Thesis etd-01142019-140433 |
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Thesis type
Tesi di laurea specialistica
Author
BANDINELLI, SARA
URN
etd-01142019-140433
Thesis title
Tra morte e ironia. Il pensiero di Vladimir Jankelevitch
Department
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Course of study
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Supervisors
relatore Prof. Fabris, Adriano
Keywords
- ironia
- morte
- Vladimir Jankelevitch
Graduation session start date
04/02/2019
Availability
Withheld
Release date
04/02/2089
Summary
L’idea posta a fondamento di questo elaborato si propone di scavare a fondo il tema della morte nel pensiero jankélévitchano. Questa riflessione nasce dalla mia esigenza di affrontare un tema molto destabilizzante e ricorrente come la morte, da un punto di vista filosofico totalmente inusuale rispetto alle correnti posizioni del pensiero per quanto concerne la mortalità.
Per Jankélévitch si tratta di concretizzare una filosofia che sia in grado di affrontare temi la cui soluzione appaia come “costitutivamente impossibile” senza per questo scadere in false risposte e senza che tale filosofia si atteggi a consolatrice e detentrice di verità assolute ed incontrovertibili.
Jankélévitch ritiene la filosofia della morte un ambito nel quale le correnti filosofiche tradizionali, hanno troppo spesso fornito risposte superficiali, ma soprattutto insostenibili, a domande di natura morale e metafisica, molto spesso perseverando nell’errore piuttosto che proclamare una resa di fronte all’impotenza umana rispetto a questi argomenti.
La forza dell’opera La mort , infatti, non si trova all’interno di una rassicurante verità “rivelata”, ma nella totale impotenza, di poter anche solo avvicinarsi alla verità.
Nel capitolo iniziale di questo elaborato cercherò invece di delineare con un inquadramento generale la filosofia di Jankélévitch, compito non semplice questo, dato che, come noto, il suo pensiero abbraccia moltissimi settori dello scibile umano, andando a comporre un’opera difficilmente inquadrabile. Questo capitolo, partendo con il descrivere l’esperienza umana e filosofica dell’autore (toccata dalla più grande tragedia del novecento), passerà attraverso una breve ma significativa analisi dei temi da lui trattati che ho ritenuto essere maggiormente interessanti al fine di una più ricca comprensione del tema centrale di questo elaborato.
Dall’analisi delle opere jankélévitchane, emerge in maniera rilevante la “a-categoricità” del suo pensiero ed un netto rigetto all’identificazione in una categoria fissa di pensiero. Una scelta questa, che si rispecchia nel suo pensiero sempre libero e indipendente e dalle scelte di vita sempre dettate dalla libertà intrinseca che lo caratterizzava sia come filosofo che come uomo. Le sue origini ebraiche, l’esperienza della seconda guerra mondiale e la sua netta scelta di parte, hanno contribuito alla formazione del suo pensiero sempre indipendente ed originale.
Nel secondo capitolo evidenzierò come il tema della morte sia determinante ai fini della comprensione del pensiero di Jankélévitch e di come il filosofo lo abbia affrontato e sviluppato in particolar modo nella sua opera La morte. Nel terzo capitolo invece, cercherò di evidenziare come Jankélévitch attraverso una svolta positiva della sua filosofia, trovi nell’ironia e nell’amore le uniche armi in possesso dell’uomo per affrontare la morte senza rimanerne sopraffatti. Si tratta di un percorso, che spero ci possa permettere in conclusione, di riflettere su ciò che rende davvero tutti uguali in questo mondo. La mortalità umana trattata con spirito libero e critico e non senza un pizzico d’ironia.
Per Jankélévitch si tratta di concretizzare una filosofia che sia in grado di affrontare temi la cui soluzione appaia come “costitutivamente impossibile” senza per questo scadere in false risposte e senza che tale filosofia si atteggi a consolatrice e detentrice di verità assolute ed incontrovertibili.
Jankélévitch ritiene la filosofia della morte un ambito nel quale le correnti filosofiche tradizionali, hanno troppo spesso fornito risposte superficiali, ma soprattutto insostenibili, a domande di natura morale e metafisica, molto spesso perseverando nell’errore piuttosto che proclamare una resa di fronte all’impotenza umana rispetto a questi argomenti.
La forza dell’opera La mort , infatti, non si trova all’interno di una rassicurante verità “rivelata”, ma nella totale impotenza, di poter anche solo avvicinarsi alla verità.
Nel capitolo iniziale di questo elaborato cercherò invece di delineare con un inquadramento generale la filosofia di Jankélévitch, compito non semplice questo, dato che, come noto, il suo pensiero abbraccia moltissimi settori dello scibile umano, andando a comporre un’opera difficilmente inquadrabile. Questo capitolo, partendo con il descrivere l’esperienza umana e filosofica dell’autore (toccata dalla più grande tragedia del novecento), passerà attraverso una breve ma significativa analisi dei temi da lui trattati che ho ritenuto essere maggiormente interessanti al fine di una più ricca comprensione del tema centrale di questo elaborato.
Dall’analisi delle opere jankélévitchane, emerge in maniera rilevante la “a-categoricità” del suo pensiero ed un netto rigetto all’identificazione in una categoria fissa di pensiero. Una scelta questa, che si rispecchia nel suo pensiero sempre libero e indipendente e dalle scelte di vita sempre dettate dalla libertà intrinseca che lo caratterizzava sia come filosofo che come uomo. Le sue origini ebraiche, l’esperienza della seconda guerra mondiale e la sua netta scelta di parte, hanno contribuito alla formazione del suo pensiero sempre indipendente ed originale.
Nel secondo capitolo evidenzierò come il tema della morte sia determinante ai fini della comprensione del pensiero di Jankélévitch e di come il filosofo lo abbia affrontato e sviluppato in particolar modo nella sua opera La morte. Nel terzo capitolo invece, cercherò di evidenziare come Jankélévitch attraverso una svolta positiva della sua filosofia, trovi nell’ironia e nell’amore le uniche armi in possesso dell’uomo per affrontare la morte senza rimanerne sopraffatti. Si tratta di un percorso, che spero ci possa permettere in conclusione, di riflettere su ciò che rende davvero tutti uguali in questo mondo. La mortalità umana trattata con spirito libero e critico e non senza un pizzico d’ironia.
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