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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01142023-004200


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FILARDO, DONATELLA
URN
etd-01142023-004200
Titolo
L'Epistola a Cangrande: situazione della critica e nuovi sondaggi.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
ITALIANISTICA
Relatori
relatore Prof. Casadei, Alberto
correlatore Prof. Zaccarello, Michelangelo
Parole chiave
  • Dante
  • Epistola a Cangrande
  • banche dati
  • database
  • dibattito critico
  • scholarly debate
Data inizio appello
02/02/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/02/2063
Riassunto
Tra le epistole che compongono l'epistolario dantesco, nessuna è stata mai discussa come l'Epistola a Cangrande. Il testo, duplice nel genere, duplice nella tradizione diretta, duplice nelle finalità, è infatti discusso da poco più di due secoli, ossia da quando per la prima volta nel 1819 ne venne messa in dubbio l'autenticità da parte di Filippo Scolari. Fin da allora, in un vicendevole scambio di domande, dubbi e possibili soluzioni, gli studiosi si sono interrogati sull'attribuzione del testo a Dante, suddividendosi, grossomodo, in oppositori e sostenitori della paternità. L'opinione invalsa, anche tra i sostenitori di una falsificazione del testo, è che la sezione espositiva del testo sia quasi certamente spuria, mentre la nuncupatio sia quasi certamente dantesca (salvo manipolazioni). Tuttavia, le più recenti acquisizioni sull'Epistola a Cangrande inducono a dubitare dell'attribuzione a Dante anche della sezione nuncupativa. Nel primo capitolo di questo elaborato si riassumono e discutono i principali punti del dibattito. Nel secondo capitolo, sulla base delle acquisizioni della filologia tradizionale e dell'analisi stilometrica computazionale, si sottopone la nuncupatio al confronto con i database, con l'obiettivo di corroborare le ipotesi avanzate o sollevare nuovi dubbi, soprattutto in relazione a legami finora considerati indubbi dalla critica, come quello tra i paragrafi centrali della sezione iniziale e il Convivio, indicato come probante dell'autenticità, ma messo ora in dubbio dall'analisi delle corrispondenze.

Among the epistles that constitute Dante's epistolary, no other has ever been as debated as the Epistle to Cangrande. The work, dual in genre, dual in direct tradition, dual in purpose, has in fact been discussed for barely more than two centuries, that is, since its authenticity was first called into doubt by Filippo Scolari in 1819. Since then, in a mutual exchange of questions, doubts and possible solutions, scholars have debated the attribution of the text to Dante, roughly dividing themselves into opponents and supporters of authorship.The prevailing opinion, even among supporters of a falsification of the work, is that the expository section of the text is almost certainly spurious, while the nuncupatio is quite surely Dantean (barring manipulation).However, the most recent findings on the Epistle to Cangrande suggest that the attribution of the nuncupative section to Dante as well is doubtful. In the first chapter of this paper, the key points of the debate are condensed and also discussed.In the second chapter, on the grounds of the acquisitions of traditional philology and computational stylometrical analysis, the nuncupatio is confronted with databases, with the aim of corroborating the hypotheses propounded or raising new doubts, especially in relation to links hitherto considered indubitable by scholars, such as the one between the central paragraphs of the opening section and the Convivio, indicated as probative of authenticity but now cast into doubt by the analysis of the correspondences.
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