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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01142023-150101


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
IANNONE, CLELIA
URN
etd-01142023-150101
Titolo
Iconografia della Sibilla Cumana dalle origini ai primi dell'Ottocento
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Farinella, Vincenzo
correlatore Prof.ssa Maffei, Sonia
Parole chiave
  • cumean
  • iconografia
  • iconography
  • sibilla
  • sibyl
  • sumana
Data inizio appello
02/02/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/02/2093
Riassunto
L’opera di Ovidio ci svela, per la prima volta in letteratura, nel XIV libro delle Metamorfosi, versi 101-154, l’origine del mito della Sibilla Cumana. Il racconto nel VI libro dell’Eneide è la sua fonte di ispirazione; Ovidio sceglie di riprendere la storia già narrata da Virgilio, riassumendola in pochi versi introduttivi, per lasciare spazio ai ricordi della Sibilla. Il dio del sole è coprotagonista del mito, visto dagli occhi della Sibilla come un pretendente crudele, che una volta rifiutato, la tenta ancora con un desiderio che si trasforma in un lungo tormento. Eppure quel giorno sulla spiaggia è iniziata la loro relazione: una verginea bellezza è stata scelta da un dio per essere la sua voce sulla terra. Prima di approcciare l’analisi iconografica delle opere d’arte ispirate alla Sibilla Cumana, ritengo sia necessario ripercorrere brevemente la storia degli oracoli e dell’importante funzione che le sacerdotesse di Apollo esercitavano nei luoghi sacri, dove il miracolo del contatto col dio, attraverso i vaticini, prendeva forma. La ricostruzione, traduzione ed interpretazione degli oracoli ha generato nei secoli una vera e propria letteratura specialistica. Inoltre è fondamentale sottolineare che la figura di intermediario tra il divino e l’umano è sempre stata parte integrante dei culti religiosi attraverso la storia. È un bisogno insito nell’umanità rendere corporea, materiale e immanente la presenza del divino. L’obiettivo di questo lavoro è una ricostruzione a tutto tondo del mito della Sibilla Cumana, attraverso le opere d’arte che hanno immortalato questo personaggio, per comprendere il significato profondo della metamorfosi narrata da Ovidio.
Ovid's work reveals, for the first time in literature, in the XIV book of the Metamorphoses, verses 101-154, the origin of the myth of the Cumaean Sibyl. The story in the VI book of the Aeneid is his source of inspiration; Ovid chooses to take up the story already narrated by Virgil, summarizing it in a few introductory verses, to leave room for the memories of the Sibyl. The god of the sun is the co-star of the myth, seen by the eyes of the Sibyl as a cruel suitor, whom once refused by her, again tempts her with a wish that turns into a long torment. Yet that day on the beach their relationship began: a virgin beauty was chosen by a god to be his voice on earth. Before approaching the iconographic analysis of the works of art inspired by the Cumaean Sibyl, I believe it is necessary to briefly review the history of the oracles and the important function that the priestesses of Apollo exercised in sacred places, where the miracle of contact with the god took shape. The reconstruction, translation and interpretation of the oracles has generated over the centuries a real specialized literature. Furthermore, it is essential to emphasize that the figure of intermediary between the divine and the human has always been an integral part of religious cults throughout history. It is an inherent need of humanity to make the presence of the divine corporeal, material and immanent. The goal of this work is an all-round reconstruction of the myth of the Cumaean Sibyl, through the works of art that have immortalized this character, to understand the profound meaning of the metamorphosis narrated by Ovid.
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