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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01132023-183346


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GALLO, GIUDITTA MARIA
Indirizzo email
g.gallo12@studenti.unipi.it, gmg90@hotmail.it
URN
etd-01132023-183346
Titolo
La figura del convertito nei Misteri di Oscar Milosz
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
FILOLOGIA E STORIA DELL'ANTICHITA'
Relatori
relatore Prof.ssa Tommasi Moreschini, Chiara Ombretta
controrelatore Prof. Battistoni, Filippo
Parole chiave
  • Miguel Mañara
  • conversione
  • Oscar Milosz
  • S.Agostino
Data inizio appello
02/02/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/02/2026
Riassunto
L’elaborato della tesi propone il confronto tra le riscritture, che compongono la trilogia drammatica del poeta e scrittore novecentesco Oscar V. de L. Milosz, e i modelli, tratti dalla letteratura e dalla tradizione cristiana, a cui l’autore s’ispira. L’analisi dei testi, che si articola evidenziando le costanti e le varianti percettibili tra composizione e fonte e, contemporaneamente, tra opera ed esperienza personale dell’autore, converge nella tematica della conversione. Filo conduttore dello studio è l’itinerario spirituale che si dipana tra consapevolezza del peccato, premessa per la conversione, espressione della colpa e pentimento che ne segue, infine redenzione; tali temi sono organizzati in cicli, sul modello delle rappresentazioni religiose medievali, in cui la scena si gioca appunto su tre piani, infernale, terrestre e celeste.
Ad un primo capitolo, atto ad introdurre l’enigmatica e poco conosciuta biografia dell’autore Oscar Vladislas De Lubicz Milosz (1877-1939), poeta, scrittore, esegeta, diplomatico, nato lituano ma naturalizzato francese, ne segue un secondo, che delinea sommamente il concetto di conversione, soprattutto alla luce della novità introdotta dal cristianesimo. In tale contesto, si motiva inoltre, come la scelta operata dall’autore sul genere letterario delle opere che compongono il “Teatro di Dio”, ricada sulla forma del mystère e alla suddivisione delle scene in quadri: un "auto sacramental" che richiama appunto al valore di “sacro ufficio” o “funzione religiosa”, così da inserirsi nel solco delle sacre rappresentazioni diffuse nel Medioevo europeo.
Prima e più famosa opera, alla quale sono dedicati i capitoli centrali – terzo e quarto –, è Miguel Mañara, racconto della conversione di un personaggio realmente vissuto nella Siviglia del Seicento, che da “peggiore uomo che ci fu al mondo” e ipotetico progenitore della figura leggendaria del Don Giovanni, divenne “Caballero de la Caridad”. Alla fonte storica, si affianca dunque il modello spirituale, il cui forte richiamo va ad una più celebre storia di libertino diventato santo, quella di Agostino, narrata specificatamente nelle Confessiones.
Il capitolo quinto, conclude l’analisi con la lettura delle altre due opere che costituiscono la trilogia: Méphiboseth, che s’ispira al racconto biblico di Davide e Betsabea riportato nel secondo libro di Samuele; Saül de Tarse, riscrittura, invece, della famosa visione sulla via di Damasco che negli Atti degli Apostoli narra l’evoluzione da famoso persecutore di cristiani ad Apostolo delle genti, che caratterizza la figura di Paolo.
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