Tesi etd-01132022-082935 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CORTINOVIS, MARTINA
URN
etd-01132022-082935
Titolo
I servizi di assistenza alle vittime di reato tra silenzi normativi e vuoti di tutela
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Bonini, Valentina
Parole chiave
- bisogni delle vittime di reato
- centri di supporto alle vittime
- direttiva 2012/29/UE
- persona offesa
- servizi di assistenza alle vittime di reato
- tutela
Data inizio appello
01/02/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Superato il contesto di indifferenza che l’ha confinata ai margini dell’ordinamento, la vittima del reato occupa oggi una posizione di spicco nel dibattito politico e nel pensiero giuridico. La vittimologia si è occupata di evidenziare le peculiarità della condizione che tocca a chi subisce un reato e ha concorso al processo di riemersione della vittima sollevando la questione nel dibattito internazionale. Sul versante sovranazionale prima, su quello interno poi, la persona offesa è risultata destinataria di un numero sempre maggiore di provvedimenti che hanno tentato di rispondere alle diverse esigenze che derivano dalla vittimizzazione.
All’approccio “olistico” adottato dalle istituzioni euro-unitarie, non corrisponde analoga premura nei riguardi delle vittime da parte del legislatore nazionale, il quale ha sì loro congegnato un posto nell’ambito del processo penale ma si è poi astenuto dal farsi carico dei bisogni più personali che sorgono a seguito dell’evento delittuoso. Le ripercussioni della vittimizzazione necessitano di strutture appositamente dedicate che siano indipendenti dal processo: i servizi di assistenza alle vittime di reato. L’inadempimento interno appare ingiustificabile anche a fronte del diritto di accesso a specifici servizi di supporto che è espressamente riconosciuto dalla direttiva 2012/29/UE in capo a tutte le persone offese e della pluridecennale presenza di tali servizi nella maggior parte dei paesi europei vicini all’Italia.
All’approccio “olistico” adottato dalle istituzioni euro-unitarie, non corrisponde analoga premura nei riguardi delle vittime da parte del legislatore nazionale, il quale ha sì loro congegnato un posto nell’ambito del processo penale ma si è poi astenuto dal farsi carico dei bisogni più personali che sorgono a seguito dell’evento delittuoso. Le ripercussioni della vittimizzazione necessitano di strutture appositamente dedicate che siano indipendenti dal processo: i servizi di assistenza alle vittime di reato. L’inadempimento interno appare ingiustificabile anche a fronte del diritto di accesso a specifici servizi di supporto che è espressamente riconosciuto dalla direttiva 2012/29/UE in capo a tutte le persone offese e della pluridecennale presenza di tali servizi nella maggior parte dei paesi europei vicini all’Italia.
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