte inferiore della linea CROP M13, si è cercato di aumentare il
rapporto S/N soprattutto tramite l'aumento della copertura. Si è passati da una copertura nominale
quarantacinquesima ad una quasi quattrocentesima. Il beneficio di una copertura così elevata è stato
riscontrato soprattutto a grandi profondità (12 secondi circa), dove da principio le coerenze laterali
erano minime.
Altro strumento utile, sia per la parte superiore che per la parte inferiore della linea, è stato
l'Eigenvector filter, che è andato ad eliminare buona parte del rumore rimasto dopo le operazioni
precedentemente descritte, permettendo così di migliorare la continuità laterale dei riflettori.
L'applicazione di questo filtraggio è limitato alle sezioni stack, in quanto in dominio pre-stack non è
risultato efficace.
Il lavoro di interpretazione è stato concentrato sullo studio sismostratigrafico e strutturale dell'area
di avampaese immediatamente a Nord del Promontorio del Gargano, anche se l'area di studio
comprende una piccola parte dell'avanfossa Bradanica.
Tramite il dataset disponibile di linee commerciali e pozzi non confidenziali, sono state definite le
successioni stratigrafiche e le unità sismostratigrafiche, sono stati individuati due sistemi
carbonatici che si sono succeduti nel tempo ed è stata ricostruita l'evoluzione dal primo sistema
(piattaforma Bahamiana) al secondo (rampa omoclinalica tipo Golfo Persico). L'analisi stratigrafica
ha messo in evidenza tre principali gruppi di unità litostratigrafiche: un gruppo è costituito da
calcari di rampa carbonatica, caratterizzati da un intervallo di velocità pari a 3500-3800 m/s, il
secondo gruppo è costituito da calcari di piattaforma, caratterizzati da un intervallo di velocità pari a
4700-5000 m/s, mentre l'ultimo gruppo è costituito da calcari bacinali (in cui sono state incluse
anche le facies di scarpata), caratterizzati da un intervallo di velocità pari a 4700-5000 m/s. I calcari
di piattaforma e i calcari bacinali rappresentano il primo sistema carbonatico presente nell'area,
definito da una geometria piattaforma-scarpata-bacino (shelf-slope-basin). I calcari di rampa
carbonatica segnano il passaggio da un ambiente di piattaforma protetta ad uno di rampa
omoclinalica, dove tutte le depressioni sono state ormai colmatate e la pendenza verso il bacino è
minima. In tutta la fascia più ad Est dell'area di studio, la successione bacinale è presente con facies
condensate per la presenza di alti strutturali durante la sedimentazione. L’età delle litologie
condensate e le lacune stratigrafiche riconosciute hanno permesso di stabilire l'età della
deformazione. L'analisi strutturale ha chiarito la cinematica che ha portato alle geometrie
attualmente presenti. Un importante ruolo è stato svolto dai meccanismi halocinetici, essendo questi
andati ad enfatizzare le deformazioni in corso. Dall'interpretazione dei primi 5 secondi TWT l'intera
area di studio risulta essere soggetta ad una deformazione prevalentemente traspressiva, avendo
individuato principalmente strutture a fiore positive. L'interpretazione della linea CROP M13 ha
permesso di fare chiarezza sulle modalità di deformazione. È stata infatti individuata almeno una
superficie di scollamento profonda, da cui si ripartono poi le varie strutture a fiore. Il riflettore che
rappresenta il top del basamento cristallino è stato localizzato ad una profondità di circa 8 s TWT,
tempo comparabile a quello individuato da Patacca et al. (2008) sulla linea CROP 11. Al di sopra di
esso è stata individuata una facies riflettiva associabile ad una successione sedimentaria, il cui top
rappresenta la base della piattaforma carbonatica, individuata a circa 4 secondi TWT. Dal confronto
tra le linee CROP M13 e CROP 11 risultano comparabili tutti i principali riflettori, compresi anche
quelli che rappresentano le discontinuità di Conrad e di Mohorovicic, individuati rispettivamente a
circa 10 e 12 secondi TWT.
Infine è stato confrontata la nuova interpretazione della linea CROP M13 con la versione di Finetti
et al. (2005) e ne sono emerse significative differenze, le principali delle quali riguardano la
localizzazione del top del basamento e, più in generale, il modello deformativo. Non possiamo
ammettere un basamento quale quello indicato da Finetti et al. (2005) in quanto una parte di esso
coincide con una facies riflettiva associabile ad una copertura sedimentaria.
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