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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01142019-101704


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LETO, LORENZO
URN
etd-01142019-101704
Titolo
PRINCIPI DI CHANGE MANAGEMENT E LORO APPLICAZIONE IN UN'ORGANIZZAZIONE MULTICULTURALE: Il CASO U.S. ARMY GARRISON ITALY
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof. Castellano, Nicola Giuseppe
Parole chiave
  • U.S. Army Garrison Italy
  • change management
  • organizzazione multiculturale
  • cambiamento organizzativo
Data inizio appello
26/02/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente elaborato intende analizzare, senza la pretesa di esaurirla, la materia del “change management”, filone di studi sempre più attuale in campo aziendale, soffermandosi anche su un case study: l’U.S. Army Garrison Italy, un’organizzazione multiculturale in funzione sul territorio italiano. In un mondo sempre più dinamico e globalizzato è, infatti, impossibile per un’azienda rimanere ancorata a vecchi sistemi e modi di operare e, al contempo, ottenere risultati ottimali dalla propria attività. La competizione sempre più agguerrita e lo sviluppo tecnologico così rapido hanno imposto alle imprese di “tenere il passo”, costringendole ad una maggiore capacità di adattamento nei confronti di trasformazioni intervenute per molteplici ragioni, fra le quali, ovviamente, la realizzazione di migliori profitti con l’applicazione di soluzioni operative più valide e aggiornate. Quando, però, si individua la formula più giusta da utilizzare nella propria azienda per conseguire determinati obbiettivi e per svilupparne le performance, non è detto che il progetto possa attuarsi con il grado di efficacia ed efficienza desiderate. Adeguarsi ai cambiamenti può rivelarsi assai ostico per chi opera entro un’organizzazione e, per tale motivo, molte imprese finiscono per rinunciare al rinnovamento aziendale anche se necessario.
Le dottrine di change management si preoccupano, in particolare, di fornire tecniche e metodologie per gestire al meglio i processi di cambiamento all’interno di un’organizzazione, riducendo eventuali resistenze e risolvendo le problematiche, per introdurre i mutamenti con successo e renderli duraturi. In numerosi casi, infatti, dopo un primo momento in cui il progetto sembra essersi realizzato, avviene una regressione verso la situazione di partenza.
Questa tesi è strutturata con un capitolo iniziale volto a presentare l’argomento, mediante alcune delle prime teorie sul tema. Il secondo espone uno degli studi più importanti e diffusi sull’organizational change management, ovvero il modello a otto fasi di Kotter, la cui opera è stata ritenuta dal TIME tra le venticinque più influenti nel campo della gestione aziendale. Il terzo capitolo, invece, tratta alcune delle più note speculazioni sull’individual change management, che mirano a indicare strumenti per gestire nella maniera più corretta il cambiamento individuale da richiedere al personale che fa parte di un’impresa. Se i membri di quest’ultima non modificano anzitutto il proprio atteggiamento e modo di operare, intervenendo anche su compiti e mansioni, è chiaro che il cambiamento a livello organizzativo non si potrà realizzare o si limiterà ad essere meramente formale. Nel quarto capitolo è trattato, poi, il tema della cultura organizzativa e di come questa sia connessa con il change management. Essa può, infatti, rappresentare una delle fonti di resistenza ai mutamenti e, pertanto, non dovrebbe mai essere ignorata. Nonostante, come afferma lo stesso Kotter, la cultura sia l’aspetto più difficile da modificare in un’organizzazione e, dunque, nello sviluppo di un processo di cambiamento, è di certo più vantaggioso tenerne costantemente conto e ancorare ad essa i nuovi metodi introdotti dovrebbe essere l’ultimo passaggio. In questo capitolo vengono osservate anche brevemente le complicazioni che possono insorgere all’interno di un’impresa costituita da soggetti di etnie e culture differenti, rileggendole in una prospettiva di change management. In un mondo che ha allargato a dismisura i propri confini è naturale che le aziende siano costituite da individui di ogni origine con background talvolta anche molto lontani tra loro. Questo può essere un punto di forza nell’organizzazione, poichè permette a persone di formazione diversa di dare il proprio contributo nella risoluzione di problemi e nell’applicazione di nuove metodologie, ma, d’altro lato, possono insorgere inconvenienti a causa di incomprensioni fra figure appartenenti a svariate culture.
Il quinto capitolo è interamente dedicato al case study. L’organizzazione analizzata è attiva da molto tempo sul suolo italiano, pur essendo a tutti gli effetti una realtà statunitense e, nel corso degli anni, ha visto mutamenti di notevole entità. L’elaborato cerca quindi di mostrare le modalità con cui sono stati introdotti i cambiamenti, le problematiche riscontrate e affrontate e le eventuali barriere createsi tra il personale di questa struttura. Si tratta, infatti, di un organismo multiculturale all’interno del quale operano elementi di etnia e nazionalità diverse (principalmente italiani e americani), con usi, costumi e abitudini piuttosto difformi tra loro. Esaminando tale caso è possibile osservare come, in effetti, vengano gestiti i cambiamenti in un’organizzazione legata al Paese che ha dato i maggiori contributi teorici alla ricerca relativa al change management e come siano state applicate le varie tecniche per introdurre trasformazioni e rinnovamento, includendo talvolta anche l’abbattimento di barriere e il superamento di specifiche difficoltà.
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